Le Marche detengono uno dei tassi di insediamento migratorio più significativo in ambito nazionale ed europeo. Si tratta di una immigrazione che vanta un basso impatto sociale. In parallelo, appare un processo che manca di legittimazione (in termini di integrazione culturale, in primo luogo), di una sua riconoscibilità. La struttura territoriale e produttiva della Regione ha indotto la nebulizzazione dell’impatto migratorio, equamente ripartito tra le città e i comuni di dimensione inferiore. Anche per questo motivo, i percorsi di integrazione sono stati nelle Marche più rapidi che altrove. Il fabbisogno di manodopera (qualificata e non) del sistema economico-produttivo è certamente uno dei fattori determinanti di un fenomeno di dimensioni tanto significative. Tanto più in alcuni distretti industriali, ove la carenza di forza-lavoro appare a molti osservatori un limite allo sviluppo di interi settori produttivi. Nel complesso, a conclusione di una lettura dell’immigrazione extracomunitaria nelle Marche, emerge un quadro di forte compatibilità ambientale. Ha avuto luogo in questi anni una integrazione di fatto, sostanziale e sotto traccia; un’inclusione senza conflitto, ma anche, senza riconoscimento.
L’immigrazione extracomunitaria nelle Marche
VERDUCCI, FRANCESCO
2005-01-01
Abstract
Le Marche detengono uno dei tassi di insediamento migratorio più significativo in ambito nazionale ed europeo. Si tratta di una immigrazione che vanta un basso impatto sociale. In parallelo, appare un processo che manca di legittimazione (in termini di integrazione culturale, in primo luogo), di una sua riconoscibilità. La struttura territoriale e produttiva della Regione ha indotto la nebulizzazione dell’impatto migratorio, equamente ripartito tra le città e i comuni di dimensione inferiore. Anche per questo motivo, i percorsi di integrazione sono stati nelle Marche più rapidi che altrove. Il fabbisogno di manodopera (qualificata e non) del sistema economico-produttivo è certamente uno dei fattori determinanti di un fenomeno di dimensioni tanto significative. Tanto più in alcuni distretti industriali, ove la carenza di forza-lavoro appare a molti osservatori un limite allo sviluppo di interi settori produttivi. Nel complesso, a conclusione di una lettura dell’immigrazione extracomunitaria nelle Marche, emerge un quadro di forte compatibilità ambientale. Ha avuto luogo in questi anni una integrazione di fatto, sostanziale e sotto traccia; un’inclusione senza conflitto, ma anche, senza riconoscimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.