Questo saggio, assumendo il punto di vista di un operazionismo tecnico che non separa pensare ed agire, esplora l’unica via, quella trascendentale d’ispirazione kantiana, che non è stata ancora battuta nella letteratura sugli esperimenti mentali. In una prospettiva al tempo stesso operazionale e riflessivo-trascendentale, esso mostra la possibilità, anzi la necessità sia di distinguere in linea di principio sia di connettere in modo intrinseco esperimento ed esperimento mentale nelle scienze naturali. Per cogliere senza contraddizione sia il nesso di unità sia quello di distinzione fra esperimento ed esperimento mentale occorrono due punti di vista, uno empirico e/o formale ed uno riflessivo-trascendentale, da cui discendono due diversi sensi in cui può essere inteso il rapporto fra esperimento ed esperimento mentale. In senso riflessivo-trascendentale, la distinzione fra esperimento ed esperimento mentale è irriducibile, poiché quest’ultimo esprime il momento ipotetico-anticipativo del nostro intelletto, che è, in quanto tale, irriducibile alla realtà fisica. Per altro verso, tuttavia, questo momento ipotetico-anticipativo tende per sua natura (in linea di principio senza residui) a risolvere i propri contenuti in operazioni reali: L’esperimento mentale non avrebbe senso empirico, se, nel formularlo e nel valutarlo, non assumessimo, implicitamente o esplicitamente, un riferimento in linea di principio all’esperimento reale. Per riprendere un noto esempio kantiano: i talleri meramente pensati, come gli esperimenti mentali, esistono soltanto nella sfera del possibile, mentre i talleri reali, come gli esperimenti reali, occupano una posizione ben precisa nelle interazioni fra il nostro corpo e la realtà circostante, ma né gli uni né gli altri esisterebbero fuori dal loro reciproco rapporto. In altre parole, il carattere radicalmente ipotetico degli esperimenti mentali, che da un canto li distingue in linea di principio, a livello riflessivo-trascendentale, da quelli reali, d’altro canto lega entrambi i tipi di esperimento in modo indissolubile: ogni esperimento mentale di tipo empirico deve potersi risolvere in un esperimento reale, così come ogni esperimento reale può essere concepito come la realizzazione d’un esperimento mentale.

Esperimento ed esperimento mentale

BUZZONI, Marco
2004-01-01

Abstract

Questo saggio, assumendo il punto di vista di un operazionismo tecnico che non separa pensare ed agire, esplora l’unica via, quella trascendentale d’ispirazione kantiana, che non è stata ancora battuta nella letteratura sugli esperimenti mentali. In una prospettiva al tempo stesso operazionale e riflessivo-trascendentale, esso mostra la possibilità, anzi la necessità sia di distinguere in linea di principio sia di connettere in modo intrinseco esperimento ed esperimento mentale nelle scienze naturali. Per cogliere senza contraddizione sia il nesso di unità sia quello di distinzione fra esperimento ed esperimento mentale occorrono due punti di vista, uno empirico e/o formale ed uno riflessivo-trascendentale, da cui discendono due diversi sensi in cui può essere inteso il rapporto fra esperimento ed esperimento mentale. In senso riflessivo-trascendentale, la distinzione fra esperimento ed esperimento mentale è irriducibile, poiché quest’ultimo esprime il momento ipotetico-anticipativo del nostro intelletto, che è, in quanto tale, irriducibile alla realtà fisica. Per altro verso, tuttavia, questo momento ipotetico-anticipativo tende per sua natura (in linea di principio senza residui) a risolvere i propri contenuti in operazioni reali: L’esperimento mentale non avrebbe senso empirico, se, nel formularlo e nel valutarlo, non assumessimo, implicitamente o esplicitamente, un riferimento in linea di principio all’esperimento reale. Per riprendere un noto esempio kantiano: i talleri meramente pensati, come gli esperimenti mentali, esistono soltanto nella sfera del possibile, mentre i talleri reali, come gli esperimenti reali, occupano una posizione ben precisa nelle interazioni fra il nostro corpo e la realtà circostante, ma né gli uni né gli altri esisterebbero fuori dal loro reciproco rapporto. In altre parole, il carattere radicalmente ipotetico degli esperimenti mentali, che da un canto li distingue in linea di principio, a livello riflessivo-trascendentale, da quelli reali, d’altro canto lega entrambi i tipi di esperimento in modo indissolubile: ogni esperimento mentale di tipo empirico deve potersi risolvere in un esperimento reale, così come ogni esperimento reale può essere concepito come la realizzazione d’un esperimento mentale.
2004
9788846458681
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