Il saggio affronta tre nozioni centrali nelle moderne teorie filosofiche: quella di verità e quella di riferimento sono di ampio uso nella semantica; la nozione di esemplificazione è meno studiata ed è solitamente legata agli studi di Nelson Goodman sui linguaggi dell'arte. Il saggio sviluppa la nozione goodmaniana di esemplificazione: dove Goodman aveva riconosciuto 2 tipi (esemplificazione letterale e metaforica), Gérard Genette ne aveva aggiunto un terzo (esempl. metonimica). A questi l'autore aggiunge tre ulteriori tipi. Nelle diverse forme di linguaggio si può infatti esemplificare la Hierheit dell'evento comunicativo, e/o la lawlikeness del comunicato, e/o la modalità di codifica messa in atto dai comunicanti (endo- o exosomatica). questi risultati sviluppano obiettivamente qualcosa che non era in Goodman. Un altro tema trattato nel saggio è quello relativo al formato di una teoria dei linguaggi esemplificazionali: dovrà essa essere una teoria del riferimento esemplificazionale, come pensava Goodman? ovvero potrà strutturarsi come una teoria della verità in senso tarskiano/davidsoniano? Vari argomenti pro e contro vengono portati, alla luce di una interpretazione non standard di un passaggio dove Davidson dice che "we cannot help noticing that truth is not, by Tarski's own account, a semantic concept" (In defence of convention T). Se questa interpretazione fosse corretta, si aprirebbe la possibilità di avvalersi della nozione di verità in una accezione non-semantica.
Esemplificazione, Riferimento e Verità. Il contributo di Nelson Goodman ad una filosofia dei linguaggi
LA MATINA, Vincenzo Marcello
2007-01-01
Abstract
Il saggio affronta tre nozioni centrali nelle moderne teorie filosofiche: quella di verità e quella di riferimento sono di ampio uso nella semantica; la nozione di esemplificazione è meno studiata ed è solitamente legata agli studi di Nelson Goodman sui linguaggi dell'arte. Il saggio sviluppa la nozione goodmaniana di esemplificazione: dove Goodman aveva riconosciuto 2 tipi (esemplificazione letterale e metaforica), Gérard Genette ne aveva aggiunto un terzo (esempl. metonimica). A questi l'autore aggiunge tre ulteriori tipi. Nelle diverse forme di linguaggio si può infatti esemplificare la Hierheit dell'evento comunicativo, e/o la lawlikeness del comunicato, e/o la modalità di codifica messa in atto dai comunicanti (endo- o exosomatica). questi risultati sviluppano obiettivamente qualcosa che non era in Goodman. Un altro tema trattato nel saggio è quello relativo al formato di una teoria dei linguaggi esemplificazionali: dovrà essa essere una teoria del riferimento esemplificazionale, come pensava Goodman? ovvero potrà strutturarsi come una teoria della verità in senso tarskiano/davidsoniano? Vari argomenti pro e contro vengono portati, alla luce di una interpretazione non standard di un passaggio dove Davidson dice che "we cannot help noticing that truth is not, by Tarski's own account, a semantic concept" (In defence of convention T). Se questa interpretazione fosse corretta, si aprirebbe la possibilità di avvalersi della nozione di verità in una accezione non-semantica.File | Dimensione | Formato | |
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