Il contributo, inserito in una pubblicazione bilingue inglese/tedesco che realizza una collaborazione fra studiosi di diversa origine, affronta il tema della costruzione di un linguaggio giuridico italiano per il diritto europeo. Il tema della lingua giuridica italiana a livello di istituzioni dell’Unione europea è molto dibattuto, da giuristi e linguisti, perché negli anni si è assistito allo sviluppo di un italiano giuridico “europeo” lontano da quello utilizzato in Italia. I motivi sono diversi: il primo è legato al fatto che i documenti europei in italiano sono sempre frutto di traduzione da altre lingue, spesso inglese e francese. Per questo motivo, anche la struttura testuale di partenza determina la versione italiana, spesso semplificandola. Ciò vale pure per la scelta terminologica e lessicale, ma soprattutto per quella sintattica. Spariscono frasi complesse, incisi, frasi lunghe, tipiche del linguaggio giuridico italiano. Il secondo motivo è legato alla costruzione di un diritto europeo ancora in parte senza terminologia; non sempre è possibile rifarsi a termini italiani che non corrispondono a istituti giuridici mancanti nel sistema giuridico italiano. Il contributo cerca di fare il punto della situazione, individuando alcuni aspetti per uno sviluppo di un nuovo linguaggio condiviso dagli esperti, europei e italiani.
Dialog zwischen Linguisten und Juristen zur Herausbildung eines Rechtsitalienisch fuer das Europarecht
CAVAGNOLI, STEFANIA
2010-01-01
Abstract
Il contributo, inserito in una pubblicazione bilingue inglese/tedesco che realizza una collaborazione fra studiosi di diversa origine, affronta il tema della costruzione di un linguaggio giuridico italiano per il diritto europeo. Il tema della lingua giuridica italiana a livello di istituzioni dell’Unione europea è molto dibattuto, da giuristi e linguisti, perché negli anni si è assistito allo sviluppo di un italiano giuridico “europeo” lontano da quello utilizzato in Italia. I motivi sono diversi: il primo è legato al fatto che i documenti europei in italiano sono sempre frutto di traduzione da altre lingue, spesso inglese e francese. Per questo motivo, anche la struttura testuale di partenza determina la versione italiana, spesso semplificandola. Ciò vale pure per la scelta terminologica e lessicale, ma soprattutto per quella sintattica. Spariscono frasi complesse, incisi, frasi lunghe, tipiche del linguaggio giuridico italiano. Il secondo motivo è legato alla costruzione di un diritto europeo ancora in parte senza terminologia; non sempre è possibile rifarsi a termini italiani che non corrispondono a istituti giuridici mancanti nel sistema giuridico italiano. Il contributo cerca di fare il punto della situazione, individuando alcuni aspetti per uno sviluppo di un nuovo linguaggio condiviso dagli esperti, europei e italiani.File | Dimensione | Formato | |
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