Posta dinanzi all’esperienza di una sproporzione umanamente irriducibile fra la felicità e il dolore, la riflessione filosofica ha scoperto che c’è molto di più che una smodata insaziabilità o una insoddisfazione cronica dentro questo avvertimento; siamo dinanzi ad una vera e propria anomalia antropologica, che può riassumersi nel paradosso di una felicità infelice, nel quale finito e infinito si toccano. Un paradosso indecifrabile e insieme irrinunciabile per la dignità stessa dell’umano; il prezzo per la riduzione dello scarto appare sempre troppo alto: equivale a mortificare la proiezione infinita del desiderio e, con questo, a depotenziare quell’istanza di appagamento totale in cui consiste il valore aggiunto della felicità rispetto al lessico circoscritto e umano-troppo-umano del piacere, della gioia, della soddisfazione, che si accontentano di riciclare al ribasso di tre parametri kantiani dell’extensive, dell’intensive e del protensive. Per restare fedele alla sua vocazione anomala alla felicità, l’umano deve costantemente mantenersi all’altezza di una promessa che la felicità stessa, tuttavia, non può mantenere

Invito alla lettura

ALICI, Luigino
2010-01-01

Abstract

Posta dinanzi all’esperienza di una sproporzione umanamente irriducibile fra la felicità e il dolore, la riflessione filosofica ha scoperto che c’è molto di più che una smodata insaziabilità o una insoddisfazione cronica dentro questo avvertimento; siamo dinanzi ad una vera e propria anomalia antropologica, che può riassumersi nel paradosso di una felicità infelice, nel quale finito e infinito si toccano. Un paradosso indecifrabile e insieme irrinunciabile per la dignità stessa dell’umano; il prezzo per la riduzione dello scarto appare sempre troppo alto: equivale a mortificare la proiezione infinita del desiderio e, con questo, a depotenziare quell’istanza di appagamento totale in cui consiste il valore aggiunto della felicità rispetto al lessico circoscritto e umano-troppo-umano del piacere, della gioia, della soddisfazione, che si accontentano di riciclare al ribasso di tre parametri kantiani dell’extensive, dell’intensive e del protensive. Per restare fedele alla sua vocazione anomala alla felicità, l’umano deve costantemente mantenersi all’altezza di una promessa che la felicità stessa, tuttavia, non può mantenere
2010
9788854834255
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/47305
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact