Le società contemporanee sono continuamente esposte a una successione rapida e imprevedibile di shock, questo le colloca in una posizione unica nella storia. Eventi estremi in rapida successione, siano essi di natura climatica, sociosanitaria o economica, hanno messo in luce la necessità di sviluppare sistemi che non solo rispondano alle crisi, ma siano anche proattivi nel prevenirle o almeno mitigarne gli impatti. La risposta potrebbe risiedere nel concetto di "resilienza". Tale termine, come espresso da Holling (1973) e successivamente sviluppato in diverse discipline, si riferisce alla capacità di un sistema di assorbire perturbazioni, riorganizzarsi e proseguire con le proprie funzioni. Le società potrebbero essere ri-progettate ponendo una forte enfasi sulla resilienza, per affrontare efficacemente le sfide di un mondo sempre più interconnesso e in rapido cambiamento. La resilienza, nel contesto sociale e sistemico, va quindi oltre la semplice capacità di ritornare allo stato iniziale dopo un evento. Si tratta di sviluppare la capacità di adattarsi e prosperare in un ambiente in rapida evoluzione, anticipando e preparandosi ai cambiamenti futuri. In tal senso, non riguarda solo la resistenza agli shock, ma anche l'apprendimento da essi. Orientarsi verso la resilienza richiede un cambio di mentalità. Occorre abbandonare l'idea che le società possano tornare allo stato di equilibrio, se mai ne esistesse uno, dopo una crisi. L’obiettivo diventa invece quello di navigare tra le perturbazioni, apprendendo e adattandosi di conseguenza. È ormai evidente come gli shock continueranno a presentarsi con una frequenza sempre maggiore. Orientare le società verso la resilienza può offrire un percorso non solo per sopravvivere, ma per prosperare in questo nuovo paradigma. Con la giusta combinazione di strategie e risorse, le società possono trasformare queste sfide in opportunità, dando forma a un futuro più sostenibile e resiliente. Il progetto di dottorato dal titolo: “Sviluppo di un sistema integrato di valutazione a supporto della resilienza territoriale” si è sviluppato con l’obiettivo di provare a fornire un contributo al tema della resilienza, con particolare riferimento ad alcuni dei gap che sono stati individuati nell’analisi della letteratura. In questo senso diventano centrali la promozione della diversità e della ridondanza. In natura, gli ecosistemi con una maggiore biodiversità sono spesso più resilienti agli shock. La biodiversità in agricoltura rappresenta il pilastro fondamentale per la resilienza e la sostenibilità dei sistemi agroecologici. Analogamente, le società che promuovono la diversità – sia in termini di pensiero, che di competenze, risorse o infrastrutture – sono meglio attrezzate per gestire e rispondere alle crisi in modi innovativi. Allo stesso modo, le strutture ridondanti nelle connessioni e nelle reti, che siano informative o infrastrutturali, giocano un ruolo cruciale nella promozione della resilienza. Una società connessa, dove informazioni, risorse e competenze possono fluire liberamente, in assenza di “colli di bottiglia”, può rispondere più rapidamente alle crisi. È essenziale che queste reti siano flessibili, permettendo alle società di riorganizzarsi in risposta agli shock. Il primo lavoro presentato in questa tesi dal titolo “Per un’architettura della resilienza: il trade-off tra efficienza e ridondanza nelle reti. un framework teorico” intende offrire una nuova prospettiva per la definizione delle relazioni che si instaurano tra la ridondanza, considerato uno dei principali motori della resilienza, la vulnerabilità, alla quale ogni sistema è esposto e l’efficienza, ad oggi spesso fine unico dell’organizzazione dei sistemi economici. Saranno identificate delle relazioni tra queste grandezze rispetto al grado di connettività proprio di ogni sistema complesso. Una delle conclusioni principali il framework proposto nel lavoro è l’identificazione di un trade-off tra ridondanza ed efficienza, così come per certi livelli di crescita della connettività nei sistemi è teorizzato un aumento della ridondanza tale da mitigare la vulnerabilità del sistema. Tale proposta teorica vuole essere la base per un lavoro più esteso che porti alla realizzazione di un sistema di valutazione integrato a supporto dei policy-maker per l’identificazione e la risoluzione di criticità delle reti attraverso l’individuazione del giusto mix di politiche per lo sviluppo sostenibile delle economie moderne. In definitiva si intende offrire un sistema di valutazione per la comprensione delle performance di un sistema in presenza di differenti rischi. Il secondo lavoro della tesi dal titolo “Benessere e vulnerabilità dei territori in Italia: un’analisi basata su Openstreetmap” indaga il potenziale dei dati OpenStreetMap (OSM) nella previsione del benessere locale e della resilienza in Italia. L'operatore lineare Least Absolute Shrinkage and Selection Operator (LASSO) viene utilizzato per gestire problemi di multicollinearità e selezionare le funzionalità OSM più influenti. L’approccio basato sui dati fornisce la prova che le informazioni OSM sono altamente correlate con diversi parametri socioeconomici su scala provinciale (livello NUTS-3). Inoltre, sostiene che alcuni punti di interesse specifici – ad esempio i bookmaker – possono essere utilizzati per una rapida individuazione di territori vulnerabili, vale a dire aree che sono colpite da arretratezza economica, insufficiente dotazione istituzionale, scarso capitale umano e che, per queste condizioni avverse, meriterebbero un'attenzione particolare da parte dei decisori politici attenti alla riduzione delle disparità regionali. OpenStreetMap può diventare una fonte informativa estremamente utile per la pianificazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche. In questa prospettiva, gli sviluppi futuri del lavoro saranno mirati ad esplorare la scalabilità dell’approccio, il suo utilizzo a fini di previsione e l’adozione di vari modelli e strumenti come le tecniche di apprendimento automatico per cogliere anche relazioni non lineari tra variabili. Il terzo lavoro dal titolo “Sopravvivere alla Pandemia: un’indagine sui fattori di resilienza delle imprese manifatturiere italiane” si concentra sugli aspetti che hanno contraddistinto la capacità di resilienza delle imprese manifatturiere italiane di fronte al più recente e grave shock che ha colpito il mondo, la pandemia da COVID-19. L’analisi è condotta utilizzando dati microeconomici sulle imprese manifatturiere italiane e informazioni da fonti ufficiali ISTAT su condizioni esterne alle imprese al fine di esaminare, oltre ai fattori interni, anche il ruolo svolto dalle relazioni esterne e le caratteristiche dell'ambiente locale. In linea con lavori recenti, lo studio rileva che le microimprese, le imprese altamente indebitate e meno produttive hanno avuto una maggiore probabilità di uscire dal mercato nel triennio 2019-2022. I risultati supportano inoltre l’ipotesi secondo cui la presenza di un canale digitale e la solidità finanziaria hanno favorito la sopravvivenza delle imprese. Al di là dei fattori specifici dell’impresa, si sottolinea come la capacità di resilienza di un’impresa sia connessa anche ai suoi legami esterni, come la partecipazione a un gruppo o ad un contatto di rete. Per quanto riguarda i fattori ecosistemici locali, si conferma l’importanza delle esternalità positive associate a un ambiente locale innovativo nel mitigare la probabilità di chiusura durante la crisi da COVID-19, anche se la probabilità di default è più alta per le imprese dei distretti industriali rispetto alle imprese localizzate al di fuori delle aree distrettuali.

LA RESILIENZA TERRITORIALE: RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCI DATA DRIVEN PER POLITICHE BASATE SULL’EVIDENZA

F. Ninivaggi
2024-01-01

Abstract

Le società contemporanee sono continuamente esposte a una successione rapida e imprevedibile di shock, questo le colloca in una posizione unica nella storia. Eventi estremi in rapida successione, siano essi di natura climatica, sociosanitaria o economica, hanno messo in luce la necessità di sviluppare sistemi che non solo rispondano alle crisi, ma siano anche proattivi nel prevenirle o almeno mitigarne gli impatti. La risposta potrebbe risiedere nel concetto di "resilienza". Tale termine, come espresso da Holling (1973) e successivamente sviluppato in diverse discipline, si riferisce alla capacità di un sistema di assorbire perturbazioni, riorganizzarsi e proseguire con le proprie funzioni. Le società potrebbero essere ri-progettate ponendo una forte enfasi sulla resilienza, per affrontare efficacemente le sfide di un mondo sempre più interconnesso e in rapido cambiamento. La resilienza, nel contesto sociale e sistemico, va quindi oltre la semplice capacità di ritornare allo stato iniziale dopo un evento. Si tratta di sviluppare la capacità di adattarsi e prosperare in un ambiente in rapida evoluzione, anticipando e preparandosi ai cambiamenti futuri. In tal senso, non riguarda solo la resistenza agli shock, ma anche l'apprendimento da essi. Orientarsi verso la resilienza richiede un cambio di mentalità. Occorre abbandonare l'idea che le società possano tornare allo stato di equilibrio, se mai ne esistesse uno, dopo una crisi. L’obiettivo diventa invece quello di navigare tra le perturbazioni, apprendendo e adattandosi di conseguenza. È ormai evidente come gli shock continueranno a presentarsi con una frequenza sempre maggiore. Orientare le società verso la resilienza può offrire un percorso non solo per sopravvivere, ma per prosperare in questo nuovo paradigma. Con la giusta combinazione di strategie e risorse, le società possono trasformare queste sfide in opportunità, dando forma a un futuro più sostenibile e resiliente. Il progetto di dottorato dal titolo: “Sviluppo di un sistema integrato di valutazione a supporto della resilienza territoriale” si è sviluppato con l’obiettivo di provare a fornire un contributo al tema della resilienza, con particolare riferimento ad alcuni dei gap che sono stati individuati nell’analisi della letteratura. In questo senso diventano centrali la promozione della diversità e della ridondanza. In natura, gli ecosistemi con una maggiore biodiversità sono spesso più resilienti agli shock. La biodiversità in agricoltura rappresenta il pilastro fondamentale per la resilienza e la sostenibilità dei sistemi agroecologici. Analogamente, le società che promuovono la diversità – sia in termini di pensiero, che di competenze, risorse o infrastrutture – sono meglio attrezzate per gestire e rispondere alle crisi in modi innovativi. Allo stesso modo, le strutture ridondanti nelle connessioni e nelle reti, che siano informative o infrastrutturali, giocano un ruolo cruciale nella promozione della resilienza. Una società connessa, dove informazioni, risorse e competenze possono fluire liberamente, in assenza di “colli di bottiglia”, può rispondere più rapidamente alle crisi. È essenziale che queste reti siano flessibili, permettendo alle società di riorganizzarsi in risposta agli shock. Il primo lavoro presentato in questa tesi dal titolo “Per un’architettura della resilienza: il trade-off tra efficienza e ridondanza nelle reti. un framework teorico” intende offrire una nuova prospettiva per la definizione delle relazioni che si instaurano tra la ridondanza, considerato uno dei principali motori della resilienza, la vulnerabilità, alla quale ogni sistema è esposto e l’efficienza, ad oggi spesso fine unico dell’organizzazione dei sistemi economici. Saranno identificate delle relazioni tra queste grandezze rispetto al grado di connettività proprio di ogni sistema complesso. Una delle conclusioni principali il framework proposto nel lavoro è l’identificazione di un trade-off tra ridondanza ed efficienza, così come per certi livelli di crescita della connettività nei sistemi è teorizzato un aumento della ridondanza tale da mitigare la vulnerabilità del sistema. Tale proposta teorica vuole essere la base per un lavoro più esteso che porti alla realizzazione di un sistema di valutazione integrato a supporto dei policy-maker per l’identificazione e la risoluzione di criticità delle reti attraverso l’individuazione del giusto mix di politiche per lo sviluppo sostenibile delle economie moderne. In definitiva si intende offrire un sistema di valutazione per la comprensione delle performance di un sistema in presenza di differenti rischi. Il secondo lavoro della tesi dal titolo “Benessere e vulnerabilità dei territori in Italia: un’analisi basata su Openstreetmap” indaga il potenziale dei dati OpenStreetMap (OSM) nella previsione del benessere locale e della resilienza in Italia. L'operatore lineare Least Absolute Shrinkage and Selection Operator (LASSO) viene utilizzato per gestire problemi di multicollinearità e selezionare le funzionalità OSM più influenti. L’approccio basato sui dati fornisce la prova che le informazioni OSM sono altamente correlate con diversi parametri socioeconomici su scala provinciale (livello NUTS-3). Inoltre, sostiene che alcuni punti di interesse specifici – ad esempio i bookmaker – possono essere utilizzati per una rapida individuazione di territori vulnerabili, vale a dire aree che sono colpite da arretratezza economica, insufficiente dotazione istituzionale, scarso capitale umano e che, per queste condizioni avverse, meriterebbero un'attenzione particolare da parte dei decisori politici attenti alla riduzione delle disparità regionali. OpenStreetMap può diventare una fonte informativa estremamente utile per la pianificazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche. In questa prospettiva, gli sviluppi futuri del lavoro saranno mirati ad esplorare la scalabilità dell’approccio, il suo utilizzo a fini di previsione e l’adozione di vari modelli e strumenti come le tecniche di apprendimento automatico per cogliere anche relazioni non lineari tra variabili. Il terzo lavoro dal titolo “Sopravvivere alla Pandemia: un’indagine sui fattori di resilienza delle imprese manifatturiere italiane” si concentra sugli aspetti che hanno contraddistinto la capacità di resilienza delle imprese manifatturiere italiane di fronte al più recente e grave shock che ha colpito il mondo, la pandemia da COVID-19. L’analisi è condotta utilizzando dati microeconomici sulle imprese manifatturiere italiane e informazioni da fonti ufficiali ISTAT su condizioni esterne alle imprese al fine di esaminare, oltre ai fattori interni, anche il ruolo svolto dalle relazioni esterne e le caratteristiche dell'ambiente locale. In linea con lavori recenti, lo studio rileva che le microimprese, le imprese altamente indebitate e meno produttive hanno avuto una maggiore probabilità di uscire dal mercato nel triennio 2019-2022. I risultati supportano inoltre l’ipotesi secondo cui la presenza di un canale digitale e la solidità finanziaria hanno favorito la sopravvivenza delle imprese. Al di là dei fattori specifici dell’impresa, si sottolinea come la capacità di resilienza di un’impresa sia connessa anche ai suoi legami esterni, come la partecipazione a un gruppo o ad un contatto di rete. Per quanto riguarda i fattori ecosistemici locali, si conferma l’importanza delle esternalità positive associate a un ambiente locale innovativo nel mitigare la probabilità di chiusura durante la crisi da COVID-19, anche se la probabilità di default è più alta per le imprese dei distretti industriali rispetto alle imprese localizzate al di fuori delle aree distrettuali.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
TESI_Ninivaggi_2°DEPOSITO.pdf

accesso aperto

Descrizione: LA RESILIENZA TERRITORIALE: RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCI DATA DRIVEN PER POLITICHE BASATE SULL’EVIDENZA
Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Creative commons
Dimensione 3.24 MB
Formato Adobe PDF
3.24 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/340231
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact