Conoscere il funzionamento di un sistema linguistico-culturale “vicino” indagando per le vie della cultura “corrente” alla quale ci si confronta nella vita quotidiana sia direttamente che indirettamente attraverso oggetti, supporti mediatici, idee, mentalità, pregiudizi e stereotipi, veicolati dalla lingua dei più consente di partecipare “dall’interno” al sistema altro? La comprensione di una lingua-cultura straniera - o meglio l’interiorizzazione di un sistema non proprio - e la partecipazione ai valori condivisi da un altro gruppo sono nonostante le apparenze tra le competenze più difficili da integrare nell’apprendimento “fuori contesto naturale di produzione” ossia nell’apprendimento guidato. Come funziona il sistema “vicino” nei meandri della cultura detta “corrente” sia nei luoghi di produzione della stessa che attraverso i media o qualsivoglia supporto culturale? Che cosa dobbiamo capire sia per fare che per partecipare? Quanti e quali sono i livelli della comprensione e d’implicito? Si può ridere insieme ai “nativi” stabilendo dei registri di complicità? È pertinente “giocare con le parole altrui” senza essere sospettato di servile imitazione? La vicinanza geografica, linguistica, culturale dell’italiano semplifica l’approccio al francese? Paradosso della vicinanza che risulta da un primo livello di comprensione mmediata intriso con l’inevitabile malinteso culturale! Infine si riesce a provare piacere nella cultura comune “altrui”, laddove la complicità sembra dovere essere innata? Ci siamo chiesti se per “produrre” della cultura corrente “altra” esistono degli strumenti didattici per decodificare consapevolmente la cultura corrente nelle manifestazioni della vita quotidiana immediata e mediata dalle forme scritte e parlate. Questo saggio di taglio linguistico-antropologico e didattico si propone per accenni ed esempi di rispondere a questi interrogativi attraverso la lingua-cultura francese di oggi e di ieri. La decodifica della lingua e del discorso diventa lo strumento e l’obiettivo formativo. Questo progetto perseguito in ambito universitario vuole costruire una forma evoluta dell’apprendimento di una lingua straniera finalizzato a renderla “sempre meno straniera” e cerca di conciliare le conoscenze linguistiche e tematiche con la competenza metalinguistica e gli strumenti essenziali all’analisi linguistica, discorsiva e alla decodifica degli impliciti: Sono alcune basi di un insegnamento culturale della lingua ovvero di una lettura linguistica della cultura detta corrente, comune, condivisa. Si presentano alcuni esemplari “limite”: sigle-parole e loro derivazioni morfologiche, linguaggi/codici dei gruppi, dall’argot al verlan, oppure “catene” e percorsi, dalla letteratura (cultura colta) alla canzone, dai titoli delle opere alle insegne dei negozi, alla pubblicità di consumo e politica, ai titoli della stampa, a nuove forme di scrittura e di comunicazione come quando nel maggio ’68 vennero sovvertiti i riferimenti alla cultura colta e si sviluppò una funzione creativa del linguaggio diventata a sua volta fonte di cultura comune. Attraverso possibili modelli di analisi si vuole fare risaltare un orientamento didattico vòlto all’interiorizzazione dell’alterità mediante lo sviluppo delle capacità metalinguistiche e metadiscorsive.

Insegnare o indicare le vie della “cultura corrente”.Il caso delle lingue-culture vicine

LEVY, Danielle
2006-01-01

Abstract

Conoscere il funzionamento di un sistema linguistico-culturale “vicino” indagando per le vie della cultura “corrente” alla quale ci si confronta nella vita quotidiana sia direttamente che indirettamente attraverso oggetti, supporti mediatici, idee, mentalità, pregiudizi e stereotipi, veicolati dalla lingua dei più consente di partecipare “dall’interno” al sistema altro? La comprensione di una lingua-cultura straniera - o meglio l’interiorizzazione di un sistema non proprio - e la partecipazione ai valori condivisi da un altro gruppo sono nonostante le apparenze tra le competenze più difficili da integrare nell’apprendimento “fuori contesto naturale di produzione” ossia nell’apprendimento guidato. Come funziona il sistema “vicino” nei meandri della cultura detta “corrente” sia nei luoghi di produzione della stessa che attraverso i media o qualsivoglia supporto culturale? Che cosa dobbiamo capire sia per fare che per partecipare? Quanti e quali sono i livelli della comprensione e d’implicito? Si può ridere insieme ai “nativi” stabilendo dei registri di complicità? È pertinente “giocare con le parole altrui” senza essere sospettato di servile imitazione? La vicinanza geografica, linguistica, culturale dell’italiano semplifica l’approccio al francese? Paradosso della vicinanza che risulta da un primo livello di comprensione mmediata intriso con l’inevitabile malinteso culturale! Infine si riesce a provare piacere nella cultura comune “altrui”, laddove la complicità sembra dovere essere innata? Ci siamo chiesti se per “produrre” della cultura corrente “altra” esistono degli strumenti didattici per decodificare consapevolmente la cultura corrente nelle manifestazioni della vita quotidiana immediata e mediata dalle forme scritte e parlate. Questo saggio di taglio linguistico-antropologico e didattico si propone per accenni ed esempi di rispondere a questi interrogativi attraverso la lingua-cultura francese di oggi e di ieri. La decodifica della lingua e del discorso diventa lo strumento e l’obiettivo formativo. Questo progetto perseguito in ambito universitario vuole costruire una forma evoluta dell’apprendimento di una lingua straniera finalizzato a renderla “sempre meno straniera” e cerca di conciliare le conoscenze linguistiche e tematiche con la competenza metalinguistica e gli strumenti essenziali all’analisi linguistica, discorsiva e alla decodifica degli impliciti: Sono alcune basi di un insegnamento culturale della lingua ovvero di una lettura linguistica della cultura detta corrente, comune, condivisa. Si presentano alcuni esemplari “limite”: sigle-parole e loro derivazioni morfologiche, linguaggi/codici dei gruppi, dall’argot al verlan, oppure “catene” e percorsi, dalla letteratura (cultura colta) alla canzone, dai titoli delle opere alle insegne dei negozi, alla pubblicità di consumo e politica, ai titoli della stampa, a nuove forme di scrittura e di comunicazione come quando nel maggio ’68 vennero sovvertiti i riferimenti alla cultura colta e si sviluppò una funzione creativa del linguaggio diventata a sua volta fonte di cultura comune. Attraverso possibili modelli di analisi si vuole fare risaltare un orientamento didattico vòlto all’interiorizzazione dell’alterità mediante lo sviluppo delle capacità metalinguistiche e metadiscorsive.
2006
9788888510187
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/43532
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