La riforma costituzionale del 2001 ha profondamente rimodellato i rapporti Stato/Regioni. La lettura del testo costituzionale, tuttavia, evidenzia la necessità di ricercare correttivi al riparto formale delle competenze al fine di garantire un corretto coordinamento tra gli ambiti affidati alle iniziative legislative dei due Enti. La Costituzione costruisce i rapporti tra Enti utilizzando il riparto per materie obliterando, tuttavia, il tema del coordinamento normativo e, più in genere, dei rapporti tra le competenze legislative di stato e regioni. L’inversione della clausola di distribuzione delle competenze enunciata nell’art. 117, quarto comma, Cost. – in forza del quale dovrebbero appartenere alla potestà legislativa regionale tutte le materie non espressamente affidate alla cura statale – è andata incontro a un clamoroso fallimento. Come fallimentare è stato il tentativo di imbrigliare le competenze dei due Enti secondo i rigidi schemi del riparto per materia. La giurisprudenza costituzionale, del resto, ha messo ben in luce che non vi sono materie circoscrivibili a priori e come tali attribuibili a questo o a quel livello di governo. In ogni settore competenziale, infatti, gli interessi si intrecciano e si sovrappongono. La ricerca di validi meccanismi di coordinamento, in controtendenza rispetto al modello ispirato al principio di separazione, sfalda dall’interno la precettività degli elenchi dell’art. 117 Cost., travolgendo la filosofia di fondo che, più o meno consapevolmente, aveva ispirato il riformatore del 2001. Tali problematiche rappresentano il cuore di questo lavoro che, attraverso la ricostruzione dei contributi sul tema pervenuti dalla dottrina e dalla giurisprudenza costituzionale mira a evidenziare il nuovo ruolo delle materie-interessi (quali l’ambiente, i livelli essenziali delle prestazioni, la concorrenza, etc.) chiamate, da una parte a individuare le linee di demarcazione tra le competenze di Stato e Regioni e, dall’altra, in una costante tensione, a dare fondamento a nuovi istituti di coordinamento normativo tra centro e periferia sulla falsariga di ciò che, una volta, era affidato all’interesse nazionale.
La «smaterializzazione» delle materie. Problemi teorici ed applicativi del nuovo titolo V della Costituzione
BENELLI, FILIPPO
2006-01-01
Abstract
La riforma costituzionale del 2001 ha profondamente rimodellato i rapporti Stato/Regioni. La lettura del testo costituzionale, tuttavia, evidenzia la necessità di ricercare correttivi al riparto formale delle competenze al fine di garantire un corretto coordinamento tra gli ambiti affidati alle iniziative legislative dei due Enti. La Costituzione costruisce i rapporti tra Enti utilizzando il riparto per materie obliterando, tuttavia, il tema del coordinamento normativo e, più in genere, dei rapporti tra le competenze legislative di stato e regioni. L’inversione della clausola di distribuzione delle competenze enunciata nell’art. 117, quarto comma, Cost. – in forza del quale dovrebbero appartenere alla potestà legislativa regionale tutte le materie non espressamente affidate alla cura statale – è andata incontro a un clamoroso fallimento. Come fallimentare è stato il tentativo di imbrigliare le competenze dei due Enti secondo i rigidi schemi del riparto per materia. La giurisprudenza costituzionale, del resto, ha messo ben in luce che non vi sono materie circoscrivibili a priori e come tali attribuibili a questo o a quel livello di governo. In ogni settore competenziale, infatti, gli interessi si intrecciano e si sovrappongono. La ricerca di validi meccanismi di coordinamento, in controtendenza rispetto al modello ispirato al principio di separazione, sfalda dall’interno la precettività degli elenchi dell’art. 117 Cost., travolgendo la filosofia di fondo che, più o meno consapevolmente, aveva ispirato il riformatore del 2001. Tali problematiche rappresentano il cuore di questo lavoro che, attraverso la ricostruzione dei contributi sul tema pervenuti dalla dottrina e dalla giurisprudenza costituzionale mira a evidenziare il nuovo ruolo delle materie-interessi (quali l’ambiente, i livelli essenziali delle prestazioni, la concorrenza, etc.) chiamate, da una parte a individuare le linee di demarcazione tra le competenze di Stato e Regioni e, dall’altra, in una costante tensione, a dare fondamento a nuovi istituti di coordinamento normativo tra centro e periferia sulla falsariga di ciò che, una volta, era affidato all’interesse nazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.