Malgrado la delicata situazione politica e militare, con i relativi contraccolpi economici, nei maggiori centri del ducato di Milano la produzione artistica della prima metà del Cinquecento resta caratterizzata da una notevole vivacità, da una varietà di orientamenti e dal sostanziale trionfo della cosi detta "maniera moderna". Ne sono chiara testimonianza alcuni importanti cicli decorativi in chiese di Milano (da S. Maria della Pace e S. Maurizio) affidati a pittori di cultura leonardesca (da Marco d'Oggiono a Bernardino Luini) e l'affermarsi di una originale personalità come quella di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino. La contemporanea presenza a Milano, tra il 1509 e il 1513, di quest'ultimo e di Leonardo, agisce in particolare come una specie di contro circuito formale di tale intensità da non lasciare indenne nessuno degli artisti presenti in città, compresi quelli della vecchia guardia (da Butinone, a Zenale, a Bergognone). Protagonisti di questa stagione sono tuttavia i seguaci di Leonardo, che ne declinano le proposte in una varietà di toni e accenti, da quelli naturalistici di Boltraffio, a quelli più divulgativi di Marco d'Oggiono, a quelli di elegante classicismo di Cesare da Sesto e Luini.
La cultura artistica nel Ducato di Milano nella prima metà del Cinquecento
VERGANI, Graziano Alfredo
2003-01-01
Abstract
Malgrado la delicata situazione politica e militare, con i relativi contraccolpi economici, nei maggiori centri del ducato di Milano la produzione artistica della prima metà del Cinquecento resta caratterizzata da una notevole vivacità, da una varietà di orientamenti e dal sostanziale trionfo della cosi detta "maniera moderna". Ne sono chiara testimonianza alcuni importanti cicli decorativi in chiese di Milano (da S. Maria della Pace e S. Maurizio) affidati a pittori di cultura leonardesca (da Marco d'Oggiono a Bernardino Luini) e l'affermarsi di una originale personalità come quella di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino. La contemporanea presenza a Milano, tra il 1509 e il 1513, di quest'ultimo e di Leonardo, agisce in particolare come una specie di contro circuito formale di tale intensità da non lasciare indenne nessuno degli artisti presenti in città, compresi quelli della vecchia guardia (da Butinone, a Zenale, a Bergognone). Protagonisti di questa stagione sono tuttavia i seguaci di Leonardo, che ne declinano le proposte in una varietà di toni e accenti, da quelli naturalistici di Boltraffio, a quelli più divulgativi di Marco d'Oggiono, a quelli di elegante classicismo di Cesare da Sesto e Luini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.