Il lavoro fornisce una valutazione empirica dell'evoluzione economica di fondo e delle fluttuazioni cicliche in Italia per il lungo periodo di tempo dal 1861 al 2009. A tale scopo, l'analisi utilizza le ricostruzioni delle serie storiche di contabilità nazionale elaborate da Fenoaltea (2005a,b, 2006) per il periodo 1861-1913 e da Rossi et al. (1993) per gli anni 1913-1970, insieme alle stime ISTAT dei conti economici nazionali dal 1970 al 2009. L'analisi di serie storiche annuali dall'Unità al presente è condotta con l'obiettivo di riconsiderare la tesi dell'uniformità nel corso del tempo dei cicli economici, implicita nell'approccio metodologico di gran parte della più recente ed accreditata letteratura sulle fluttuazioni di breve periodo—in particolare, della teoria RBC. Dall'evidenza empirica presentata nel lavoro emergono infatti forti caveat contro questa ipotesi. Intanto, la struttura economica del paese lungo il sentiero di crescita muta nel corso del tempo, il che lascia ragionevolmente supporre che il comportamento ciclico dell'economia italiana di oggi non sia paragonabile a quello, per esempio, dell'Italia all’indomani dell'Unità. Inoltre, investigando il ciclo economico italiano nel periodo considerato in base a diverse metodologie di analisi, sorgono notevoli perplessità circa la possibilità di individuare ed interpretare cambiamenti sistematici nel corso del tempo. Infatti, i risultati dell'analisi nel dominio temporale secondo l'approccio RBC mostrano in primo luogo una riduzione della variabilità delle fluttuazioni nel secondo dopoguerra, che riflette la maggiore stabilità delle componenti di domanda e di offerta. Inoltre, tutte le componenti del PIL e del valore aggiunto sono coincidenti e procicliche, sebbene il segno e l'entità delle correlazioni di ogni singola componente con la serie di riferimento a livello aggregato si modifichino nel corso del tempo. Infine, integrando le statistiche descrittive nel dominio temporale con un'analisi dettagliata di cicli e fasi presi individualmente come nella tradizione NBER, i risultati segnalano nel complesso la presenza di asimmetrie tra cicli e fasi individuali, sia in termini di durata che di ampiezza, che offrono ulteriore supporto alla tesi dell'eterogeneità delle fluttuazioni in Italia. Questa conclusione, che appare incompatibile con l'approccio dominante della letteratura RBC, ha delle conseguenze rilevanti per l'analisi delle fluttuazioni in particolare, e per la teoria macroeconomica in generale. L'ipotesi di somiglianza dei cicli economici rappresenta infatti un corollario della visione secondo cui gli agenti economici sono identici, per cui l'individuo rappresentativo può divenire nelle rappresentazioni formalizzate lo strumento analitico che consente di utilizzare per le grandezze aggregate i risultati ottenuti a livello microeconomico. Questa metodologia ha comportato, per quanto riguarda lo studio delle fluttuazioni, che gli strumenti di analisi fossero quasi esclusivamente quelli macroeconomici. Inoltre, essa preclude la possibilità di individuare le determinanti causali nelle componenti microeconomiche se quest'ultime influenzano le grandezze aggregate. Per l'analisi delle fluttuazioni economiche occorre, dunque, una riconsiderazione degli strumenti analitici da utilizzare. L'analisi condotta in questo lavoro rivela infatti che le fluttuazioni costituiscono un evento complesso e per molti aspetti peculiare , di cui l'indagine aggregata rappresenta solo un primo passo. Se questo è vero, individuare le regolarità empiriche del ciclo economico, trascurando i fattori che governano i cambiamenti di tali regolarità, non può che generare risultati, nella migliore delle ipotesi, parziali.

Una rilettura della crescita ciclica in Italia tra il 1861 e il 2009

CLEMENTI, FABIO;
2011-01-01

Abstract

Il lavoro fornisce una valutazione empirica dell'evoluzione economica di fondo e delle fluttuazioni cicliche in Italia per il lungo periodo di tempo dal 1861 al 2009. A tale scopo, l'analisi utilizza le ricostruzioni delle serie storiche di contabilità nazionale elaborate da Fenoaltea (2005a,b, 2006) per il periodo 1861-1913 e da Rossi et al. (1993) per gli anni 1913-1970, insieme alle stime ISTAT dei conti economici nazionali dal 1970 al 2009. L'analisi di serie storiche annuali dall'Unità al presente è condotta con l'obiettivo di riconsiderare la tesi dell'uniformità nel corso del tempo dei cicli economici, implicita nell'approccio metodologico di gran parte della più recente ed accreditata letteratura sulle fluttuazioni di breve periodo—in particolare, della teoria RBC. Dall'evidenza empirica presentata nel lavoro emergono infatti forti caveat contro questa ipotesi. Intanto, la struttura economica del paese lungo il sentiero di crescita muta nel corso del tempo, il che lascia ragionevolmente supporre che il comportamento ciclico dell'economia italiana di oggi non sia paragonabile a quello, per esempio, dell'Italia all’indomani dell'Unità. Inoltre, investigando il ciclo economico italiano nel periodo considerato in base a diverse metodologie di analisi, sorgono notevoli perplessità circa la possibilità di individuare ed interpretare cambiamenti sistematici nel corso del tempo. Infatti, i risultati dell'analisi nel dominio temporale secondo l'approccio RBC mostrano in primo luogo una riduzione della variabilità delle fluttuazioni nel secondo dopoguerra, che riflette la maggiore stabilità delle componenti di domanda e di offerta. Inoltre, tutte le componenti del PIL e del valore aggiunto sono coincidenti e procicliche, sebbene il segno e l'entità delle correlazioni di ogni singola componente con la serie di riferimento a livello aggregato si modifichino nel corso del tempo. Infine, integrando le statistiche descrittive nel dominio temporale con un'analisi dettagliata di cicli e fasi presi individualmente come nella tradizione NBER, i risultati segnalano nel complesso la presenza di asimmetrie tra cicli e fasi individuali, sia in termini di durata che di ampiezza, che offrono ulteriore supporto alla tesi dell'eterogeneità delle fluttuazioni in Italia. Questa conclusione, che appare incompatibile con l'approccio dominante della letteratura RBC, ha delle conseguenze rilevanti per l'analisi delle fluttuazioni in particolare, e per la teoria macroeconomica in generale. L'ipotesi di somiglianza dei cicli economici rappresenta infatti un corollario della visione secondo cui gli agenti economici sono identici, per cui l'individuo rappresentativo può divenire nelle rappresentazioni formalizzate lo strumento analitico che consente di utilizzare per le grandezze aggregate i risultati ottenuti a livello microeconomico. Questa metodologia ha comportato, per quanto riguarda lo studio delle fluttuazioni, che gli strumenti di analisi fossero quasi esclusivamente quelli macroeconomici. Inoltre, essa preclude la possibilità di individuare le determinanti causali nelle componenti microeconomiche se quest'ultime influenzano le grandezze aggregate. Per l'analisi delle fluttuazioni economiche occorre, dunque, una riconsiderazione degli strumenti analitici da utilizzare. L'analisi condotta in questo lavoro rivela infatti che le fluttuazioni costituiscono un evento complesso e per molti aspetti peculiare , di cui l'indagine aggregata rappresenta solo un primo passo. Se questo è vero, individuare le regolarità empiriche del ciclo economico, trascurando i fattori che governano i cambiamenti di tali regolarità, non può che generare risultati, nella migliore delle ipotesi, parziali.
2011
9788856836554
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