Gli enti ecclesiastici sono continuamente interessati da modifiche normative ed innovazioni legislative. Sul piano strutturale l'incessante proliferazione di modelli associativi di riferimento come le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le associazioni di promozione sociale (con finalità etiche e spirituali) e, da ultimo, le imprese sociali, creano frequenti incertezze soggettive con possibili ipotesi di destrutturazione normativa della stessa fattispecie di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Per altro verso tale disorientamento ermeneutico si riflette, non senza conseguenze, sulla corretta applicazione di taluni provvedimenti costitutivi privi di norme di coordinamento, e sulla varietà delle fonti di sovvenzione. Elementi che nella loro complessità empirica sottendono valori teorici di grande rilievo ed al tempo stesso misurano e sperimentano, più di altri, la reale portata e applicazione dei precetti costituzionali in materia di libertà religiosa. Il lavoro tiene, comunque, conto delle diverse categorie di enti e delle loro differenti modalità di esistere o di agire. Le "attività diverse" e gli istituti di riferimento vengono esaminati tenendo in costante considerazione gli elementi dottrinali e giurisprudenziali. Peraltro le problematiche relative alla corrispondente collocazione tra gli enti no profit o for profit oppure l'esistenza di un regime di specialità, possono essere affrontate solo partendo da una completa conoscenza dei sottesi criteri giuridici. Del resto la normativa tributaria, nel contesto dei rapporti tra Stato e Chiesa, costituisce un utile strumento di indagine della politica ecclesiastica di uno Stato.

LA DISCIPLINA TRIBUTARIA DEGLI ENTI ECCLESIASTICI

RIVETTI, GIUSEPPE
2002-01-01

Abstract

Gli enti ecclesiastici sono continuamente interessati da modifiche normative ed innovazioni legislative. Sul piano strutturale l'incessante proliferazione di modelli associativi di riferimento come le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le associazioni di promozione sociale (con finalità etiche e spirituali) e, da ultimo, le imprese sociali, creano frequenti incertezze soggettive con possibili ipotesi di destrutturazione normativa della stessa fattispecie di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Per altro verso tale disorientamento ermeneutico si riflette, non senza conseguenze, sulla corretta applicazione di taluni provvedimenti costitutivi privi di norme di coordinamento, e sulla varietà delle fonti di sovvenzione. Elementi che nella loro complessità empirica sottendono valori teorici di grande rilievo ed al tempo stesso misurano e sperimentano, più di altri, la reale portata e applicazione dei precetti costituzionali in materia di libertà religiosa. Il lavoro tiene, comunque, conto delle diverse categorie di enti e delle loro differenti modalità di esistere o di agire. Le "attività diverse" e gli istituti di riferimento vengono esaminati tenendo in costante considerazione gli elementi dottrinali e giurisprudenziali. Peraltro le problematiche relative alla corrispondente collocazione tra gli enti no profit o for profit oppure l'esistenza di un regime di specialità, possono essere affrontate solo partendo da una completa conoscenza dei sottesi criteri giuridici. Del resto la normativa tributaria, nel contesto dei rapporti tra Stato e Chiesa, costituisce un utile strumento di indagine della politica ecclesiastica di uno Stato.
2002
8814093377
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