Precisazioni su un documento contabile e su due commissioni artistiche dell'arcivescovo Giovanni Visconti

In una scrittura contabile relativa alle spese compiute tra il 1342 e il 1344 dall’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, sono annotati vari pagamenti per i lavori edilizi in corso nei castelli di San Colombano al Lambro e di Melegnano, oltre a versamenti per due imprese artistiche cittadine. Da una attenta analisi del documento, delle altre fonti documentarie note e delle opere conosciute si può stabilire che la prima di tali imprese, le cui spese sono registrate nel rendiconto di ciascuno dei tre anni cui si riferisce il documento, è identificabile con la tomba di Azzone Visconti eretta da Giovanni di Balduccio nella chiesa di San Gottardo in Corte, di cui è perciò possibile per la prima volta stabilire su basi oggettive le coordinate cronologiche (1340-1344). La seconda invece, già identificata da altri studiosi con il gruppo statuario realizzato dallo stesso Giovanni di Balduccio per il tabernacolo di porta Ticinese, risulta invece essere, ad una più attenta lettura del documento, un prezioso reliquiario destinato a contenere la testa di San Pietro Martire, che l’arcivescovo fece eseguire all’indomani della riesumazione del corpo del santo e della sua definitiva deposizione nella grandiosa arca marmorea eretta in suo onore nella chiesa di Sant’Eustorgio, ad opera di Giovanni di Balduccio. Reliquiario scomparso, ma citato da altre fonti documentarie edite ed inedite. Con il che si corregge la proposta avanzata da alcuni studiosi, proprio in base al documento in questione, di datare al 1340-44 le statue di Giovanni di Balduccio per i tabernacoli delle porte medievali di Milano, a partire da quello di porta Ticinese, per i quali, in base a recenti considerazioni di Laura Cavazzini, andrà invece prospettata una cronologia verso il 1347.