Il contributo si propone di mettere in evidenza le caratteristiche e la configurazione dell’insegnamento della storia a partire dalla riforma Gentile del 1923, per giungere, sostanzialmente, fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale. In particolare, l’analisi si sofferma sul ruolo rivestito da questa disciplina nei programmi di studio delle scuole elementari e secondarie, oltre che all’interno dei dibattiti culturali e pedagogici incardinati principalmente sulle concrete finalità attribuite al sapere storico nell’ambito della formazione non solo culturale, ma anche e soprattutto etico-civile delle nuove generazioni. Tale approfondimento sulle modificazioni subite dalle metodologie di insegnamento, dalle competenze disciplinari degli insegnanti e, anzitutto, dai contenuti ideologici e culturali delle varie discipline all’indomani dell’avvento del regime fascista, insieme a quello sulla manualistica scolastica, consentono di lumeggiare le modalità con cui la politica sia stata in grado di penetrare in maniera capillare all’interno del contesto scolastico di grado inferiore e superiore, e sia riuscita a farsi espressione di un periodo storico particolarmente complesso, fatto di contraddizioni e “costrizioni”, e che continuava a volgere lo sguardo al glorioso passato nazionale. In tal senso, esplicito era il richiamo al mito dell’Impero romano, alla cui grandezza il fascismo aspirava e verso cui voleva porsi come un elemento di indissolubile continuità.
L’insegnamento della storia e la manualistica storica da Gentile a Bottai
Ascenzi, Anna
2024-01-01
Abstract
Il contributo si propone di mettere in evidenza le caratteristiche e la configurazione dell’insegnamento della storia a partire dalla riforma Gentile del 1923, per giungere, sostanzialmente, fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale. In particolare, l’analisi si sofferma sul ruolo rivestito da questa disciplina nei programmi di studio delle scuole elementari e secondarie, oltre che all’interno dei dibattiti culturali e pedagogici incardinati principalmente sulle concrete finalità attribuite al sapere storico nell’ambito della formazione non solo culturale, ma anche e soprattutto etico-civile delle nuove generazioni. Tale approfondimento sulle modificazioni subite dalle metodologie di insegnamento, dalle competenze disciplinari degli insegnanti e, anzitutto, dai contenuti ideologici e culturali delle varie discipline all’indomani dell’avvento del regime fascista, insieme a quello sulla manualistica scolastica, consentono di lumeggiare le modalità con cui la politica sia stata in grado di penetrare in maniera capillare all’interno del contesto scolastico di grado inferiore e superiore, e sia riuscita a farsi espressione di un periodo storico particolarmente complesso, fatto di contraddizioni e “costrizioni”, e che continuava a volgere lo sguardo al glorioso passato nazionale. In tal senso, esplicito era il richiamo al mito dell’Impero romano, alla cui grandezza il fascismo aspirava e verso cui voleva porsi come un elemento di indissolubile continuità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


