La ricerca oggetto del saggio si incentra su un tema specifico, quello degli atteggiamenti degli autoctoni verso gli immigrati stranieri, e mette a fuoco in particolare alcuni aspetti cruciali del rapporto tra identità politica - orientamento di voto e grado di partecipazione politica - dei cittadini italiani e costruzione sociale dell’immagine dei “nuovi venuti”. L’indagine è stata condotta nell’ambito della realtà urbana di Bologna, città di dimensioni mediamente elevate che presenta un discreto grado di benessere economico diffuso. Il contesto che fa da sfondo è particolarmente stimolante anche in ragione dell’inattesa svolta che si è verificata nelle vicende politico-istituzionali locali all’epoca della rilevazione dei dati (aprile 1999 - giugno 2000), portando per la prima volta dal dopoguerra ad un governo comunale di centro-destra. I 120 soggetti che formano il campione, di tipo non probabilistico, si caratterizzano per diverse gradazioni di impegno in politica – da semplici elettori a militanti – e appartengono per orientamento politico ad Alleanza nazionale e ai Democratici di Sinistra. Un’ulteriore precisazione è necessaria: nel periodo di riferimento in tema di immigrazione era ancora in vigore la legge Turco-Napolitano (la n. 40 del 1998). Il piano di rilevazione ha previsto la conduzione di un colloquio in profondità e la somministrazione di un questionario. Il focus analitico è centrato sulle seguenti tematiche legate alle presenze straniere: pregi e difetti attribuiti agli immigrati, la consistenza numerica percepita rispetto al fenomeno, le ripercussioni sociali, economiche e politiche della presunta competizione tra autoctoni e immigrati per le risorse materiali scarsamente disponibili, la diffusione di religioni diverse, il senso di minaccia avvertito per l’identità nazionale. Complessivamente, i risultati della ricerca suffragano l’ipotesi secondo cui chi si identifica politicamente nella destra manifesterebbe nell’insieme atteggiamenti maggiormente orientati alla chiusura sociale verso gli immigrati rispetto a chi si colloca a sinistra. La prevalenza delle variabili ideologico-identitarie sulle disuguaglianze sociali e sulle determinanti contestuali rappresenta un dato non in discussione: ciò vale sia per i termini di confronto contingenti, come casa e lavoro, sia per le tematiche di tipo culturale, come l’identità nazionale e la religione. Queste evidenze sono ampiamente documentate nella letteratura di riferimento. Ma, mentre nella forma esplicita il pregiudizio si dimostra attributo quasi esclusivo della destra, la dimensione latente, moderna, del pregiudizio coinvolge entrambi gli schieramenti e ne avvicina gli atteggiamenti. A sinistra, soprattutto gli individui con una limitata partecipazione in politica e con un livello di istruzione non particolarmente elevato possono assumere posizioni discriminatorie nei confronti degli immigrati relativamente assimilabili a quelle della destra. In altri termini, a determinate condizioni, forme di discriminazione “fredde” e socialmente accettabili superano le barriere delle appartenenze ideologiche. Dal momento che il campione non è rappresentativo, almeno per la parte quantitativa questi risultati non consentono di trarre conclusioni di tipo generale. Ma il progressivo venir meno dei referenti ideologici e una certa vulnerabilità della sinistra di fronte a problematiche come l’immigrazione straniera possono procurare ipotesi stimolanti per nuovi percorsi di ricerca.
Accogliere, tollerare, respingere. Autoctoni di opposto orientamento politico verso gli immigrati stranieri
ZANIER, Maria Letizia
2005-01-01
Abstract
La ricerca oggetto del saggio si incentra su un tema specifico, quello degli atteggiamenti degli autoctoni verso gli immigrati stranieri, e mette a fuoco in particolare alcuni aspetti cruciali del rapporto tra identità politica - orientamento di voto e grado di partecipazione politica - dei cittadini italiani e costruzione sociale dell’immagine dei “nuovi venuti”. L’indagine è stata condotta nell’ambito della realtà urbana di Bologna, città di dimensioni mediamente elevate che presenta un discreto grado di benessere economico diffuso. Il contesto che fa da sfondo è particolarmente stimolante anche in ragione dell’inattesa svolta che si è verificata nelle vicende politico-istituzionali locali all’epoca della rilevazione dei dati (aprile 1999 - giugno 2000), portando per la prima volta dal dopoguerra ad un governo comunale di centro-destra. I 120 soggetti che formano il campione, di tipo non probabilistico, si caratterizzano per diverse gradazioni di impegno in politica – da semplici elettori a militanti – e appartengono per orientamento politico ad Alleanza nazionale e ai Democratici di Sinistra. Un’ulteriore precisazione è necessaria: nel periodo di riferimento in tema di immigrazione era ancora in vigore la legge Turco-Napolitano (la n. 40 del 1998). Il piano di rilevazione ha previsto la conduzione di un colloquio in profondità e la somministrazione di un questionario. Il focus analitico è centrato sulle seguenti tematiche legate alle presenze straniere: pregi e difetti attribuiti agli immigrati, la consistenza numerica percepita rispetto al fenomeno, le ripercussioni sociali, economiche e politiche della presunta competizione tra autoctoni e immigrati per le risorse materiali scarsamente disponibili, la diffusione di religioni diverse, il senso di minaccia avvertito per l’identità nazionale. Complessivamente, i risultati della ricerca suffragano l’ipotesi secondo cui chi si identifica politicamente nella destra manifesterebbe nell’insieme atteggiamenti maggiormente orientati alla chiusura sociale verso gli immigrati rispetto a chi si colloca a sinistra. La prevalenza delle variabili ideologico-identitarie sulle disuguaglianze sociali e sulle determinanti contestuali rappresenta un dato non in discussione: ciò vale sia per i termini di confronto contingenti, come casa e lavoro, sia per le tematiche di tipo culturale, come l’identità nazionale e la religione. Queste evidenze sono ampiamente documentate nella letteratura di riferimento. Ma, mentre nella forma esplicita il pregiudizio si dimostra attributo quasi esclusivo della destra, la dimensione latente, moderna, del pregiudizio coinvolge entrambi gli schieramenti e ne avvicina gli atteggiamenti. A sinistra, soprattutto gli individui con una limitata partecipazione in politica e con un livello di istruzione non particolarmente elevato possono assumere posizioni discriminatorie nei confronti degli immigrati relativamente assimilabili a quelle della destra. In altri termini, a determinate condizioni, forme di discriminazione “fredde” e socialmente accettabili superano le barriere delle appartenenze ideologiche. Dal momento che il campione non è rappresentativo, almeno per la parte quantitativa questi risultati non consentono di trarre conclusioni di tipo generale. Ma il progressivo venir meno dei referenti ideologici e una certa vulnerabilità della sinistra di fronte a problematiche come l’immigrazione straniera possono procurare ipotesi stimolanti per nuovi percorsi di ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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