Secondo un giudizio storiografico piuttosto diffuso, che tende a considerare come ormai anacronistica ogni filosofia della interiorità, quest’intervento prova ad esplicitare i molti dubbi che possono essere legittimamente suscitati da quest’affermazione, mostrando come in realtà anche oggi la “via dell’interiorità” continua ad essere aperta e transitabile, nonostante divieti e prevenzioni, che in qualche caso assomigliano a veri e propri pregiudizi. Alla ricerca di tale apertura, sia pure secondo modalità speculative in larga misura nuove, si collega quindi la possibilità di tornare ad articolare, lungo tale via, il soggetto e l’essere; in una certa misura, l’esito impersonale di molti percorsi del Novecento filosofico, che pure hanno tematizzato questo plesso di soggetto ed essere, sembra addebitabile precisamente ad una disattenzione programmatica nei confronti della via dell’interiorità. La ricognizione si articola in tre distinti percorsi. Il primo raccoglie quelle posizioni secondo le quali la modernità avrebbe provocato una sorta di ostruzione irreversibile sulla via dell’interiorità, sferrando un attacco mortale contro tale nozione. Di conseguenza, dopo il pensiero moderno non avrebbe più senso parlare in termini epistemologicamente rigorosi di interiorità; lo si può fare solo in forme retoriche, edificanti o vagamente esortative, rinunciando alla pretesa di riconoscervi una qualche pertinenza antropologica. In un secondo percorso possono confluire quelle posizioni che considerano tale ostruzione come non assoluta, ma relativa e in una certa misura persino benefica: la modernità non avrebbe prodotto il tramonto irreversibile dell’uomo interiore; obbligherebbe soltanto a ripensare tale nozione in termini radicalmente diversi rispetto alla tradizione. Un terzo percorso, infine, vorrebbe chiedersi se tale ripensamento non sia possibile proprio a partire dalla tradizione più antica, liberandola da incrostazioni e precomprensioni improprie. A tale scopo, può essere utile tentare di rileggere su questo tema lo stesso Agostino, facendo tesoro di alcuni sospetti maturati nell’ambito del pensiero moderno.
Del soggetto e dell'essere. Interiorità e trascendenza
ALICI, Luigino
2011-01-01
Abstract
Secondo un giudizio storiografico piuttosto diffuso, che tende a considerare come ormai anacronistica ogni filosofia della interiorità, quest’intervento prova ad esplicitare i molti dubbi che possono essere legittimamente suscitati da quest’affermazione, mostrando come in realtà anche oggi la “via dell’interiorità” continua ad essere aperta e transitabile, nonostante divieti e prevenzioni, che in qualche caso assomigliano a veri e propri pregiudizi. Alla ricerca di tale apertura, sia pure secondo modalità speculative in larga misura nuove, si collega quindi la possibilità di tornare ad articolare, lungo tale via, il soggetto e l’essere; in una certa misura, l’esito impersonale di molti percorsi del Novecento filosofico, che pure hanno tematizzato questo plesso di soggetto ed essere, sembra addebitabile precisamente ad una disattenzione programmatica nei confronti della via dell’interiorità. La ricognizione si articola in tre distinti percorsi. Il primo raccoglie quelle posizioni secondo le quali la modernità avrebbe provocato una sorta di ostruzione irreversibile sulla via dell’interiorità, sferrando un attacco mortale contro tale nozione. Di conseguenza, dopo il pensiero moderno non avrebbe più senso parlare in termini epistemologicamente rigorosi di interiorità; lo si può fare solo in forme retoriche, edificanti o vagamente esortative, rinunciando alla pretesa di riconoscervi una qualche pertinenza antropologica. In un secondo percorso possono confluire quelle posizioni che considerano tale ostruzione come non assoluta, ma relativa e in una certa misura persino benefica: la modernità non avrebbe prodotto il tramonto irreversibile dell’uomo interiore; obbligherebbe soltanto a ripensare tale nozione in termini radicalmente diversi rispetto alla tradizione. Un terzo percorso, infine, vorrebbe chiedersi se tale ripensamento non sia possibile proprio a partire dalla tradizione più antica, liberandola da incrostazioni e precomprensioni improprie. A tale scopo, può essere utile tentare di rileggere su questo tema lo stesso Agostino, facendo tesoro di alcuni sospetti maturati nell’ambito del pensiero moderno.File | Dimensione | Formato | |
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