Il saggio esamina la questione centrale degli affetti nel pensiero di Spinoza riportandola a due caposaldi del sistema: 1. la natura o sostanza di tutte le cose è una e medesima; 2. Una e medesima è la sua potenza di agire, ossia le leggi naturali mediante le quali tutte le cose esistono ed agiscono. Da ciò deriva che anche gli affetti umani, contro ciò che ritiene una vasta tradizione concorde, non sono svincolati dalle leggi della natura, ma obbediscono ad esse e ne esprimono la potenza. Analizzando il rapporto tra affetto e potenza, il saggio si propone di dimostrare che, nella prospettiva spinoziana, è necessario rovesciare l’assunto tradizionale, che si esprime nella formula: “la potenza degli affetti”, dove l’affetto si considera soggetto e la potenza predicato di esso. Al contrario, in Spinoza la potenza (unica e medesima della natura), in relazione alle determinazioni che assume nei diversi modi, si costituisce come l’unico soggetto agente e l’affetto come una sua manifestazione o espressione. Al tempo stesso, si mostra come la potenza non sia da considerare proprietà della natura (come quando si dice: “la potenza della natura”), ma come la natura stessa, che nella sua essenza altro non è che potenza assoluta. In questa prospettiva la posizione di Spinoza si inscrive in una tradizione di pensiero che, nell’età moderna ha il suo punto di partenza in Cusano, passa per Bruno, prosegue per Schopenhauer e Bergson.

Afectos de la potencia

MIGNINI, Filippo
2007-01-01

Abstract

Il saggio esamina la questione centrale degli affetti nel pensiero di Spinoza riportandola a due caposaldi del sistema: 1. la natura o sostanza di tutte le cose è una e medesima; 2. Una e medesima è la sua potenza di agire, ossia le leggi naturali mediante le quali tutte le cose esistono ed agiscono. Da ciò deriva che anche gli affetti umani, contro ciò che ritiene una vasta tradizione concorde, non sono svincolati dalle leggi della natura, ma obbediscono ad esse e ne esprimono la potenza. Analizzando il rapporto tra affetto e potenza, il saggio si propone di dimostrare che, nella prospettiva spinoziana, è necessario rovesciare l’assunto tradizionale, che si esprime nella formula: “la potenza degli affetti”, dove l’affetto si considera soggetto e la potenza predicato di esso. Al contrario, in Spinoza la potenza (unica e medesima della natura), in relazione alle determinazioni che assume nei diversi modi, si costituisce come l’unico soggetto agente e l’affetto come una sua manifestazione o espressione. Al tempo stesso, si mostra come la potenza non sia da considerare proprietà della natura (come quando si dice: “la potenza della natura”), ma come la natura stessa, che nella sua essenza altro non è che potenza assoluta. In questa prospettiva la posizione di Spinoza si inscrive in una tradizione di pensiero che, nell’età moderna ha il suo punto di partenza in Cusano, passa per Bruno, prosegue per Schopenhauer e Bergson.
2007
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