Il contributo si è proposto di illuminare brevemente i punti seguenti: 1. Non vi è stata alcuna continuità tra attualismo gentiliano e fascismo. Ogni nesso tra il sistema filosofico dell’Atto, già compiuto nel 1911, e un’empiria che solo estrinsecamente può derivarne, si rivela fallace e infondato: un esercizio di retorica, alla quale è soggiaciuto lo stesso Gentile. 2. L’essenziale contributo di Gentile al fascismo si è invece attuato in una riscrittura profonda della storia italiana, che ha investito minutamente ogni suo aspetto e periodo. Partita dalla interpretazione desanctisiana del Rinascimento, attraverso Vico e Cuoco, essa è giunta sino al Mazzini “nazionalista”, “corporativo”, “fascista”. Questa critica radicale al concetto “illuministico” di ragione, “astratto” e “giacobino”, si è esercitata in una fluviale attività storiografica e ha trovato la sua prima, condivisa formulazione nell’Enciclopedia italiana, un “monumento” costruito da oltre tremila intellettuali italiani, ancora oggi opinione comune e pregiudizio. 3. A questa visione della storia italiana, Gramsci ha contrapposto una rilettura profonda del concetto di “giacobinismo”, che ne ha recuperato, invece, il tratto profondamente realistico. Tale rilettura ha trovato un punto di emergenza, solitario e drammatico, nell’unico intervento parlamentare di Gramsci: l’Intervento alla camera sulla massoneria (16 maggio 1925).
Risorgimento, giacobinismo, massoneria. Le due Italie di Gramsci e Gentile
PROIETTI, Omero
2011-01-01
Abstract
Il contributo si è proposto di illuminare brevemente i punti seguenti: 1. Non vi è stata alcuna continuità tra attualismo gentiliano e fascismo. Ogni nesso tra il sistema filosofico dell’Atto, già compiuto nel 1911, e un’empiria che solo estrinsecamente può derivarne, si rivela fallace e infondato: un esercizio di retorica, alla quale è soggiaciuto lo stesso Gentile. 2. L’essenziale contributo di Gentile al fascismo si è invece attuato in una riscrittura profonda della storia italiana, che ha investito minutamente ogni suo aspetto e periodo. Partita dalla interpretazione desanctisiana del Rinascimento, attraverso Vico e Cuoco, essa è giunta sino al Mazzini “nazionalista”, “corporativo”, “fascista”. Questa critica radicale al concetto “illuministico” di ragione, “astratto” e “giacobino”, si è esercitata in una fluviale attività storiografica e ha trovato la sua prima, condivisa formulazione nell’Enciclopedia italiana, un “monumento” costruito da oltre tremila intellettuali italiani, ancora oggi opinione comune e pregiudizio. 3. A questa visione della storia italiana, Gramsci ha contrapposto una rilettura profonda del concetto di “giacobinismo”, che ne ha recuperato, invece, il tratto profondamente realistico. Tale rilettura ha trovato un punto di emergenza, solitario e drammatico, nell’unico intervento parlamentare di Gramsci: l’Intervento alla camera sulla massoneria (16 maggio 1925).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.