Proponendosi il fine euristico di ragionare di famiglia e di identità giovanili nella nostra nazione in specie, il contributo riporta alcune informazioni essenziali sui modelli familiari vigenti nel nostro Paese (e nel mondo), sulla fenomenologia dei matrimoni, delle separazioni e dei divorzi, particolarmente in Italia, sull’indice di natalità che ci riguarda, sull’invecchiamento della popolazione e sulla portata della “questione immigrazione”. Con riferimento, ovviamente, ai dati di cui si dispone maggiormente, sino alle rilevazioni 2007-2008. Per discutere, poi, di società e di adulti, di lavoro e di precarietà, di occupazione e disoccupazione, di adolescenza “prolungata” o “protratta”, quale espressione, anche, dell’interazione non virtuosa tra adulti sempre meno adulti (per fortuna, non tutti, e così pure tra i genitori) e un sistema politico-economico planetario non più in grado di assicurare il lavoro a strati significativamente consistenti di popolazione. Accanto ai troppi giovani che sono ancora in cerca di loro stessi o maggiormente in difficoltà, c’è un numero sicuramente non lieve di costoro (che pure hanno, talora, alle spalle, genitori in crisi) che sono portatori, invece, di identità forti e robuste, comportamenti “normali” e corretti, progetti di valore. Molte, infatti, sono le note di speranza. Nella cosiddetta vecchia Europa: in Spagna, come in Grecia, la coppia e la famiglia stabili stanno dimostrando un recupero di scelta e di posizionamento, con un aumento anche del numero dei figli e, quindi, della condizione esistenziale ed educativa, nondimeno in progress, della relazione fraterna. In luogo dell’agone donna-uomo, caro al primo e comprensibile femminismo, che pure ha prodotto, da ultimo, anche donne più sole e inquiete e uomini più incerti, e quindi meno madri e padri, o madri e padri maggiormente “ondivaghi”, oggi il rapporto tra la donna e l’uomo si sta rivelando più sereno, corretto, democratico e paritario. Con vantaggio, dunque, per tutti e, particolarmente, per i bambini, che sono la premessa storica degli adolescenti e dei giovani che diverranno. I giovani, dal canto loro, sono sempre più alla ricerca di Maestri che insegnino loro a vivere, a scegliere, ad appropriarsi della loro vita o a riappropriarsene finalmente: a diventare adulti. Pure uno stuolo maggiore di adulti si è messo proficuamente alla ricerca di sé, non temendo più la vecchiaia (il “tempo che passa e non ritorna”) e la morte (da rifuggire simbolicamente) con gli esorcismi della nuova compagna e del nuovo compagno di molto più giovani, “come elisir di lunga vita”. Per essere, conseguentemente, adulti ex novo. E così il cerchio virtuoso della relazione tra adulti e minori, genitori e figli, in capo agli adolescenti e ai giovani, si può chiudere positivamente. È su questi dati di speranza, allora, ma soprattutto con la pedagogia della fatica e dell’impegno, che possiamo ripartire, noi adulti di oggi, che portiamo sulle spalle i giganti di domani, per quella mission che dovrebbe riguardare ciascuno di noi, nessuno escluso: avere giovani motivati, costruttori di un mondo migliore, sereni, equilibrati, fattivi, occupati, e, a loro volta, un domani, coniugi e genitori soddisfatti, prospettici e progettuali.

Identità giovanili e crisi della famiglia: complessità e speranze

CORSI, Michele
2010-01-01

Abstract

Proponendosi il fine euristico di ragionare di famiglia e di identità giovanili nella nostra nazione in specie, il contributo riporta alcune informazioni essenziali sui modelli familiari vigenti nel nostro Paese (e nel mondo), sulla fenomenologia dei matrimoni, delle separazioni e dei divorzi, particolarmente in Italia, sull’indice di natalità che ci riguarda, sull’invecchiamento della popolazione e sulla portata della “questione immigrazione”. Con riferimento, ovviamente, ai dati di cui si dispone maggiormente, sino alle rilevazioni 2007-2008. Per discutere, poi, di società e di adulti, di lavoro e di precarietà, di occupazione e disoccupazione, di adolescenza “prolungata” o “protratta”, quale espressione, anche, dell’interazione non virtuosa tra adulti sempre meno adulti (per fortuna, non tutti, e così pure tra i genitori) e un sistema politico-economico planetario non più in grado di assicurare il lavoro a strati significativamente consistenti di popolazione. Accanto ai troppi giovani che sono ancora in cerca di loro stessi o maggiormente in difficoltà, c’è un numero sicuramente non lieve di costoro (che pure hanno, talora, alle spalle, genitori in crisi) che sono portatori, invece, di identità forti e robuste, comportamenti “normali” e corretti, progetti di valore. Molte, infatti, sono le note di speranza. Nella cosiddetta vecchia Europa: in Spagna, come in Grecia, la coppia e la famiglia stabili stanno dimostrando un recupero di scelta e di posizionamento, con un aumento anche del numero dei figli e, quindi, della condizione esistenziale ed educativa, nondimeno in progress, della relazione fraterna. In luogo dell’agone donna-uomo, caro al primo e comprensibile femminismo, che pure ha prodotto, da ultimo, anche donne più sole e inquiete e uomini più incerti, e quindi meno madri e padri, o madri e padri maggiormente “ondivaghi”, oggi il rapporto tra la donna e l’uomo si sta rivelando più sereno, corretto, democratico e paritario. Con vantaggio, dunque, per tutti e, particolarmente, per i bambini, che sono la premessa storica degli adolescenti e dei giovani che diverranno. I giovani, dal canto loro, sono sempre più alla ricerca di Maestri che insegnino loro a vivere, a scegliere, ad appropriarsi della loro vita o a riappropriarsene finalmente: a diventare adulti. Pure uno stuolo maggiore di adulti si è messo proficuamente alla ricerca di sé, non temendo più la vecchiaia (il “tempo che passa e non ritorna”) e la morte (da rifuggire simbolicamente) con gli esorcismi della nuova compagna e del nuovo compagno di molto più giovani, “come elisir di lunga vita”. Per essere, conseguentemente, adulti ex novo. E così il cerchio virtuoso della relazione tra adulti e minori, genitori e figli, in capo agli adolescenti e ai giovani, si può chiudere positivamente. È su questi dati di speranza, allora, ma soprattutto con la pedagogia della fatica e dell’impegno, che possiamo ripartire, noi adulti di oggi, che portiamo sulle spalle i giganti di domani, per quella mission che dovrebbe riguardare ciascuno di noi, nessuno escluso: avere giovani motivati, costruttori di un mondo migliore, sereni, equilibrati, fattivi, occupati, e, a loro volta, un domani, coniugi e genitori soddisfatti, prospettici e progettuali.
2010
9788834318935
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