Gli Anecdota di Ludovico Antonio Muratori sono il risultato di un lungo lavorio filologico che impegnò a fondo l'erudito di Vignola dal 1696 al 1704, allorché una sezione cospicua degli inediti greci, mi riferisco agli Epigrammata di Gregorio Nazianzeno, corredati per la maggior parte dalla traduzione prosastica latina di Muratori medesimo, poté dirsi definitivamente conclusa. Il saggio ripercorre a ritroso i vari momenti che hanno scandito il "farsi" dell'edizione, per la cui realizzazione Muratori si è avvalso del contributo di studiosi stranieri, come Giovanni Boivin, responsabile della Bibliothèque Royale de Paris, o di Giovan Battista de Miro, bibliotecario della Vaticana, o infine di Anton Maria Salvini, professore di latino e greco dello Studium fiorentino. Quest'ultimo, ad esempio, fornì a Muratori la trascrizione di gran parte del materiale tràdito da esemplari della Medicea, che egli si premurava di arricchire di volta in volta con congetture e note di commento. Al fine di mettere meglio in evidenza le relazioni tra i due studiosi, nella seconda parte del volume è stato riprodotto il carteggio intercorso tra loro, un documento molto prezioso che permette di gettare luce sul metodo filologico a cavallo tra la fine del sec. XVII e l'inizio del sec. XVIII.
Gli Anecdota Graeca di Ludovico Antonio Muratori e l'indagine filologica all'alba del secolo XVIII
FLAMMINI, Giuseppe
2006-01-01
Abstract
Gli Anecdota di Ludovico Antonio Muratori sono il risultato di un lungo lavorio filologico che impegnò a fondo l'erudito di Vignola dal 1696 al 1704, allorché una sezione cospicua degli inediti greci, mi riferisco agli Epigrammata di Gregorio Nazianzeno, corredati per la maggior parte dalla traduzione prosastica latina di Muratori medesimo, poté dirsi definitivamente conclusa. Il saggio ripercorre a ritroso i vari momenti che hanno scandito il "farsi" dell'edizione, per la cui realizzazione Muratori si è avvalso del contributo di studiosi stranieri, come Giovanni Boivin, responsabile della Bibliothèque Royale de Paris, o di Giovan Battista de Miro, bibliotecario della Vaticana, o infine di Anton Maria Salvini, professore di latino e greco dello Studium fiorentino. Quest'ultimo, ad esempio, fornì a Muratori la trascrizione di gran parte del materiale tràdito da esemplari della Medicea, che egli si premurava di arricchire di volta in volta con congetture e note di commento. Al fine di mettere meglio in evidenza le relazioni tra i due studiosi, nella seconda parte del volume è stato riprodotto il carteggio intercorso tra loro, un documento molto prezioso che permette di gettare luce sul metodo filologico a cavallo tra la fine del sec. XVII e l'inizio del sec. XVIII.File | Dimensione | Formato | |
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