Il saggio affronta uno dei temi più ricorrenti, a livello internazionale, nella letteratura scientifica sull’invecchiamento (da quella propriamente gerontologica a quelle di riferimento sociologico, psicologico-sociale e d’analisi dei sistemi di politica sociale): il forte impatto del processo di senilizzazione e delle connesse modificazioni del corso della vita sull’intero assetto dell’organizzazione sociale. In primo luogo esso focalizza le principali generalizzazioni che è possibile trarre dagli studi condotti, in particolare a partire dagli anni ’90, nei Paesi occidentali in cui più evidente s’è rivelata la stretta relazione tra il mutamento socio-culturale ed una discontinuità degli aspetti quantitativi e qualitativi dell’invecchiamento, che, in particolare nella società italiana, non ha precedenti storici di uguale portata e profondità: l’eterogeneità interna alla popolazione che invecchia tende a crescere in misura proporzionale all’attenuarsi delle differenze tra la popolazione adulta e quella che convenzionalmente ancora si definisce la popolazione anziana (over 65); tale eterogeneità si diffonde progressivamente nell’intera popolazione anziana, rispettando sempre meno, cioè, la distinzione tra anziani e vecchi; il processo di senilizzazione si presenta sempre più come un fenomeno segnato da una forte ambivalenza: la contestuale crescita degli “anziani attivi” e delle persone (i “grandi anziani”), prevalentemente appartenenti alle classi d’età più avanzata, in stato di fragilità a riguardo sia dello stato di salute e dell’autonomia funzionale, sia dello status socio-economico e del grado d’integrazione funzionale. Si tratta di generalizzazioni che il saggio utilizza, nello sviluppo dell’analisi, come chiavi di lettura del trend più recente del processo di senilizzazione della società italiana. L’analisi sociologica di tali trasformazioni, peraltro, non solo è diretta alla focalizzazione di alcuni fra i tratti più distintivi dell’attuale società contemporanea ma ha anche evidenti motivi di “spendibilità” nella messa in luce delle implicazioni che tali mutamenti hanno sulle politiche di welfare. Da tale analisi emerge come la radicalità del processo di senilizzazione, più che dai suoi ritmi sempre più accelerati, sia da ricondurre, anche in Italia, ai due fenomeni che l’hanno accompagnata: la differenziazione crescente del processo d’invecchiamento e la sempre più evidente eterogeneità della popolazione anziana. Si tratta di due caratteristiche che risultano dall’analisi delle diverse e correlate dimensioni del processo di senilizzazione. L’emergenza di una società italiana caratterizzata da un’ormai vasta presenza di “nuovi anziani” e di una “galassia anziani”, infatti, è così interpretata come il risultato di un’interazione di un insieme di fenomeni quali, in primo luogo: i mutamenti della struttura demografica della popolazione dal punto di vista della composizione per età; i cambiamenti dell’organizzazione sociale del corso della vita (in particolare a riguardo delle soglie di transizione dall’età adulta a quella “involutiva”); le trasformazioni delle microreti di relazione sociale (da quelle familiari a quelle parentali, di vicinato e di “comunità”), con un forte impatto a livello sia dei sistemi d’integrazione sociale degli anziani sia del sistema del lavoro di cura informale; i cambiamenti dei modelli socio-culturali di riferimento, sia nell’ambito delle relazioni di vita quotidiana e di uso del tempo, sia nella partecipazione sociale e negli stessi comportamenti di consumo; le trasformazioni, qualitative e quantitative, della domanda di cure e di servizi alla persona da parte della popolazione anziana d’oggi che si sono determinate ed espresse in stretta relazione con i mutamenti di cui sopra e che si manifestano, in particolare, nella crescita della domanda di prestazioni ad alta intensità assistenziale, sia in ambito propriamente sanitario, sia nei servizi socio-assistenziali.
Invecchiamento della popolazione, stato di salute e domanda di servizi
PORCU, Sebastiano
2008-01-01
Abstract
Il saggio affronta uno dei temi più ricorrenti, a livello internazionale, nella letteratura scientifica sull’invecchiamento (da quella propriamente gerontologica a quelle di riferimento sociologico, psicologico-sociale e d’analisi dei sistemi di politica sociale): il forte impatto del processo di senilizzazione e delle connesse modificazioni del corso della vita sull’intero assetto dell’organizzazione sociale. In primo luogo esso focalizza le principali generalizzazioni che è possibile trarre dagli studi condotti, in particolare a partire dagli anni ’90, nei Paesi occidentali in cui più evidente s’è rivelata la stretta relazione tra il mutamento socio-culturale ed una discontinuità degli aspetti quantitativi e qualitativi dell’invecchiamento, che, in particolare nella società italiana, non ha precedenti storici di uguale portata e profondità: l’eterogeneità interna alla popolazione che invecchia tende a crescere in misura proporzionale all’attenuarsi delle differenze tra la popolazione adulta e quella che convenzionalmente ancora si definisce la popolazione anziana (over 65); tale eterogeneità si diffonde progressivamente nell’intera popolazione anziana, rispettando sempre meno, cioè, la distinzione tra anziani e vecchi; il processo di senilizzazione si presenta sempre più come un fenomeno segnato da una forte ambivalenza: la contestuale crescita degli “anziani attivi” e delle persone (i “grandi anziani”), prevalentemente appartenenti alle classi d’età più avanzata, in stato di fragilità a riguardo sia dello stato di salute e dell’autonomia funzionale, sia dello status socio-economico e del grado d’integrazione funzionale. Si tratta di generalizzazioni che il saggio utilizza, nello sviluppo dell’analisi, come chiavi di lettura del trend più recente del processo di senilizzazione della società italiana. L’analisi sociologica di tali trasformazioni, peraltro, non solo è diretta alla focalizzazione di alcuni fra i tratti più distintivi dell’attuale società contemporanea ma ha anche evidenti motivi di “spendibilità” nella messa in luce delle implicazioni che tali mutamenti hanno sulle politiche di welfare. Da tale analisi emerge come la radicalità del processo di senilizzazione, più che dai suoi ritmi sempre più accelerati, sia da ricondurre, anche in Italia, ai due fenomeni che l’hanno accompagnata: la differenziazione crescente del processo d’invecchiamento e la sempre più evidente eterogeneità della popolazione anziana. Si tratta di due caratteristiche che risultano dall’analisi delle diverse e correlate dimensioni del processo di senilizzazione. L’emergenza di una società italiana caratterizzata da un’ormai vasta presenza di “nuovi anziani” e di una “galassia anziani”, infatti, è così interpretata come il risultato di un’interazione di un insieme di fenomeni quali, in primo luogo: i mutamenti della struttura demografica della popolazione dal punto di vista della composizione per età; i cambiamenti dell’organizzazione sociale del corso della vita (in particolare a riguardo delle soglie di transizione dall’età adulta a quella “involutiva”); le trasformazioni delle microreti di relazione sociale (da quelle familiari a quelle parentali, di vicinato e di “comunità”), con un forte impatto a livello sia dei sistemi d’integrazione sociale degli anziani sia del sistema del lavoro di cura informale; i cambiamenti dei modelli socio-culturali di riferimento, sia nell’ambito delle relazioni di vita quotidiana e di uso del tempo, sia nella partecipazione sociale e negli stessi comportamenti di consumo; le trasformazioni, qualitative e quantitative, della domanda di cure e di servizi alla persona da parte della popolazione anziana d’oggi che si sono determinate ed espresse in stretta relazione con i mutamenti di cui sopra e che si manifestano, in particolare, nella crescita della domanda di prestazioni ad alta intensità assistenziale, sia in ambito propriamente sanitario, sia nei servizi socio-assistenziali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.