Sito web dell'esposizione virtuale realizzato da S. Alessandrini Calisti e S. Cosi. Ragioni e contenuti della mostra bibliografica: I codici Vaticani latini 11266-11326 offrono un consistente contributo sul versante della storia dei libri e delle biblioteche e documentano il rapporto privilegiato che gli uomini dei chiostri intrattennero con i loro libri, non di rado personalizzati e rivendicati con contrassegni e con dichiarazioni esplicite ancora oggi riscontrabili sugli esemplari a loro appartenuti. La fisionomia e l'identità culturale degli organismi e dei singoli religiosi possono essere rivissute, così, non solo sulla base della tipologia letteraria del patrimonio librario, ma anche attraverso l'intreccio dei segnali bibliologici depositati nelle copie sopravvissute che dichiarano con i loro connotati la rete dei rapporti, i percorsi seguiti nonché le modalità di organizzazione, di gestione e di uso delle raccolte, di norma prescritte dalle disposizioni legislative e dalle consuetudini delle singole Congregazioni. Tenendo presenti la storia di ciascuna Congregazione e il quadro delle ricorrenti interruzioni che hanno segnato la vita degli Ordini religiosi italiani, gli inventari vaticani, opportunamente interrogati e confrontati con quelli redatti in altri momenti significativi della loro storia, consentono di dipanare il filo del percorso plurisecolare delle librerie claustrali e di ripercorrere le vicende dei loro libri. Essi fungono da bussola di orientamento nell'operazione del passaggio dalla “notitia librorum” all'individuazione degli esemplari nei depositi attuali, dove si trovano per lo più dispersi negli antichi sedimenti genericamente detti dei “conventi soppressi”, e guidano alla ricomposizione dei singoli nuclei, al recupero delle entità ad essi appartenute. E i libri non di rado, con i loro contrassegni - le annotazioni, le antiche segnature di collocazione, le legature - raccontano di sé e della propria storia. Allora anche per le biblioteche odierne, che nel tempo sono risultate organismi collettori dei fondi claustrali, non ci sarà più l'ammasso indistinto dei fondi pervenuti in forza delle leggi eversive ma la teoria di nuclei distinti e riconoscibili che hanno incrementato nel lungo periodo le collezioni determinandone la fisionomia.
«Hic liber est mei ... Spectat ad bibliothecam ...»: storie di libri e di biblioteche. Mostra bibliografica organizzata in occasione del convegno inter.le "Libri, biblioteche e cultura degli Ordini regolari nell'Italia moderna", Macerata, Biblioteca comunale, maggio-giugno 2006, a cura di R.M. Borraccini, con la collaborazione di S. Alessandrini Calisti, M. Bocchetta, M. Boni, S. Cosi, R. Pagliari
BORRACCINI, Rosa Marisa
2006-01-01
Abstract
Sito web dell'esposizione virtuale realizzato da S. Alessandrini Calisti e S. Cosi. Ragioni e contenuti della mostra bibliografica: I codici Vaticani latini 11266-11326 offrono un consistente contributo sul versante della storia dei libri e delle biblioteche e documentano il rapporto privilegiato che gli uomini dei chiostri intrattennero con i loro libri, non di rado personalizzati e rivendicati con contrassegni e con dichiarazioni esplicite ancora oggi riscontrabili sugli esemplari a loro appartenuti. La fisionomia e l'identità culturale degli organismi e dei singoli religiosi possono essere rivissute, così, non solo sulla base della tipologia letteraria del patrimonio librario, ma anche attraverso l'intreccio dei segnali bibliologici depositati nelle copie sopravvissute che dichiarano con i loro connotati la rete dei rapporti, i percorsi seguiti nonché le modalità di organizzazione, di gestione e di uso delle raccolte, di norma prescritte dalle disposizioni legislative e dalle consuetudini delle singole Congregazioni. Tenendo presenti la storia di ciascuna Congregazione e il quadro delle ricorrenti interruzioni che hanno segnato la vita degli Ordini religiosi italiani, gli inventari vaticani, opportunamente interrogati e confrontati con quelli redatti in altri momenti significativi della loro storia, consentono di dipanare il filo del percorso plurisecolare delle librerie claustrali e di ripercorrere le vicende dei loro libri. Essi fungono da bussola di orientamento nell'operazione del passaggio dalla “notitia librorum” all'individuazione degli esemplari nei depositi attuali, dove si trovano per lo più dispersi negli antichi sedimenti genericamente detti dei “conventi soppressi”, e guidano alla ricomposizione dei singoli nuclei, al recupero delle entità ad essi appartenute. E i libri non di rado, con i loro contrassegni - le annotazioni, le antiche segnature di collocazione, le legature - raccontano di sé e della propria storia. Allora anche per le biblioteche odierne, che nel tempo sono risultate organismi collettori dei fondi claustrali, non ci sarà più l'ammasso indistinto dei fondi pervenuti in forza delle leggi eversive ma la teoria di nuclei distinti e riconoscibili che hanno incrementato nel lungo periodo le collezioni determinandone la fisionomia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.