Il libro consta di quattro capitoli. Soltanto i primi due richiedono una lettura in successione. In essi si fornisce la giustificazione storiografica dell’ipotesi teorica di riferimento, attraverso il dialogo con alcuni testi di Marcel. In particolare, quest’analisi avrà come obiettivo di far emergere la dislocazione eminentemente esistenziale del centro riflessivo – nel passaggio (contenuto nel primo capitolo) che va da una semantica della coscienza ad una dell’incarnazione – e (nel secondo capitolo) di riconoscere e nominare l’io che si deposita in questo centro come Io esisto. Il percorso di questi due capitoli tralascia volutamente quasi del tutto ogni riferimento al discorso etico, proprio perché esso serve a far emergere le condizioni epistemologiche che ne rappresentano il radicamento. Ciò è tanto più vero in quanto questo stesso discorso si ripresenta con forza negli ultimi due capitoli, in cui si è cercato di indagare la capacità euristico-teoretica del radicamento precedentemente ritrovato all’interno della proposta di Marcel. Il terzo capitolo, pur essendo autonomo dai precedenti, ne rappresenta comunque un proseguimento. In esso s’interpreta l’eredità di Marcel come «pensiero amante», cercando di attualizzare quelle stesse considerazioni di metodo, messe in luce in precedenza. Il quarto capitolo rappresenta invece un esempio di quanto quell’idea guida iniziale liberi una possibilità ermeneutica nuova, che permette di ripresentare alcuni caratteri dell’eticizzazione marceliana dell’ontologia come radicati sulla riflessione che concerne il soggetto. Si è scelto allora di ripercorrere le stesse tracce indicate in precedenza ma, adesso, per portarle fino al loro compimento ontologico – dunque non limitandosi soltanto al versante metodologico o antropologico. In questo senso, l’intimità dell’io culmina, in Marcel, in un’esigenza filosofica di Dio, che, in senso correlato, si può comprendere nel suo pieno valore filosofico soltanto attraverso il suo collegamento con quella stessa affermazione dell’Io esisto. Potrei dire che il rapporto tra questo capitolo e quelli che lo precedono è un po’ come il passaggio dal primo al secondo volume de Il Mistero dell’essere (e infatti sarà soprattutto nell’ultimo capitolo che dedicheremo attenzione al secondo volume). Questo passaggio incuriosisce, e non poco, per più motivi. Innanzitutto vi è una differenza di statuto, chiarita già nei differenti titoli dei volumi in questione (Riflessione e mistero, il primo; Fede e realtà, il secondo). Ancora, la lettura permette di riconoscere in atto nel passaggio una specie di metodo ascensivo, per cui i temi contenuti nel primo volume culminano in quelli contenuti nel secondo (e come tale possono anche essere letti autonomamente, perdendo però buona parte della loro profondità specifica). Infine, questo culmine, raggiunto in particolare nelle ultime lezioni, rappresenta significativamente un ritorno a temi e riflessioni cui Marcel aveva dedicato particolare attenzione nel Journal Métaphysique. È proprio questo culmine che riconduce alla cifra etico-ontologica e apre un discorso solo sfiorato, che è ancora tutto da compiere. È per questo che il lavoro non trova conclusione, se non sotto forma di Prospettive aperte. Ciò non è testimonianza di un fallimento, quanto di una piena riuscita rispetto al senso iniziale che ha mosso la scrittura. Solo a partire dalla propedeutica analisi della centralità dell’io è possibile compiere un’indagine approfondita delle prospettive etico-ontologiche. Non ho concluso il processo, se così posso dire, ma sono riuscito a procedere con l’ordine dovuto, istruendo innanzitutto il processo. Alla fine di quest’istruttoria, quel che resta è un autore pieno d’elementi d’attualità e una proposta filosofica riscattata da un giudizio anti-filosofico troppo facilmente emesso.

Intimità e Trascendenza. La questione dell'io a partire da Gabriel Marcel

LABATE, SERGIO PASQUALE
2007-01-01

Abstract

Il libro consta di quattro capitoli. Soltanto i primi due richiedono una lettura in successione. In essi si fornisce la giustificazione storiografica dell’ipotesi teorica di riferimento, attraverso il dialogo con alcuni testi di Marcel. In particolare, quest’analisi avrà come obiettivo di far emergere la dislocazione eminentemente esistenziale del centro riflessivo – nel passaggio (contenuto nel primo capitolo) che va da una semantica della coscienza ad una dell’incarnazione – e (nel secondo capitolo) di riconoscere e nominare l’io che si deposita in questo centro come Io esisto. Il percorso di questi due capitoli tralascia volutamente quasi del tutto ogni riferimento al discorso etico, proprio perché esso serve a far emergere le condizioni epistemologiche che ne rappresentano il radicamento. Ciò è tanto più vero in quanto questo stesso discorso si ripresenta con forza negli ultimi due capitoli, in cui si è cercato di indagare la capacità euristico-teoretica del radicamento precedentemente ritrovato all’interno della proposta di Marcel. Il terzo capitolo, pur essendo autonomo dai precedenti, ne rappresenta comunque un proseguimento. In esso s’interpreta l’eredità di Marcel come «pensiero amante», cercando di attualizzare quelle stesse considerazioni di metodo, messe in luce in precedenza. Il quarto capitolo rappresenta invece un esempio di quanto quell’idea guida iniziale liberi una possibilità ermeneutica nuova, che permette di ripresentare alcuni caratteri dell’eticizzazione marceliana dell’ontologia come radicati sulla riflessione che concerne il soggetto. Si è scelto allora di ripercorrere le stesse tracce indicate in precedenza ma, adesso, per portarle fino al loro compimento ontologico – dunque non limitandosi soltanto al versante metodologico o antropologico. In questo senso, l’intimità dell’io culmina, in Marcel, in un’esigenza filosofica di Dio, che, in senso correlato, si può comprendere nel suo pieno valore filosofico soltanto attraverso il suo collegamento con quella stessa affermazione dell’Io esisto. Potrei dire che il rapporto tra questo capitolo e quelli che lo precedono è un po’ come il passaggio dal primo al secondo volume de Il Mistero dell’essere (e infatti sarà soprattutto nell’ultimo capitolo che dedicheremo attenzione al secondo volume). Questo passaggio incuriosisce, e non poco, per più motivi. Innanzitutto vi è una differenza di statuto, chiarita già nei differenti titoli dei volumi in questione (Riflessione e mistero, il primo; Fede e realtà, il secondo). Ancora, la lettura permette di riconoscere in atto nel passaggio una specie di metodo ascensivo, per cui i temi contenuti nel primo volume culminano in quelli contenuti nel secondo (e come tale possono anche essere letti autonomamente, perdendo però buona parte della loro profondità specifica). Infine, questo culmine, raggiunto in particolare nelle ultime lezioni, rappresenta significativamente un ritorno a temi e riflessioni cui Marcel aveva dedicato particolare attenzione nel Journal Métaphysique. È proprio questo culmine che riconduce alla cifra etico-ontologica e apre un discorso solo sfiorato, che è ancora tutto da compiere. È per questo che il lavoro non trova conclusione, se non sotto forma di Prospettive aperte. Ciò non è testimonianza di un fallimento, quanto di una piena riuscita rispetto al senso iniziale che ha mosso la scrittura. Solo a partire dalla propedeutica analisi della centralità dell’io è possibile compiere un’indagine approfondita delle prospettive etico-ontologiche. Non ho concluso il processo, se così posso dire, ma sono riuscito a procedere con l’ordine dovuto, istruendo innanzitutto il processo. Alla fine di quest’istruttoria, quel che resta è un autore pieno d’elementi d’attualità e una proposta filosofica riscattata da un giudizio anti-filosofico troppo facilmente emesso.
2007
9788849514254
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/43711
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