L’obiettivo del contributo è di suggerire una chiave di lettura e alcuni spunti critici in merito al tema dell’emergenza educativa in una società multiculturale. Mentre la riflessione sulla post-modernità riconosce l’indebolirsi del paradigma della modernità e l’emergere di una visione dell’uomo sempre più frammentata e diversificata, nello stesso tempo s’affermano dinamiche tecnologiche ed economiche “forti”, che tendono oltre tutto a diventare sfuggenti e persino invisibili. In tale contesto si profilano almeno tre livelli di ordine valoriale per l’impegno educativo. Al primo posto si può riaffermare il valore della vita, nel senso più immediatamente naturale del termine, che comporta la necessità di rispettare un rapporto equilibrato tra cultura e natura. A un secondo livello si possono porre i valori della convivenza, cioè i valori che riguardano i rapporti tra le persone, che debbono affidarsi ad una forma di autentica solidarietà e che non possono non essere riconosciuti a partire dal principio giuridico dell’equivalenza di diritti e di doveri. Ma questo è possibile soltanto a condizione che la società nella quale viviamo accetti, anche a livello politico, il principio del bene comune. Un terzo livello è quello in cui la persona umana si apre all’ulteriorità, alla trascendenza, s’interroga intorno al senso della vita e lo fa oltrepassando la logica dello scambio, che si fonda sul principio d’equivalenza, e aprendosi alla logica del dono, fondata invece sull’eccesso della misericordia, capace di spingersi fino al perdono.

Educazione e libertà in una società multiculturale

ALICI, Luigino
2002-01-01

Abstract

L’obiettivo del contributo è di suggerire una chiave di lettura e alcuni spunti critici in merito al tema dell’emergenza educativa in una società multiculturale. Mentre la riflessione sulla post-modernità riconosce l’indebolirsi del paradigma della modernità e l’emergere di una visione dell’uomo sempre più frammentata e diversificata, nello stesso tempo s’affermano dinamiche tecnologiche ed economiche “forti”, che tendono oltre tutto a diventare sfuggenti e persino invisibili. In tale contesto si profilano almeno tre livelli di ordine valoriale per l’impegno educativo. Al primo posto si può riaffermare il valore della vita, nel senso più immediatamente naturale del termine, che comporta la necessità di rispettare un rapporto equilibrato tra cultura e natura. A un secondo livello si possono porre i valori della convivenza, cioè i valori che riguardano i rapporti tra le persone, che debbono affidarsi ad una forma di autentica solidarietà e che non possono non essere riconosciuti a partire dal principio giuridico dell’equivalenza di diritti e di doveri. Ma questo è possibile soltanto a condizione che la società nella quale viviamo accetti, anche a livello politico, il principio del bene comune. Un terzo livello è quello in cui la persona umana si apre all’ulteriorità, alla trascendenza, s’interroga intorno al senso della vita e lo fa oltrepassando la logica dello scambio, che si fonda sul principio d’equivalenza, e aprendosi alla logica del dono, fondata invece sull’eccesso della misericordia, capace di spingersi fino al perdono.
2002
Nazionale
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