Il volume presenta i risultati di una ricerca, in diretta continuità con una indagine precedente, confluita nel volume: L. Alici (a cura di), Forme della reciprocità. Comunità, istituzioni, ethos, Il Mulino, Bologna 2004. In quell’opera si era cercato di tematizzare l’idea di reciprocità, come forma propria di una relazione interpersonale irriducibile al principio contrattuale e simmetrico dello scambio tra pari. Rispetto a quel primo orizzonte tematico, questo volume intende compiere un passo ulteriore, sviluppando una riflessione intorno alle forme del bene condiviso. Condividere significa dividere con altri, partecipando ad un bene comune. La prospettiva che orienta il volume tende quindi ad inserire l’insieme delle relazioni interumane di reciprocità in un contesto più ampio, in cui l’orizzontalità delle forme storiche della convivenza s’intreccia con la verticalità del bene comune, a partire precisamente da un atto di partecipazione, che rende possibile la correlazione dei due livelli. Il volume si articola in due parti, precedute da un saggio introduttivo, che riconduce l’intera problematica al punto critico di saldatura fra interiorità ed esteriorità, dal quale sembra dipendere la legittimazione della vita morale come forma condivisa di una sintesi pratica nella quale confluiscono autenticità vissuta e oggettivazione storica. La prima parte cerca quindi di articolare i fattori costitutivi che possono innalzare l’esperienza di prossimità ad una forma di autentica partecipazione comunitaria: incrociando i temi della persona e del mondo della vita, approfondendo il nesso tra ospitalità e cittadinanza, interrogandosi intorno al punto di saldatura fra amore fraterno e vita virtuosa. La seconda parte esplora analiticamente la qualità dei legami condivisi, che un’etica pubblica - capace di resistere al pericoli dell’atomismo sociale - è in grado di accreditare, nella delicata e fragile zona di frontiera tra politica e religione; dopo una puntuale ricognizione storica intorno al nesso tra pubblico e privato nella classicità e nella modernità, l’analisi privilegia due fondamentali versanti tematici: individualismo, pluralismo e democrazia da un lato; secolarizzazione, laicità e religione civile dall’altro. Un dibattito complesso e di straordinaria attualità, dal quale dipende la possibilità di promuovere un ethos della convivenza, posto il segno del bene comune condiviso.

Forme del bene condiviso,

ALICI, Luigino
2007-01-01

Abstract

Il volume presenta i risultati di una ricerca, in diretta continuità con una indagine precedente, confluita nel volume: L. Alici (a cura di), Forme della reciprocità. Comunità, istituzioni, ethos, Il Mulino, Bologna 2004. In quell’opera si era cercato di tematizzare l’idea di reciprocità, come forma propria di una relazione interpersonale irriducibile al principio contrattuale e simmetrico dello scambio tra pari. Rispetto a quel primo orizzonte tematico, questo volume intende compiere un passo ulteriore, sviluppando una riflessione intorno alle forme del bene condiviso. Condividere significa dividere con altri, partecipando ad un bene comune. La prospettiva che orienta il volume tende quindi ad inserire l’insieme delle relazioni interumane di reciprocità in un contesto più ampio, in cui l’orizzontalità delle forme storiche della convivenza s’intreccia con la verticalità del bene comune, a partire precisamente da un atto di partecipazione, che rende possibile la correlazione dei due livelli. Il volume si articola in due parti, precedute da un saggio introduttivo, che riconduce l’intera problematica al punto critico di saldatura fra interiorità ed esteriorità, dal quale sembra dipendere la legittimazione della vita morale come forma condivisa di una sintesi pratica nella quale confluiscono autenticità vissuta e oggettivazione storica. La prima parte cerca quindi di articolare i fattori costitutivi che possono innalzare l’esperienza di prossimità ad una forma di autentica partecipazione comunitaria: incrociando i temi della persona e del mondo della vita, approfondendo il nesso tra ospitalità e cittadinanza, interrogandosi intorno al punto di saldatura fra amore fraterno e vita virtuosa. La seconda parte esplora analiticamente la qualità dei legami condivisi, che un’etica pubblica - capace di resistere al pericoli dell’atomismo sociale - è in grado di accreditare, nella delicata e fragile zona di frontiera tra politica e religione; dopo una puntuale ricognizione storica intorno al nesso tra pubblico e privato nella classicità e nella modernità, l’analisi privilegia due fondamentali versanti tematici: individualismo, pluralismo e democrazia da un lato; secolarizzazione, laicità e religione civile dall’altro. Un dibattito complesso e di straordinaria attualità, dal quale dipende la possibilità di promuovere un ethos della convivenza, posto il segno del bene comune condiviso.
2007
9788815119889
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