L’assetto sacro-secolare degli Stati Uniti d’America, secondo Sacvan Bercovitch, può essere meglio compreso non tanto sulla base della cosiddetta identità puritana del paese, quanto in virtù del contributo che i Puritani apportarono alla simbologia americana: «una simbologia culturale incentrata sulla visione dell’America», veicolata, reiterata e corroborata da esortazioni e affermazioni retoriche, discorsi e orazioni con cui nei «rituali» comunitari si celebrava un’identità «federale» destinata a evolversi e ampliarsi a livello continentale. Il presente volume torna a interrogarsi su questa messe dell’immaginazione puritana coloniale: un vero e proprio genere letterario che, con al centro il sermone, si è perpetuato nel suo insieme come «espressione organica della comunità». Adottando due prospettive teorico-analitiche distinte, pur parallele e in dialogo tra loro, quella linguistico-retorica e quella critico-letteraria, i vari saggi in esso raccolti si concentrano su esempi rappresentativi che evidenziano il retaggio e le trasformazioni dell’omiletica puritana, tra adattamenti e contaminazioni, lungo un arco, pur a grandi linee, diacronico che va dai cosiddetti farewell sermons del primo Seicento ai discorsi di Barack Obama dei primi decenni del Duemila.
Il sermone puritano tra adattamenti e contaminazioni
Nori, Giuseppe;
2024-01-01
Abstract
L’assetto sacro-secolare degli Stati Uniti d’America, secondo Sacvan Bercovitch, può essere meglio compreso non tanto sulla base della cosiddetta identità puritana del paese, quanto in virtù del contributo che i Puritani apportarono alla simbologia americana: «una simbologia culturale incentrata sulla visione dell’America», veicolata, reiterata e corroborata da esortazioni e affermazioni retoriche, discorsi e orazioni con cui nei «rituali» comunitari si celebrava un’identità «federale» destinata a evolversi e ampliarsi a livello continentale. Il presente volume torna a interrogarsi su questa messe dell’immaginazione puritana coloniale: un vero e proprio genere letterario che, con al centro il sermone, si è perpetuato nel suo insieme come «espressione organica della comunità». Adottando due prospettive teorico-analitiche distinte, pur parallele e in dialogo tra loro, quella linguistico-retorica e quella critico-letteraria, i vari saggi in esso raccolti si concentrano su esempi rappresentativi che evidenziano il retaggio e le trasformazioni dell’omiletica puritana, tra adattamenti e contaminazioni, lungo un arco, pur a grandi linee, diacronico che va dai cosiddetti farewell sermons del primo Seicento ai discorsi di Barack Obama dei primi decenni del Duemila.File | Dimensione | Formato | |
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