Sulla base di inediti documenti di archivio il volume ricostruisce il fallito tentativo di Achille Bertini Calosso di erigere per la Galleria Nazionale dell’Umbria una nuova sede, progettata dall’architetto Marcello De Vita, che fosse rispondente ai “dettami della più moderna scienza museografica” allora osservati in Italia e in ambito internazionale e infine compendiati in Musei e Gallerie d’Italia 1945-53. Direttore della Galleria Borghese nel 1924, soprintendente dell’Umbria dal 1933 e soprintendente delle Gallerie di Roma dal 1948, Bertini Calosso è un fedele e scrupoloso interprete della museografia del suo tempo. La sua attività s’intreccia con i più autorevoli protagonisti degli anni compresi fra il secondo ventennio del Novecento e il dopoguerra: da Ranuccio Bianchi Bandinelli, Guglielmo De Angelis D’Ossat, Rodolfo Pallucchini, Giulio Carlo Argan, Gustavo Giovannoni, Bruno Maria Apolloni, Nella Vichi Santovito, Guido Gonella, Roberto Pane, Walter Binni ed Emilio Lavagnino, fino a Pietro Toesca, Giuseppe Bottai e Cesare Brandi. Al lettore viene dunque presentato un puntuale ragguaglio sia delle trasformazioni della Galleria Nazionale dell’Umbria a partire dall’allestimento curato da Umberto Gnoli dal 1918 in poi, che della cultura museografica italiana e internazionale nella prima metà del Novecento.
Come si rinnova una vecchia pinacoteca. Il progetto di Achille Bertini Calosso per la nuova sede della Galleria Nazionale dell'Umbria (1930 - 1950)
DRAGONI, PATRIZIA
2012-01-01
Abstract
Sulla base di inediti documenti di archivio il volume ricostruisce il fallito tentativo di Achille Bertini Calosso di erigere per la Galleria Nazionale dell’Umbria una nuova sede, progettata dall’architetto Marcello De Vita, che fosse rispondente ai “dettami della più moderna scienza museografica” allora osservati in Italia e in ambito internazionale e infine compendiati in Musei e Gallerie d’Italia 1945-53. Direttore della Galleria Borghese nel 1924, soprintendente dell’Umbria dal 1933 e soprintendente delle Gallerie di Roma dal 1948, Bertini Calosso è un fedele e scrupoloso interprete della museografia del suo tempo. La sua attività s’intreccia con i più autorevoli protagonisti degli anni compresi fra il secondo ventennio del Novecento e il dopoguerra: da Ranuccio Bianchi Bandinelli, Guglielmo De Angelis D’Ossat, Rodolfo Pallucchini, Giulio Carlo Argan, Gustavo Giovannoni, Bruno Maria Apolloni, Nella Vichi Santovito, Guido Gonella, Roberto Pane, Walter Binni ed Emilio Lavagnino, fino a Pietro Toesca, Giuseppe Bottai e Cesare Brandi. Al lettore viene dunque presentato un puntuale ragguaglio sia delle trasformazioni della Galleria Nazionale dell’Umbria a partire dall’allestimento curato da Umberto Gnoli dal 1918 in poi, che della cultura museografica italiana e internazionale nella prima metà del Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.