L’uso commemorativo e celebrativo delle iscrizioni in lingua italiana si è imposto nel corso dell’Ottocento sulla tradizione umanistica delle epigrafi latine. Il secolo borghese ha coltivato l’impiego sociale dell’epigrafia attraverso le lapidi sepolcrali e da un certo momento in poi ne ha indirizzato l’utilizzo in senso politico e patriottico con le scritture esposte nelle città. Che questo modello, proveniente dalla Francia rivoluzionaria e napoleonica, abbia contribuito nel tempo dell’Italia unita alla travagliata costruzione dell’identità nazionale è facile da documentare. Ma prima ancora, negli anni della lotta per la definizione stessa della patria, la dettatura, la raccolta e la pubblicazione di interi volumi di epigrafi italiane, da parte di autori noti e meno noti della nostra letteratura, hanno alimentato e sostenuto il processo risorgimentale in una misura che merita considerazione. Tra gli aspetti del cambiamento a cui questa particolare forma di scrittura breve va incontro nell’arco del secolo XIX, spiccano per eloquenza l’impegno in senso progressivo dei classicisti giordaniani in piena Restaurazione e l’eredità spirituale delle foscoliane «urne de’ forti» nel loro riuso nazionale: esordio e approdo simbolici di un processo che, insieme alle implicazioni retoriche e formali, ne mostra anche di efficaci sul piano del condizionamento culturale.

A perenne memoria. L'epigrafia italiana nell'Ottocento

MELOSI, LAURA
2011-01-01

Abstract

L’uso commemorativo e celebrativo delle iscrizioni in lingua italiana si è imposto nel corso dell’Ottocento sulla tradizione umanistica delle epigrafi latine. Il secolo borghese ha coltivato l’impiego sociale dell’epigrafia attraverso le lapidi sepolcrali e da un certo momento in poi ne ha indirizzato l’utilizzo in senso politico e patriottico con le scritture esposte nelle città. Che questo modello, proveniente dalla Francia rivoluzionaria e napoleonica, abbia contribuito nel tempo dell’Italia unita alla travagliata costruzione dell’identità nazionale è facile da documentare. Ma prima ancora, negli anni della lotta per la definizione stessa della patria, la dettatura, la raccolta e la pubblicazione di interi volumi di epigrafi italiane, da parte di autori noti e meno noti della nostra letteratura, hanno alimentato e sostenuto il processo risorgimentale in una misura che merita considerazione. Tra gli aspetti del cambiamento a cui questa particolare forma di scrittura breve va incontro nell’arco del secolo XIX, spiccano per eloquenza l’impegno in senso progressivo dei classicisti giordaniani in piena Restaurazione e l’eredità spirituale delle foscoliane «urne de’ forti» nel loro riuso nazionale: esordio e approdo simbolici di un processo che, insieme alle implicazioni retoriche e formali, ne mostra anche di efficaci sul piano del condizionamento culturale.
2011
9788863723755
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