Costante è il riferimento di Scheler al pensiero nietzscheano dell'Uebermensch e conformemente all'attitudine fondamentale riconosciutagli da Heidegger "a pensare e a interpretare in una visione d'insieme", anche quando, da fenomenologo, riprende criticamente Nietzsche, Scheler si orienta decisamente nella direzione dell'integrazione e del completamento di quella filosofia: le principali istanze di trasformazione antropologica radicale vengono infatti accolte da Scheler che si applica a esplicitarne sia l'ancoraggio ontologico e assiologico che le processualità realizzative, così da sottrarre quelle aperture intenzionali del pensare e dell'agire, decisive per l'avanzamento positivo dell'umanità, al rischio del velleitarismo che una volontà unilateralmente promanante dalla potenza e perciò tutta protesa verso ciò che non c'è ancora, comporta.Così la lettura scheleriana di Nietzsche, pur essendosi potuta avvalere soltanto delle opere pubblicate da Nietzsche stesso e dell'assemblaggio di frammenti sulla volontà di potenza curato dalla sorella Elisabeth Foerster Nietzsche e da Peter Gast, resta tuttavia molto più comprensiva e ricca dal punto di vista etico e psicologico di quelle di Heidegger, di Foucoult, di Derrida o di Déleuze, pur sviluppatesi dopo le scoperte demistificanti di Schlechta del 1956.
Scheler-Nietzsche. Per una misura dell’Übermensch
VERDUCCI, Daniela
2002-01-01
Abstract
Costante è il riferimento di Scheler al pensiero nietzscheano dell'Uebermensch e conformemente all'attitudine fondamentale riconosciutagli da Heidegger "a pensare e a interpretare in una visione d'insieme", anche quando, da fenomenologo, riprende criticamente Nietzsche, Scheler si orienta decisamente nella direzione dell'integrazione e del completamento di quella filosofia: le principali istanze di trasformazione antropologica radicale vengono infatti accolte da Scheler che si applica a esplicitarne sia l'ancoraggio ontologico e assiologico che le processualità realizzative, così da sottrarre quelle aperture intenzionali del pensare e dell'agire, decisive per l'avanzamento positivo dell'umanità, al rischio del velleitarismo che una volontà unilateralmente promanante dalla potenza e perciò tutta protesa verso ciò che non c'è ancora, comporta.Così la lettura scheleriana di Nietzsche, pur essendosi potuta avvalere soltanto delle opere pubblicate da Nietzsche stesso e dell'assemblaggio di frammenti sulla volontà di potenza curato dalla sorella Elisabeth Foerster Nietzsche e da Peter Gast, resta tuttavia molto più comprensiva e ricca dal punto di vista etico e psicologico di quelle di Heidegger, di Foucoult, di Derrida o di Déleuze, pur sviluppatesi dopo le scoperte demistificanti di Schlechta del 1956.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.