Quali cambiamenti ha comportato, a livello sociale e territoriale, l’eccezionale sviluppo della costa balneare romagnola dall’avvento del turismo di massa, al suo consolidamento e alla crisi successiva? Sulle attuali dinamiche sociali e d’imprenditoria del turismo locale quanto hanno influito la repentina crescita di una domanda standardizzata e quella successiva di soluzioni sempre più complesse e differenziate in termini di servizi? Nel tentativo di rispondere, almeno in parte, a queste domande il volume presenta un percorso di ricerca qualitativa e visuale, focalizzato sullo studio e l’evoluzione di alcune località balneari collocate sulla costa adriatica: Cervia, Milano Marittima, Pinarella. In una prima fase dell’indagine sono state individuate le principali trasformazioni strutturali attraverso un’analisi d’ambiente effettuata con la tecnica della rifotografia, accogliendo così in pieno la tesi secondo la quale i tratti fisici di un territorio esprimono – al pari di altre variabili – la vita del territorio stesso. Lo studio ha fatto chiaramente emergere un intreccio complesso e talvolta contrastante fra “vecchio” e “nuovo”, fra autenticità, standardizzazione e complessità dell’attuale offerta turistica. Tali tratti appaiono particolarmente marcati quando, in una fase successiva della ricerca, l’osservazione si indirizza e si focalizza sugli stabilimenti balneari che, fin dall’inizio dello sviluppo turistico romagnolo, hanno avuto un ruolo cruciale in quanto “prodotti” per eccellenza della società balneare e “luoghi cardine” attraverso i quali le località si sono rappresentate e continuano ad auto-rappresentarsi nel corso della propria evoluzione. Attraverso lo studio di casi di due stabilimenti molto differenti fra loro, ma gestiti fin dall’origine – insieme a molti altri - da famiglie autoctone, emerge come oggi il territorio cervese offre ai turisti da un lato ricchissime e illimitate possibilità di scelta, e dall’altro un autentico “ideale” turistico in cui una certa cultura imprenditoriale locale viene ancora costantemente richiesta quale tratto distintivo e qualificante delle località. L’esperienza maturata all’interno delle famiglie degli imprenditori locali, e trasmessa “di padre in figlio”, appare pertanto essere - indipendentemente dall’evoluzione delle strutture e dalla tipologia dei turisti accolti - la principale garanzia di una preciso modello turistico e la “direttrice” di uno sviluppo sempre più complesso che rimane, però, in equilibrio con il proprio territorio.
Di padre in figlio. Una ricerca etnosociologica sul turismo balneare romagnolo
FRANCESCONI, CHIARA
2011-01-01
Abstract
Quali cambiamenti ha comportato, a livello sociale e territoriale, l’eccezionale sviluppo della costa balneare romagnola dall’avvento del turismo di massa, al suo consolidamento e alla crisi successiva? Sulle attuali dinamiche sociali e d’imprenditoria del turismo locale quanto hanno influito la repentina crescita di una domanda standardizzata e quella successiva di soluzioni sempre più complesse e differenziate in termini di servizi? Nel tentativo di rispondere, almeno in parte, a queste domande il volume presenta un percorso di ricerca qualitativa e visuale, focalizzato sullo studio e l’evoluzione di alcune località balneari collocate sulla costa adriatica: Cervia, Milano Marittima, Pinarella. In una prima fase dell’indagine sono state individuate le principali trasformazioni strutturali attraverso un’analisi d’ambiente effettuata con la tecnica della rifotografia, accogliendo così in pieno la tesi secondo la quale i tratti fisici di un territorio esprimono – al pari di altre variabili – la vita del territorio stesso. Lo studio ha fatto chiaramente emergere un intreccio complesso e talvolta contrastante fra “vecchio” e “nuovo”, fra autenticità, standardizzazione e complessità dell’attuale offerta turistica. Tali tratti appaiono particolarmente marcati quando, in una fase successiva della ricerca, l’osservazione si indirizza e si focalizza sugli stabilimenti balneari che, fin dall’inizio dello sviluppo turistico romagnolo, hanno avuto un ruolo cruciale in quanto “prodotti” per eccellenza della società balneare e “luoghi cardine” attraverso i quali le località si sono rappresentate e continuano ad auto-rappresentarsi nel corso della propria evoluzione. Attraverso lo studio di casi di due stabilimenti molto differenti fra loro, ma gestiti fin dall’origine – insieme a molti altri - da famiglie autoctone, emerge come oggi il territorio cervese offre ai turisti da un lato ricchissime e illimitate possibilità di scelta, e dall’altro un autentico “ideale” turistico in cui una certa cultura imprenditoriale locale viene ancora costantemente richiesta quale tratto distintivo e qualificante delle località. L’esperienza maturata all’interno delle famiglie degli imprenditori locali, e trasmessa “di padre in figlio”, appare pertanto essere - indipendentemente dall’evoluzione delle strutture e dalla tipologia dei turisti accolti - la principale garanzia di una preciso modello turistico e la “direttrice” di uno sviluppo sempre più complesso che rimane, però, in equilibrio con il proprio territorio.File | Dimensione | Formato | |
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