Le campagne di scavo condotte dal 1995 nell’area forense di Urbs Salvia dal Dipartimento SASA hanno affrontato alcune delle principali questioni aperte sul piano storico-archeologico: le origini della città in età tardo repubblicana, la programmazione urbanistica, la relativa monumentalizzazione nella prima età imperiale e le vicende tardo-antiche, fino alle ultime attestazioni di vita. Le indagini hanno potuto apportare testimonianze monumentali e materiali utili a far luce là ove poco o niente soccorrono le fonti scritte. Quanto alle origini di Urbs Salvia, i cui abitanti erano denominati Urbe Salvia Pollentini secondo la testimonianza di Plinio il Vecchio ed erano amministrati da pretores, come le colonie di fondazione antica, poteva già ritenersi che la città, nata con il nome di Pollentia nel II sec. a.C., lo trasformasse ad un certo momento in quello di Urbs Salvia. Ora i rinvenimenti delle recenti indagini archeologiche permettono di affermare la sicura esistenza nell’area di un insediamento urbano, cui può riconoscersi natura coloniale, già dalla fine del II secolo a.C. Tra le più significative testimonianze materiali rinvenute in profondità vanno annoverati i resti di strutture edilizie private e publiche (tra cui un edificio con tutta evidenza adibito a funzioni civili), muri e allestimenti pavimentali, superfici glareate, massicciate, elementi architettonici rinvenuti in condizioni di reimpiego in monumenti più tardi ed altro ancora, la cui definizione cronologica nel tardo II /inizi I sec. a.C. è assicurata dai relativi depositi stratigrafici. Pertanto si intravedono ancora in chiaroscuro le tracce anche materiali di un insediamento urbano in cui pare ora possibile riconoscere per la prima volta l’immagine dell’antica colonia di fine II sec. a.C., identificabile con Pollentia. L’arrivo dei veterani in età triumvirale con conseguente fenomeno di grande crescita edilizia, riguardò tutte le colonie militari della Regio V, ma anche la città di Urbs Salvia ne fu interessata, con l’avvio di un riassetto urbanistico che oblitera le vecchie strutture per dare luogo ad uno straordinario piano programmatico di sviluppo ed è in questo periodo che nasce la nuova Urbs Salvia trasformando il vecchio poleonimo nell’ appellativo onomastico della città. L’opera di Augusto rappresenta uno snodo significativo tra la fine dell’età tardo-repubblicana e la prima età imperiale. Nel piano programmatico unitario risultano la cinta muraria, la definizione degli isolati, l’acquedotto e il serbatoio e la riorganizzazione del Foro, e la sistemazione di nuovi quartieri residenziali (si segnalano tra questi gli Edifici “delle acque” e “del pozzo”). Ad età tiberiano-claudia va attribuito un imponente progetto di riorganizzazione monumentale degli spazi: nel Foro civile si provvede alla costruzione di nuovi portici e di altri edifici pubblici, mentre nell’area cultuale, ad Est della Salaria Gallica, si realizza il monumentale complesso Tempio-Criptoportico, in funzione forense, dedicato alla Salus Augusta Salviensium, e con essa al culto imperiale, portando a compimento anche l’assetto della viabilità circostante, rappresentato dal I cardine Est e dalla Strada Sud del Criptoportico. Le indagini di scavo hanno interessato anche un altro piccolo ma importante monumento, il c.d. Tempietto del Foro, per la sua posizione prospiciente la piazza forense, al pari del grandioso Tempio-Criptoportico, dalla singolare planimetria, circondato su tre lati da un portico e con una scalinata di accesso sulla fronte. Quanto ai lati Nord ed Ovest della piazza forense, gli scavi hanno portato in luce rispettivamente un edificio porticato ed un portico che vengono così a definire ulteriormente la configurazione del Foro civile in età tiberiana, in una visione organica nell’ambito del perimetro della cinta muraria e del reticolo stradale già delineato nel piano programmatico di età augustea. Una fase di distruzione e conseguente ristrutturazione è stata individuata negli Edifici “delle acque “ e “del pozzo” con rifacimenti pavimentali e nuovi adattamenti in esterno ascrivibili alla seconda metà del III secolo (sull’argomento si veda G.M. FABRINI in G.M. FABRINI, L. SFORZINI, G. MANTELLA, Urbs Salvia (Urbisaglia, MC): pavimenti musivi dell’ Edificio “delle acque” nell’area forense. Dallo scavo agli interventi di restauro conservativo delle strutture, in Atti XVII Convegno AISCOM, Teramo 2011, in corso di stampa). Allo stesso periodo risalgono anche interventi di rifacimento che hanno interessato anche le sedi stradali.

Per la storia di Urbs Salvia. Il contributo delle recenti indagini di scavo nell'area forense

FABRINI, Giovanna Maria
2009-01-01

Abstract

Le campagne di scavo condotte dal 1995 nell’area forense di Urbs Salvia dal Dipartimento SASA hanno affrontato alcune delle principali questioni aperte sul piano storico-archeologico: le origini della città in età tardo repubblicana, la programmazione urbanistica, la relativa monumentalizzazione nella prima età imperiale e le vicende tardo-antiche, fino alle ultime attestazioni di vita. Le indagini hanno potuto apportare testimonianze monumentali e materiali utili a far luce là ove poco o niente soccorrono le fonti scritte. Quanto alle origini di Urbs Salvia, i cui abitanti erano denominati Urbe Salvia Pollentini secondo la testimonianza di Plinio il Vecchio ed erano amministrati da pretores, come le colonie di fondazione antica, poteva già ritenersi che la città, nata con il nome di Pollentia nel II sec. a.C., lo trasformasse ad un certo momento in quello di Urbs Salvia. Ora i rinvenimenti delle recenti indagini archeologiche permettono di affermare la sicura esistenza nell’area di un insediamento urbano, cui può riconoscersi natura coloniale, già dalla fine del II secolo a.C. Tra le più significative testimonianze materiali rinvenute in profondità vanno annoverati i resti di strutture edilizie private e publiche (tra cui un edificio con tutta evidenza adibito a funzioni civili), muri e allestimenti pavimentali, superfici glareate, massicciate, elementi architettonici rinvenuti in condizioni di reimpiego in monumenti più tardi ed altro ancora, la cui definizione cronologica nel tardo II /inizi I sec. a.C. è assicurata dai relativi depositi stratigrafici. Pertanto si intravedono ancora in chiaroscuro le tracce anche materiali di un insediamento urbano in cui pare ora possibile riconoscere per la prima volta l’immagine dell’antica colonia di fine II sec. a.C., identificabile con Pollentia. L’arrivo dei veterani in età triumvirale con conseguente fenomeno di grande crescita edilizia, riguardò tutte le colonie militari della Regio V, ma anche la città di Urbs Salvia ne fu interessata, con l’avvio di un riassetto urbanistico che oblitera le vecchie strutture per dare luogo ad uno straordinario piano programmatico di sviluppo ed è in questo periodo che nasce la nuova Urbs Salvia trasformando il vecchio poleonimo nell’ appellativo onomastico della città. L’opera di Augusto rappresenta uno snodo significativo tra la fine dell’età tardo-repubblicana e la prima età imperiale. Nel piano programmatico unitario risultano la cinta muraria, la definizione degli isolati, l’acquedotto e il serbatoio e la riorganizzazione del Foro, e la sistemazione di nuovi quartieri residenziali (si segnalano tra questi gli Edifici “delle acque” e “del pozzo”). Ad età tiberiano-claudia va attribuito un imponente progetto di riorganizzazione monumentale degli spazi: nel Foro civile si provvede alla costruzione di nuovi portici e di altri edifici pubblici, mentre nell’area cultuale, ad Est della Salaria Gallica, si realizza il monumentale complesso Tempio-Criptoportico, in funzione forense, dedicato alla Salus Augusta Salviensium, e con essa al culto imperiale, portando a compimento anche l’assetto della viabilità circostante, rappresentato dal I cardine Est e dalla Strada Sud del Criptoportico. Le indagini di scavo hanno interessato anche un altro piccolo ma importante monumento, il c.d. Tempietto del Foro, per la sua posizione prospiciente la piazza forense, al pari del grandioso Tempio-Criptoportico, dalla singolare planimetria, circondato su tre lati da un portico e con una scalinata di accesso sulla fronte. Quanto ai lati Nord ed Ovest della piazza forense, gli scavi hanno portato in luce rispettivamente un edificio porticato ed un portico che vengono così a definire ulteriormente la configurazione del Foro civile in età tiberiana, in una visione organica nell’ambito del perimetro della cinta muraria e del reticolo stradale già delineato nel piano programmatico di età augustea. Una fase di distruzione e conseguente ristrutturazione è stata individuata negli Edifici “delle acque “ e “del pozzo” con rifacimenti pavimentali e nuovi adattamenti in esterno ascrivibili alla seconda metà del III secolo (sull’argomento si veda G.M. FABRINI in G.M. FABRINI, L. SFORZINI, G. MANTELLA, Urbs Salvia (Urbisaglia, MC): pavimenti musivi dell’ Edificio “delle acque” nell’area forense. Dallo scavo agli interventi di restauro conservativo delle strutture, in Atti XVII Convegno AISCOM, Teramo 2011, in corso di stampa). Allo stesso periodo risalgono anche interventi di rifacimento che hanno interessato anche le sedi stradali.
2009
9788888617220
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