Il volume esplora il tema della reciprocità come forma originaria della relazione interpersonale, cercando d’intercettare il punto di saldatura tra le sue radici antropologiche e la scala partecipativa in cui esse si esprimono secondo diverse oggettivazioni storiche: legame comunitario, mediazione istituzionale, ethos condiviso. Intrecciando approfondimento speculativo e ricognizione storiografica, il volume suggerisce un duplice percorso: nella pars destruens, si discute criticamente una sorta di schizofrenia, tipicamente postmoderna, tra autenticità dei rapporti “corti”, governati dalla logica affettiva della gratificazione, e inautenticità dei rapporti “lunghi”, abbandonati alla logica economica dello scambio; nella pars construens, la possibilità di accreditare un’antropologia relazionale aperta rimanda ad un primato del “noi”, affidato ad un’idea di “reciprocità asimmetrica”. Il riconoscimento di un dislivello tra l’io e l’altro, irriducibile al principio astratto della mera equivalenza, lascia intravedere un orizzonte di ulteriorità metafisica, in cui riconoscimento e cooperazione domandano una dialettica profonda di amore e giustizia.
Forme della reciprocità. Comunità, istituzioni, ethos,
ALICI, Luigino
2004-01-01
Abstract
Il volume esplora il tema della reciprocità come forma originaria della relazione interpersonale, cercando d’intercettare il punto di saldatura tra le sue radici antropologiche e la scala partecipativa in cui esse si esprimono secondo diverse oggettivazioni storiche: legame comunitario, mediazione istituzionale, ethos condiviso. Intrecciando approfondimento speculativo e ricognizione storiografica, il volume suggerisce un duplice percorso: nella pars destruens, si discute criticamente una sorta di schizofrenia, tipicamente postmoderna, tra autenticità dei rapporti “corti”, governati dalla logica affettiva della gratificazione, e inautenticità dei rapporti “lunghi”, abbandonati alla logica economica dello scambio; nella pars construens, la possibilità di accreditare un’antropologia relazionale aperta rimanda ad un primato del “noi”, affidato ad un’idea di “reciprocità asimmetrica”. Il riconoscimento di un dislivello tra l’io e l’altro, irriducibile al principio astratto della mera equivalenza, lascia intravedere un orizzonte di ulteriorità metafisica, in cui riconoscimento e cooperazione domandano una dialettica profonda di amore e giustizia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.