Nell’ambito dei Perceptual and Cognitive Linguistic Indicators (PaCLIs) e della Theory of the Known, Unknown,Believed (KUB Theory) (Bongelli & Zuczkowski 2008) vengono presentati due studi sperimentali, il cui scopo globale è verificare se Certo e Incerto sono contrari (Savardi & Bianchi 2003) epistemici. In particolare, l’obiettivo del primo studio è verificare (1a) quali e quanti PaCLIs lessicali e morfosintattici sono usati dai partecipanti per riferirsi rispettivamente al mondo della Certezza o dell’Incertezza; (1b) le dimensioni temporali (passata, presente, futura) delle frasi usate dai partecipanti, in particolare i loro tempi e modi; (1c) i tipi di soggetti grammaticali delle frasi ; (2) se i mondi della Certezza e dell’Incertezza sono graduati o no, cioè se sono considerati come “intervalli” o “punti”. L’obiettivo principale del secondo studio, effettuato sulla base dei risultati del primo, è di verificare l’incidenza della variabile PaCLIs sulle variabili dimensione futura e frasi autoreferenziali e valutare il grado di Certezza/Incertezza comunicato in 12 frasi esemplari. A questo riguardo, in particolare, l’interrogativo dell’esperimento è: le frasi dichiarative al futuro indicativo senza PaCLIs lessicali (almeno quelle autoreferenziali) sono valutate come comunicanti Certezza o Incertezza? In altri termini, esse appartengono al Noto o al Creduto? I due esperimenti hanno mostrato che: (1) Certo e Incerto sono opposti non solo da un punto di vista linguistico ma anche psicologico e sono stati vissuti dai partecipanti (2) come graduabili; (3) come unidimensionali; in particolare, per quanto riguarda il contributo che questi dati sperimentali hanno dato allo sviluppo della KUB Theory, si è visto che: (4) l’Incertezza è graduabile per tutti i partecipanti; (5) la Certezza è graduabile per la maggior parte di loro; (6) entrambe sono situate lungo lo stesso continuum; (7) tale continuum è unidimensionale. Per quanto concerne la relazione tra Certo/Incerto e i PaCLIs, i risultati hanno mostrato che i 12 PaCLIs sono collocati lungo il continuum seguendo un ordine, una successione e progressione coerenti sia al loro interno che con la KUB Theory. Per quanto concerne le tre dimensioni temporali, lo studio 1 ha mostrato che le due più usate dai partecipanti per riferirsi alla certezza sono il presente e il futuro, all’Incertezza il futuro e il presente. Il dato rilevante è che in entrambi i casi troviamo il futuro: i partecipanti fanno riferimento a questa dimensione non solo quando parlano di Incertezza ma anche quando parlano di Certezza; in altri termini, essi parlano del futuro anche con Certezza, non solo con Incertezza, cioè parlano del futuro come appartenente al Noto e non solo al Creduto. Lo studio 2 in particolare ha verificato che la frase dichiarativa auto-referenziale al futuro indicativo senza PaCLIs lessicali è valutata come esprimente un alto grado di Certezza e che, dunque, può essere considerata come appartenente al Noto (Certo) e non al Creduto (Incerto). I due studi sembrano confermare l’ipotesi teorica riguardante l’equivalenza, da un lato, tra il Noto e il Certo e, dall’altro, tra il Creduto e l’Incerto, nel senso che, a livello comunicativo linguistico, ciò che è Noto è anche Certo e vice versa e ciò che è Creduto è anche Incerto e viceversa.

Are Certain and Uncertain Epistemic Contraries?

BONGELLI, RAMONA;ZUCZKOWSKI, Andrzej;RICCIONI, ILARIA;CANESTRARI, CARLA;
2009-01-01

Abstract

Nell’ambito dei Perceptual and Cognitive Linguistic Indicators (PaCLIs) e della Theory of the Known, Unknown,Believed (KUB Theory) (Bongelli & Zuczkowski 2008) vengono presentati due studi sperimentali, il cui scopo globale è verificare se Certo e Incerto sono contrari (Savardi & Bianchi 2003) epistemici. In particolare, l’obiettivo del primo studio è verificare (1a) quali e quanti PaCLIs lessicali e morfosintattici sono usati dai partecipanti per riferirsi rispettivamente al mondo della Certezza o dell’Incertezza; (1b) le dimensioni temporali (passata, presente, futura) delle frasi usate dai partecipanti, in particolare i loro tempi e modi; (1c) i tipi di soggetti grammaticali delle frasi ; (2) se i mondi della Certezza e dell’Incertezza sono graduati o no, cioè se sono considerati come “intervalli” o “punti”. L’obiettivo principale del secondo studio, effettuato sulla base dei risultati del primo, è di verificare l’incidenza della variabile PaCLIs sulle variabili dimensione futura e frasi autoreferenziali e valutare il grado di Certezza/Incertezza comunicato in 12 frasi esemplari. A questo riguardo, in particolare, l’interrogativo dell’esperimento è: le frasi dichiarative al futuro indicativo senza PaCLIs lessicali (almeno quelle autoreferenziali) sono valutate come comunicanti Certezza o Incertezza? In altri termini, esse appartengono al Noto o al Creduto? I due esperimenti hanno mostrato che: (1) Certo e Incerto sono opposti non solo da un punto di vista linguistico ma anche psicologico e sono stati vissuti dai partecipanti (2) come graduabili; (3) come unidimensionali; in particolare, per quanto riguarda il contributo che questi dati sperimentali hanno dato allo sviluppo della KUB Theory, si è visto che: (4) l’Incertezza è graduabile per tutti i partecipanti; (5) la Certezza è graduabile per la maggior parte di loro; (6) entrambe sono situate lungo lo stesso continuum; (7) tale continuum è unidimensionale. Per quanto concerne la relazione tra Certo/Incerto e i PaCLIs, i risultati hanno mostrato che i 12 PaCLIs sono collocati lungo il continuum seguendo un ordine, una successione e progressione coerenti sia al loro interno che con la KUB Theory. Per quanto concerne le tre dimensioni temporali, lo studio 1 ha mostrato che le due più usate dai partecipanti per riferirsi alla certezza sono il presente e il futuro, all’Incertezza il futuro e il presente. Il dato rilevante è che in entrambi i casi troviamo il futuro: i partecipanti fanno riferimento a questa dimensione non solo quando parlano di Incertezza ma anche quando parlano di Certezza; in altri termini, essi parlano del futuro anche con Certezza, non solo con Incertezza, cioè parlano del futuro come appartenente al Noto e non solo al Creduto. Lo studio 2 in particolare ha verificato che la frase dichiarativa auto-referenziale al futuro indicativo senza PaCLIs lessicali è valutata come esprimente un alto grado di Certezza e che, dunque, può essere considerata come appartenente al Noto (Certo) e non al Creduto (Incerto). I due studi sembrano confermare l’ipotesi teorica riguardante l’equivalenza, da un lato, tra il Noto e il Certo e, dall’altro, tra il Creduto e l’Incerto, nel senso che, a livello comunicativo linguistico, ciò che è Noto è anche Certo e vice versa e ciò che è Creduto è anche Incerto e viceversa.
2009
9788838672262
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/46588
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