Dorothy West (1907-1998), Helene Johnson (1905-1995) e Zora Neale Hurston (1890-1960) si incontrano a New York nel 1926, dando inizio a una lunga amicizia e a una comunità letteraria che durano nel tempo. Hurston, ancora oggi la più nota e rappresentativa autrice del Rinascimento di Harlem, viene di solito considerata in splendido isolamento, o in opposizione a talenti della giovana avanguardia urbana come Johnson. Nina Miller ha per esempio sostenuto l’utilità di mettere da parte Hurston a favore di poetesse come Johnson o Gwendolyn Brooks, per avere un quadro più vero della letteratura femminile e modernista del Rinascimento di Harlem. Il motivo che aveva reso Hurston protagonista di una riscoperta negli anni Ottanta – la creazione di un’arte nera autentica perché derivata dal folclore afroamericano del Sud – è ciò che nei più recenti lavori critici la esclude dal modernismo urbano nero. Quel che invece ha finora reso West poco appetibile come scrittrice afroamericana – la moderata presenza di motivi folclorici – è l’aspetto tematico che le ha regalato una certa attenzione da parte della critica più recente. La riscoperta di West è avvenuta cioè trascurando alcuni dati (la famiglia benestante in cui nasce a Boston, i personaggi borghesi, lo stile attento), ed enfatizzando la presenza sotterranea di una vena popolare e folclorica, ereditata dalla madre, che colloca la scrittrice al margine dell’autentica tradizione letteraria nera statunitense. L’incontro casuale a New York di West, Johnson e Hurston, tre donne e artiste diversissime tra loro, durante il Rinascimento di Harlem, rappresenta l’inizio simbolico di un lavoro comune su ciò che il critico afroamericano Houston Baker Jr. ha definito il contributo della modernità nera statunitense: il contatto tra la cultura folclorica del Sud e il contesto urbano del Nord. E se Hurston è fondamentale dal punto di vista teorico e ideologico – per l’elaborazione di una cornice interpretativa del folclore tratta da quello stesso materiale “grezzo” – e dal punto di vista pratico (l’uso letterario del Black English), Johnson riveste un interesse limitato dal fatto che ha pubblicato pochissimo, West racconta le storie di quel contatto, sottolineando quanto rimane fuori, inassimilato dal processo centripeto della modernizzazione. Il residuo che resta a margine, la mammy del racconto omonimo di West, riporta sulla scena della modernità urbana americana la schiavitù e il tabù nazionale su cui il sistema si fondava: il divieto di attraversare la linea del colore che divide i bianchi dai neri.
"Il costo della modernità urbana afroamericana. Mammy (1940) di Dorothy West”
PETROVICH NJEGOSH, Tatiana
2008-01-01
Abstract
Dorothy West (1907-1998), Helene Johnson (1905-1995) e Zora Neale Hurston (1890-1960) si incontrano a New York nel 1926, dando inizio a una lunga amicizia e a una comunità letteraria che durano nel tempo. Hurston, ancora oggi la più nota e rappresentativa autrice del Rinascimento di Harlem, viene di solito considerata in splendido isolamento, o in opposizione a talenti della giovana avanguardia urbana come Johnson. Nina Miller ha per esempio sostenuto l’utilità di mettere da parte Hurston a favore di poetesse come Johnson o Gwendolyn Brooks, per avere un quadro più vero della letteratura femminile e modernista del Rinascimento di Harlem. Il motivo che aveva reso Hurston protagonista di una riscoperta negli anni Ottanta – la creazione di un’arte nera autentica perché derivata dal folclore afroamericano del Sud – è ciò che nei più recenti lavori critici la esclude dal modernismo urbano nero. Quel che invece ha finora reso West poco appetibile come scrittrice afroamericana – la moderata presenza di motivi folclorici – è l’aspetto tematico che le ha regalato una certa attenzione da parte della critica più recente. La riscoperta di West è avvenuta cioè trascurando alcuni dati (la famiglia benestante in cui nasce a Boston, i personaggi borghesi, lo stile attento), ed enfatizzando la presenza sotterranea di una vena popolare e folclorica, ereditata dalla madre, che colloca la scrittrice al margine dell’autentica tradizione letteraria nera statunitense. L’incontro casuale a New York di West, Johnson e Hurston, tre donne e artiste diversissime tra loro, durante il Rinascimento di Harlem, rappresenta l’inizio simbolico di un lavoro comune su ciò che il critico afroamericano Houston Baker Jr. ha definito il contributo della modernità nera statunitense: il contatto tra la cultura folclorica del Sud e il contesto urbano del Nord. E se Hurston è fondamentale dal punto di vista teorico e ideologico – per l’elaborazione di una cornice interpretativa del folclore tratta da quello stesso materiale “grezzo” – e dal punto di vista pratico (l’uso letterario del Black English), Johnson riveste un interesse limitato dal fatto che ha pubblicato pochissimo, West racconta le storie di quel contatto, sottolineando quanto rimane fuori, inassimilato dal processo centripeto della modernizzazione. Il residuo che resta a margine, la mammy del racconto omonimo di West, riporta sulla scena della modernità urbana americana la schiavitù e il tabù nazionale su cui il sistema si fondava: il divieto di attraversare la linea del colore che divide i bianchi dai neri.File | Dimensione | Formato | |
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