Il saggio offre una re-interpretazione sintetica del monumentale capolavoro di Melville. Nonostante l’esuberanza proto-modernista di linguaggi e sistemi di segni, citazioni e intertesti, generi e sottogeneri letterari, tecniche narrative e metanarrative, episodi e storie nella storia, digressioni e riflessioni, l’opera, nel suo insieme, ha una sua struttura dominante, con una sequenza proairetica che determina agenti, azione e meta finale. In estrema sintesi, il romanzo rappresenta il salvataggio fortuito di un singolo individuo di contro alla distruzione dell’intero corpo sociale sulla nave di Stato. A quell’unico superstite, Ismaele, viene concesso di tornare in America per raccontare all’America stessa la storia di un viaggio senza ritorno. L’unità epico-eroica a bordo discende da un assetto dato e condiviso che viene però irrigidito e manipolato dal capitano Achab. Parimenti, lo scopo comune del viaggio, sottoscritto per contratto volontario, viene snaturato da un’aberrazione monomaniaca del comandante tramite strategie di persuasione e contagio, da un lato, e controllo e repressione, dall’altro. Attivate dall’alto, queste tattiche si impongono in virtù di una dialettica di supremazia politica, sostenuta da un’ideologia soggettiva e autoritaria, elevata a metafisica universale del conflitto eroico tipico del romanzesco moderno. E di questa dialettica Achab si serve per guadagnare il consenso alla base e neutralizzare il dissenso ai vertici, imponendo tanto all’equipaggio quanto agli ufficiali la sua volontà di dominio ai fini dell’intento che persegue inflessibile: un intento autodistruttivo e distruttivo che condurrà tutti, tranne uno, alla catastrofe.
Herman Melville, Moby-Dick (1851)
Nori, Giuseppe
2025-01-01
Abstract
Il saggio offre una re-interpretazione sintetica del monumentale capolavoro di Melville. Nonostante l’esuberanza proto-modernista di linguaggi e sistemi di segni, citazioni e intertesti, generi e sottogeneri letterari, tecniche narrative e metanarrative, episodi e storie nella storia, digressioni e riflessioni, l’opera, nel suo insieme, ha una sua struttura dominante, con una sequenza proairetica che determina agenti, azione e meta finale. In estrema sintesi, il romanzo rappresenta il salvataggio fortuito di un singolo individuo di contro alla distruzione dell’intero corpo sociale sulla nave di Stato. A quell’unico superstite, Ismaele, viene concesso di tornare in America per raccontare all’America stessa la storia di un viaggio senza ritorno. L’unità epico-eroica a bordo discende da un assetto dato e condiviso che viene però irrigidito e manipolato dal capitano Achab. Parimenti, lo scopo comune del viaggio, sottoscritto per contratto volontario, viene snaturato da un’aberrazione monomaniaca del comandante tramite strategie di persuasione e contagio, da un lato, e controllo e repressione, dall’altro. Attivate dall’alto, queste tattiche si impongono in virtù di una dialettica di supremazia politica, sostenuta da un’ideologia soggettiva e autoritaria, elevata a metafisica universale del conflitto eroico tipico del romanzesco moderno. E di questa dialettica Achab si serve per guadagnare il consenso alla base e neutralizzare il dissenso ai vertici, imponendo tanto all’equipaggio quanto agli ufficiali la sua volontà di dominio ai fini dell’intento che persegue inflessibile: un intento autodistruttivo e distruttivo che condurrà tutti, tranne uno, alla catastrofe.| File | Dimensione | Formato | |
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