Adolfo Zamboni è stata una di quelle rare persone capaci di vivere esistenze plurime: eroe pluridecorato della Grande guerra, unico docente di scuola secondaria a non essere iscritto al partito fascista, autore di manuali di insegnamento, dissidente sorvegliato dalla polizia, colonna del movimento partigiano a Padova, prigioniero torturato dalla famigerata banda Carità, provveditore agli studi. E in tutte queste vesti, una sola regola di comportamento: l’abnegazione totale, all’insegna di una moralità al di sopra di ogni sospetto. Zamboni fu infatti del tutto alieno dalle scelte di comodo o semplicemente scontate; avverso ai compromessi, non si piegò mai a richieste o pressioni che poteva vivere come imposizioni. Anzi, scelse di frequente la via più impervia, irta di ostacoli, sempre però nell’assoluta coerenza a una dirittura morale che si dimostrò essere cristallina. Duro nei giudizi, si scagliò contro gli «spiriti docilmente curvilinei», vale a dire coloro i quali vennero a patti col regime – e furono molti – vuoi per calcolo, vuoi per vigliaccheria, vuoi per quieto vivere. Posizioni tanto nobili quanto pesanti da sostenere, delle quali pagò non di rado le conseguenze.
Contro gli spiriti docilmente curvilinei. Vita e impegno di Adolfo Zamboni
Targhetta, F.
2025-01-01
Abstract
Adolfo Zamboni è stata una di quelle rare persone capaci di vivere esistenze plurime: eroe pluridecorato della Grande guerra, unico docente di scuola secondaria a non essere iscritto al partito fascista, autore di manuali di insegnamento, dissidente sorvegliato dalla polizia, colonna del movimento partigiano a Padova, prigioniero torturato dalla famigerata banda Carità, provveditore agli studi. E in tutte queste vesti, una sola regola di comportamento: l’abnegazione totale, all’insegna di una moralità al di sopra di ogni sospetto. Zamboni fu infatti del tutto alieno dalle scelte di comodo o semplicemente scontate; avverso ai compromessi, non si piegò mai a richieste o pressioni che poteva vivere come imposizioni. Anzi, scelse di frequente la via più impervia, irta di ostacoli, sempre però nell’assoluta coerenza a una dirittura morale che si dimostrò essere cristallina. Duro nei giudizi, si scagliò contro gli «spiriti docilmente curvilinei», vale a dire coloro i quali vennero a patti col regime – e furono molti – vuoi per calcolo, vuoi per vigliaccheria, vuoi per quieto vivere. Posizioni tanto nobili quanto pesanti da sostenere, delle quali pagò non di rado le conseguenze.| File | Dimensione | Formato | |
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