Lo studio si sofferma sul significato precipuo della Pedagogia contemporanea, indicando alcuni itinerari da perseguire per un maggiore accreditamento della sua scientificità e un più consistente inveramento della sua utilità. Le qualità euristiche ed ermeneutiche della Pedagogia si nutrono delle metafore della “sfida” e dell’“utopia”, declinabili sul versante educativo in termini di domanda contestuale e di risposta intermedia e concomitante alle criticità pure emergenziali. La Pedagogia italiana, talora dimentica del suo mandato, si è cristallizzata su posizioni velleitarie piuttosto che incidere, in tutta la sua portata, a favore dell’innovazione e del cambiamento societari. Occorrono, pertanto: una maggiore unità e una più consolidata prassi di unitarietà disciplinare tra i pedagogisti; la creazione di un inedito lessico pedagogico, più diretto e immediato, che renda le suggestioni pedagogicamente orientate finalmente fruibili ai protagonisti dei compositi, e sempre più divisi, scenari educativi; una Pedagogia, inoltre, che si “sporchi le mani” con le più recenti fenomenologie, rispondendo all’appello concreto della storia per mezzo della “profezia vincente e realizzabile”. Emerge la necessità di una vera e propria “pedagogia di strada”, accanto alla tradizionale “educazione di strada”, specie in un’epoca figurabile davvero quale urgente di pedagogia e di educazione, segnata da solitudini, crisi, smarrimenti e incertezze diffusi. È giunto il tempo della “pedagogia praticabile”, che dialoghi con i molteplici saperi affini senza per questo perdere la propria specificità, “con una mediazione” paritetica e “mai al ribasso”. La prima sfida-utopia enucleata, pertanto, è quella di “tornare a contare come pedagogisti nel nostro Paese”, attraverso le tre vie menzionate: essere uniti, dialogare con le scienze che condividono il medesimo oggetto d’indagine – pure nel rispetto dei confini disciplinari e delle differenti unità investigative –, e non avere paura del cambiamento. La seconda sfida-utopia è quella di una Pedagogia che “torni a insegnare a vivere”, nell’equilibrio ricercato tra la “stabilità” della persona e una “formazione sempre in divenire”. Come esempi paradigmatici si propongono, per la prima sfida-utopia, l’accreditamento dell’e-learning “sul versante del sistema universitario”, e, per la seconda, la ricerca pedagogico-educativa tesa all’avvaloramento concreto della “stabilità coniugale e familiare” nel rispetto della circolarità persona-coppia-famiglia. La Pedagogia, nutrendosi di utopie, non solo riconosce l’istanza di perfettibilità della persona, sempre orientata al trascendimento dell’esistente e, dunque, all’auto-trascendimento, ma conferma la “praticabilità storica” del mandato educativo, che, nel procedere “oltre”, concorre all’attualizzazione intenzionata di un futuro migliore.

Le sfide pedagogiche, le utopie educative. Le sfide educative, le utopie pedagogiche

CORSI, Michele
2009-01-01

Abstract

Lo studio si sofferma sul significato precipuo della Pedagogia contemporanea, indicando alcuni itinerari da perseguire per un maggiore accreditamento della sua scientificità e un più consistente inveramento della sua utilità. Le qualità euristiche ed ermeneutiche della Pedagogia si nutrono delle metafore della “sfida” e dell’“utopia”, declinabili sul versante educativo in termini di domanda contestuale e di risposta intermedia e concomitante alle criticità pure emergenziali. La Pedagogia italiana, talora dimentica del suo mandato, si è cristallizzata su posizioni velleitarie piuttosto che incidere, in tutta la sua portata, a favore dell’innovazione e del cambiamento societari. Occorrono, pertanto: una maggiore unità e una più consolidata prassi di unitarietà disciplinare tra i pedagogisti; la creazione di un inedito lessico pedagogico, più diretto e immediato, che renda le suggestioni pedagogicamente orientate finalmente fruibili ai protagonisti dei compositi, e sempre più divisi, scenari educativi; una Pedagogia, inoltre, che si “sporchi le mani” con le più recenti fenomenologie, rispondendo all’appello concreto della storia per mezzo della “profezia vincente e realizzabile”. Emerge la necessità di una vera e propria “pedagogia di strada”, accanto alla tradizionale “educazione di strada”, specie in un’epoca figurabile davvero quale urgente di pedagogia e di educazione, segnata da solitudini, crisi, smarrimenti e incertezze diffusi. È giunto il tempo della “pedagogia praticabile”, che dialoghi con i molteplici saperi affini senza per questo perdere la propria specificità, “con una mediazione” paritetica e “mai al ribasso”. La prima sfida-utopia enucleata, pertanto, è quella di “tornare a contare come pedagogisti nel nostro Paese”, attraverso le tre vie menzionate: essere uniti, dialogare con le scienze che condividono il medesimo oggetto d’indagine – pure nel rispetto dei confini disciplinari e delle differenti unità investigative –, e non avere paura del cambiamento. La seconda sfida-utopia è quella di una Pedagogia che “torni a insegnare a vivere”, nell’equilibrio ricercato tra la “stabilità” della persona e una “formazione sempre in divenire”. Come esempi paradigmatici si propongono, per la prima sfida-utopia, l’accreditamento dell’e-learning “sul versante del sistema universitario”, e, per la seconda, la ricerca pedagogico-educativa tesa all’avvaloramento concreto della “stabilità coniugale e familiare” nel rispetto della circolarità persona-coppia-famiglia. La Pedagogia, nutrendosi di utopie, non solo riconosce l’istanza di perfettibilità della persona, sempre orientata al trascendimento dell’esistente e, dunque, all’auto-trascendimento, ma conferma la “praticabilità storica” del mandato educativo, che, nel procedere “oltre”, concorre all’attualizzazione intenzionata di un futuro migliore.
2009
9788856807271
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