L’obiettivo dell’analisi condotta è quello di evidenziare i più significativi elementi di convergenza tra le posizioni assunte dalle diverse corti costituzionali degli Stati membri dell’UE in relazione al contenuto materiale delle riserve costituzionali al primato assoluto del diritto dell’UE proclamato dalla Corte di giustizia, seguendo una logica che tende ad individuare differenti modelli esplicativi della rappresentazione dei rapporti tra ordinamenti interni e ordinamento UE. Il dato che emerge dalla, sia pur parziale, rassegna della giurisprudenza delle corti costituzionali degli Stati membri è costituito dalla tendenza ad individuare nella tutela dei diritti fondamentali della persona, piuttosto che nel parametro della sovranità nazionale, l’elemento di potenziale conflitto con l’ordinamento UE. Tuttavia, l’analisi condotta mette in rilievo come le riserve di costituzionalità individuate nell’ambito degli ordinamenti di diversi Stati membri non vanno lette come un ostacolo al processo di integrazione, bensì quale espressione dell’istaurarsi di un dialogo costruttivo tra corti nazionali e Corte di giustizia, costituendo uno stimolo alla costruzione del progetto europeo, che metta al suo centro anche la tutela dei diritti inalienabili della persona. L’articolo sottolinea, infine, le prospettive nuove che potrebbero aprirsi, attraverso la valorizzazione delle “identità nazionali” degli Stati membri, che l’Unione riconosce in base all’art. 4, par. 1, TUE. Detta clausola potrebbe essere letta, infatti, come un’apertura dell’ordinamento UE alle singole visioni costituzionali degli Stati membri, anche per ciò che riguarda le peculiarità inerenti alla salvaguardia dei diritti fondamentali, con la possibilità per la Corte di giustizia di tenerne maggiormente conto nella propria giurisprudenza (cd. “europeizzazione dei controlimiti”).

Modelli costituzionali a confronto: la specificità della tutela dei diritti fondamentali nel processo di adattamento al diritto dell'Unione europea

CALIGIURI, ANDREA
2010-01-01

Abstract

L’obiettivo dell’analisi condotta è quello di evidenziare i più significativi elementi di convergenza tra le posizioni assunte dalle diverse corti costituzionali degli Stati membri dell’UE in relazione al contenuto materiale delle riserve costituzionali al primato assoluto del diritto dell’UE proclamato dalla Corte di giustizia, seguendo una logica che tende ad individuare differenti modelli esplicativi della rappresentazione dei rapporti tra ordinamenti interni e ordinamento UE. Il dato che emerge dalla, sia pur parziale, rassegna della giurisprudenza delle corti costituzionali degli Stati membri è costituito dalla tendenza ad individuare nella tutela dei diritti fondamentali della persona, piuttosto che nel parametro della sovranità nazionale, l’elemento di potenziale conflitto con l’ordinamento UE. Tuttavia, l’analisi condotta mette in rilievo come le riserve di costituzionalità individuate nell’ambito degli ordinamenti di diversi Stati membri non vanno lette come un ostacolo al processo di integrazione, bensì quale espressione dell’istaurarsi di un dialogo costruttivo tra corti nazionali e Corte di giustizia, costituendo uno stimolo alla costruzione del progetto europeo, che metta al suo centro anche la tutela dei diritti inalienabili della persona. L’articolo sottolinea, infine, le prospettive nuove che potrebbero aprirsi, attraverso la valorizzazione delle “identità nazionali” degli Stati membri, che l’Unione riconosce in base all’art. 4, par. 1, TUE. Detta clausola potrebbe essere letta, infatti, come un’apertura dell’ordinamento UE alle singole visioni costituzionali degli Stati membri, anche per ciò che riguarda le peculiarità inerenti alla salvaguardia dei diritti fondamentali, con la possibilità per la Corte di giustizia di tenerne maggiormente conto nella propria giurisprudenza (cd. “europeizzazione dei controlimiti”).
2010
9788813309763
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