L’approccio analitico seguito in questo lavoro è basato sullo studio empirico delle prassi soggettive attuate dagli operatori del diritto nell’ambito di contesti socio-giuridici definiti, attraverso interviste elaborate e condotte dall’Autrice con testimoni privilegiati presso diversi tribunali italiani. I dati sono stati raccolti nell’ambito di una ricerca Cofin 2000 sulla ragionevole durata del processo penale, incentrata presso l'’Università degli Studi di Ferrara. Il lavoro presentato rientra in un progetto di analisi e di studio più ampio, una sorta di work in progress. L’impianto della ricerca si situa in un’area interdisciplinare che vede la presenza e l’interazione di strumenti interpretativi riferibili sia alle scienze sociali sia alle scienze giuridiche. Attraverso la conduzione di colloqui in profondità con un numero circoscritto di testimoni privilegiati presso sedi giudiziarie dislocate in differenti ambiti territoriali si è cercato di ricostruire “dall’interno” alcuni elementi indicativi del fenomeno oggetto di studio. In particolare, il fine è quello di illustrare come l’introduzione del sistema accusatorio e di altre riforme successive abbiano influenzato la durata dei processi. L’approccio empirico di tipo qualitativo ha il pregio di farci individuare i modi e le ragioni dell’utilizzo della risorsa tempo nel sistema penale, come anche le soluzioni elaborate dagli attori per far fronte a durate processuali giudicate eccessive. E ancora, mette in evidenza come, indipendentemente dai fattori strutturali oggettivi, molto di ciò che accade in pratica dipende dalla costruzione sociale del ritardo come problema da parte delle diverse categorie professionali intervistate.
La durata del processo penale in Italia tra norme, prassi e contesti. Uno studio sul diritto in azione
ZANIER, Maria Letizia
2006-01-01
Abstract
L’approccio analitico seguito in questo lavoro è basato sullo studio empirico delle prassi soggettive attuate dagli operatori del diritto nell’ambito di contesti socio-giuridici definiti, attraverso interviste elaborate e condotte dall’Autrice con testimoni privilegiati presso diversi tribunali italiani. I dati sono stati raccolti nell’ambito di una ricerca Cofin 2000 sulla ragionevole durata del processo penale, incentrata presso l'’Università degli Studi di Ferrara. Il lavoro presentato rientra in un progetto di analisi e di studio più ampio, una sorta di work in progress. L’impianto della ricerca si situa in un’area interdisciplinare che vede la presenza e l’interazione di strumenti interpretativi riferibili sia alle scienze sociali sia alle scienze giuridiche. Attraverso la conduzione di colloqui in profondità con un numero circoscritto di testimoni privilegiati presso sedi giudiziarie dislocate in differenti ambiti territoriali si è cercato di ricostruire “dall’interno” alcuni elementi indicativi del fenomeno oggetto di studio. In particolare, il fine è quello di illustrare come l’introduzione del sistema accusatorio e di altre riforme successive abbiano influenzato la durata dei processi. L’approccio empirico di tipo qualitativo ha il pregio di farci individuare i modi e le ragioni dell’utilizzo della risorsa tempo nel sistema penale, come anche le soluzioni elaborate dagli attori per far fronte a durate processuali giudicate eccessive. E ancora, mette in evidenza come, indipendentemente dai fattori strutturali oggettivi, molto di ciò che accade in pratica dipende dalla costruzione sociale del ritardo come problema da parte delle diverse categorie professionali intervistate.File | Dimensione | Formato | |
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