Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, con l'affermarsi del gotico, pur senza superare del tutto le formule stereotipate tipiche dei secoli precedenti, la pittura mette a punto nuovi modi di rappresentazione dell'immagine urbana, caratterizzati dalla tendenza verso una raffigurazione sempre più oggettiva e analitica dei dati della realtà. Di quì, innanzitutto, il mutare delle formule sintetiche tipiche dell'alto medievo, che si fanno più descrittive e che, nel caso di opere eseguite da artisti operosi per città a forte identità, iniziano ad ospitare monumenti simbolo dei vari oraginismi urbani, capaci di identificare il centro. In pieno Trecento, questa linea si traduce nella produzione di veri e propri "ritratti di città" (Firenze, Padova, San Gimignano) e trova la sua massima espressione nelle raffigurazioni di Roma. Lo spazio urbano, con le sue strade, i suoi edifici analiticamente descritti, la sua varia umanità diviene infine il palcoscenico praticabile di molte figurazioni sacre e profano, che trovano la loro massima espressione negli affreschi di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena (1338-39) e in quelli di Altichiero nella cappella di San Giorgio presso la baslica del Santo a Padova (1379-84).
Tra simbolo e realtà: immagini di città dal Duecento all'inizio del Quattrocento
VERGANI, Graziano Alfredo
2003-01-01
Abstract
Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, con l'affermarsi del gotico, pur senza superare del tutto le formule stereotipate tipiche dei secoli precedenti, la pittura mette a punto nuovi modi di rappresentazione dell'immagine urbana, caratterizzati dalla tendenza verso una raffigurazione sempre più oggettiva e analitica dei dati della realtà. Di quì, innanzitutto, il mutare delle formule sintetiche tipiche dell'alto medievo, che si fanno più descrittive e che, nel caso di opere eseguite da artisti operosi per città a forte identità, iniziano ad ospitare monumenti simbolo dei vari oraginismi urbani, capaci di identificare il centro. In pieno Trecento, questa linea si traduce nella produzione di veri e propri "ritratti di città" (Firenze, Padova, San Gimignano) e trova la sua massima espressione nelle raffigurazioni di Roma. Lo spazio urbano, con le sue strade, i suoi edifici analiticamente descritti, la sua varia umanità diviene infine il palcoscenico praticabile di molte figurazioni sacre e profano, che trovano la loro massima espressione negli affreschi di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena (1338-39) e in quelli di Altichiero nella cappella di San Giorgio presso la baslica del Santo a Padova (1379-84).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.