Il presente lavoro muove dalla possibilità di una composizione della conflittualità tra mercato ed ambiente per mezzo dell’utilizzo degli strumenti di mercato al fine del conseguimento della tutela ambientale. Dopo un’analisi dell’evoluzione che ha portato all’affermazione nell’ambito della tutela dell’ambiente della logica di mercato accanto alla tradizionale logica di regolazione command and control, il lavoro ha analizzato i principali strumenti di mercato posti in essere per contrastare il cambiamento climatico. L’approccio regolativo di tipo economico caratterizza infatti anche la strategia per la riduzione delle emissioni climalteranti intrapresa a vari livelli di governo (internazionale, europeo e nazionale). In particolare sono espressione di questa logica: i cc.dd. meccanismi flessibili (IET, JI, CDM) previsti dal protocollo di Kyoto, il meccanismo europeo di scambio delle quote di emissione, la c.d. carbon tax, i titoli di efficienza energetica ed altre misure previste per la promozione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili (es. tariffe di alimentazione e certificati verdi) previsti nel contesto nazionale. Infine, il lavoro si occupa del coinvolgimento del settore forestale nei meccanismi di mercato in precedenza descritti. In definitiva, pur dovendosi riconoscere che gli strumenti di mercato non sono la «panacea universale», perché sono ad essi connaturati svantaggi significativi, annullabili solo da una integrazione con la vecchia strumentazione di command and control, sta di fatto che l’attuale politica ambientale si muove con crescente interesse verso questo tipo di approccio regolativo. Ciò, unitamente al favore della società civile verso interventi volontari di riduzione delle emissioni climalteranti, anch’essi basati su strumenti di mercato, rendono opportuna una riflessione da parte del settore forestale sulla potenzialità offerte da questa nuova strumentazione per lo sviluppo di un’imprenditoria «verde».
Gli strumenti di mercato e la riduzione delle emissioni climalteranti
LATTANZI, PAMELA
2009-01-01
Abstract
Il presente lavoro muove dalla possibilità di una composizione della conflittualità tra mercato ed ambiente per mezzo dell’utilizzo degli strumenti di mercato al fine del conseguimento della tutela ambientale. Dopo un’analisi dell’evoluzione che ha portato all’affermazione nell’ambito della tutela dell’ambiente della logica di mercato accanto alla tradizionale logica di regolazione command and control, il lavoro ha analizzato i principali strumenti di mercato posti in essere per contrastare il cambiamento climatico. L’approccio regolativo di tipo economico caratterizza infatti anche la strategia per la riduzione delle emissioni climalteranti intrapresa a vari livelli di governo (internazionale, europeo e nazionale). In particolare sono espressione di questa logica: i cc.dd. meccanismi flessibili (IET, JI, CDM) previsti dal protocollo di Kyoto, il meccanismo europeo di scambio delle quote di emissione, la c.d. carbon tax, i titoli di efficienza energetica ed altre misure previste per la promozione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili (es. tariffe di alimentazione e certificati verdi) previsti nel contesto nazionale. Infine, il lavoro si occupa del coinvolgimento del settore forestale nei meccanismi di mercato in precedenza descritti. In definitiva, pur dovendosi riconoscere che gli strumenti di mercato non sono la «panacea universale», perché sono ad essi connaturati svantaggi significativi, annullabili solo da una integrazione con la vecchia strumentazione di command and control, sta di fatto che l’attuale politica ambientale si muove con crescente interesse verso questo tipo di approccio regolativo. Ciò, unitamente al favore della società civile verso interventi volontari di riduzione delle emissioni climalteranti, anch’essi basati su strumenti di mercato, rendono opportuna una riflessione da parte del settore forestale sulla potenzialità offerte da questa nuova strumentazione per lo sviluppo di un’imprenditoria «verde».File | Dimensione | Formato | |
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