L’articolo ripercorre, sulla base di un disegno geografico e cronologico, i caratteri e le vicende dell’arte gotica nell’Italia settentrionale, partendo dal Piemonte, dove il gotico si diffonde precocemente in ambito architettonico (basti pensare al Sant’Andrea di Vercelli, eretto nel 1219-27), per poi investire anche il campo della pittura, con esiti che trapassano anche in area lombarda. Qui gli orientamenti gotici, introdotti dai cantieri cistercensi, assumono in ambito architettonico caratteri peculiari che si riverberano per tutto il XIV secolo sia nel campo dell’edilizia religiosa, sia in quello dell’architettura civile e fortiificata, che trova nei castelli viscontei la sua espressione più compiuta. La costruzione e la decorazione scultorea di queste fabbriche è monopolizzata per tutto il Trecento dai così detti “maestri campionasi”, tra i quali emergono, in ambito scultoreo, personalità di assoluto rilievo, come Ugo e Giovanni da Campione, Matteo da Campione e Bonino da Campione, la cui attività, segnata da forti influssi toscani, oltrepassa l’area lombarda, per investire anche centri come Verona e Padova. Influssi toscani trovano riscontro anche in pittura, specie a partire dall’età di Azzone Visconti, ma vengono comunque interpretati in termini originali. La stessa originalità che si evidenzia nella produzione artistica dei domini scaligeri, dove operano artisti come Tommaso da Modena e Altichiero da Zevio.
L'Italia settentrionale. Le contaminazioni del Gotico
VERGANI, Graziano Alfredo
2006-01-01
Abstract
L’articolo ripercorre, sulla base di un disegno geografico e cronologico, i caratteri e le vicende dell’arte gotica nell’Italia settentrionale, partendo dal Piemonte, dove il gotico si diffonde precocemente in ambito architettonico (basti pensare al Sant’Andrea di Vercelli, eretto nel 1219-27), per poi investire anche il campo della pittura, con esiti che trapassano anche in area lombarda. Qui gli orientamenti gotici, introdotti dai cantieri cistercensi, assumono in ambito architettonico caratteri peculiari che si riverberano per tutto il XIV secolo sia nel campo dell’edilizia religiosa, sia in quello dell’architettura civile e fortiificata, che trova nei castelli viscontei la sua espressione più compiuta. La costruzione e la decorazione scultorea di queste fabbriche è monopolizzata per tutto il Trecento dai così detti “maestri campionasi”, tra i quali emergono, in ambito scultoreo, personalità di assoluto rilievo, come Ugo e Giovanni da Campione, Matteo da Campione e Bonino da Campione, la cui attività, segnata da forti influssi toscani, oltrepassa l’area lombarda, per investire anche centri come Verona e Padova. Influssi toscani trovano riscontro anche in pittura, specie a partire dall’età di Azzone Visconti, ma vengono comunque interpretati in termini originali. La stessa originalità che si evidenzia nella produzione artistica dei domini scaligeri, dove operano artisti come Tommaso da Modena e Altichiero da Zevio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.