Trattasi della prima edizione critica di Cómo ha de ser el privado, fondata sull’unico testimone manoscritto conservato alla Biblioteca Menéndez Pelayo di Santander. La commedia, oggetto di ingiuste stroncature e di giudizi malevoli che ne hanno compromesso la valutazione, costituisce una preziosa testimonianza dell’impegno teatrale di Francisco de Quevedo e della sua travagliata relazione con Olivares nel decennio 1620-1630. Ascrivibile al cosiddetto genere delle comedias de privanza, la pièce delinea il ritratto del perfetto privado, idealmente esemplificato nel personaggio di Valisero, alter-ego scenico del Conde-Duque, attraverso una attenta rivisitazione di alcuni fatti storici di cui l’autore è stato testimone, a partire dallo Spanish Match e dal soggiorno madrileno di Charles Stuart (1623) sino al matrimonio per procura dell’Infanta María con il Re d’Ungheria (1629).
FRANCISCO DE QUEVEDO Y VILLEGAS, CÓMO HA DE SER EL PRIVADO, edizione critica, studio introduttivo e commento di L. Gentilli
GENTILLI, Luciana
2004-01-01
Abstract
Trattasi della prima edizione critica di Cómo ha de ser el privado, fondata sull’unico testimone manoscritto conservato alla Biblioteca Menéndez Pelayo di Santander. La commedia, oggetto di ingiuste stroncature e di giudizi malevoli che ne hanno compromesso la valutazione, costituisce una preziosa testimonianza dell’impegno teatrale di Francisco de Quevedo e della sua travagliata relazione con Olivares nel decennio 1620-1630. Ascrivibile al cosiddetto genere delle comedias de privanza, la pièce delinea il ritratto del perfetto privado, idealmente esemplificato nel personaggio di Valisero, alter-ego scenico del Conde-Duque, attraverso una attenta rivisitazione di alcuni fatti storici di cui l’autore è stato testimone, a partire dallo Spanish Match e dal soggiorno madrileno di Charles Stuart (1623) sino al matrimonio per procura dell’Infanta María con il Re d’Ungheria (1629).File | Dimensione | Formato | |
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