L’inserimento delle scienze forensi all’interno di un volume dedicato alla giustizia riparativa può destare al lettore qualche sorpresa, considerando che tradizionalmente le scienze forensi trattano dell’applicazione delle conoscenze scientifiche nel processo e sembrano, quindi, apparentemente “estranee” all’argomento. Ciò, però, solo in apparenza e solo in riferimento ad un’accezione esclusivamente “applicativa” delle medesime scienze. Va viceversa ricordato che, proprio nella nostra tradizione scientifica medico-legale italiana, è da tempo stata proposta una serie di riflessioni, che si sono condensate anche in numerose prese di posizione dottrinarie, non esclusivamente applicativa, ma anche propositiva e di metodo1. È proprio riferendosi a tali contributi, che si sono occupati delle scienze forensi non solo nella loro dimensione tradizionale di “supporto” scientifico bio-medico alla decisione del giudice, ma agli aspetti “generali” di tali conoscenze scientifiche, alla ricerca dei connotati di rigorosità, di fondatezza, di larga condivisione relativi ad esse, che le rendano poi idonee ad essere introdotte nel processo, che nascono le note presenti.Si tratterà, quindi, preliminarmente, delle conoscenze scientifiche consolidate che la letteratura internazionale ha prodotto relativamente allo studio degli “effetti” delle procedure della restorative justice nei soggetti che vi hanno partecipato, sia adulti che minori. Solo successivamente a tale disamina, si esporrà il contributo che le scienze bio-medico-legali possono dare alla qualificazione preliminare della condizione del “minore” (autore di reato o vittima dello stesso) che appare accertamento imprescindibile e previo ad ogni altro elemento applicativo della restorative justice. Accertamento che, nella realtà attuale in cui la presenza di minori di provenienza extracomunitaria nel nostro paese è divenuta situazione assai frequente, ed essendo per questi il tradizionale dato “documentale” fondativo dell’identificazione dell’età anagrafica per lo più mancante (come meglio si specificherà in seguito), è necessariamente connesso con l’applicazione di conoscenze bio-mediche relative alla cosiddetta “stima dell’eta”.
Contributi delle scienze forensi alla restorative justice.
Mariano Cingolani
2024-01-01
Abstract
L’inserimento delle scienze forensi all’interno di un volume dedicato alla giustizia riparativa può destare al lettore qualche sorpresa, considerando che tradizionalmente le scienze forensi trattano dell’applicazione delle conoscenze scientifiche nel processo e sembrano, quindi, apparentemente “estranee” all’argomento. Ciò, però, solo in apparenza e solo in riferimento ad un’accezione esclusivamente “applicativa” delle medesime scienze. Va viceversa ricordato che, proprio nella nostra tradizione scientifica medico-legale italiana, è da tempo stata proposta una serie di riflessioni, che si sono condensate anche in numerose prese di posizione dottrinarie, non esclusivamente applicativa, ma anche propositiva e di metodo1. È proprio riferendosi a tali contributi, che si sono occupati delle scienze forensi non solo nella loro dimensione tradizionale di “supporto” scientifico bio-medico alla decisione del giudice, ma agli aspetti “generali” di tali conoscenze scientifiche, alla ricerca dei connotati di rigorosità, di fondatezza, di larga condivisione relativi ad esse, che le rendano poi idonee ad essere introdotte nel processo, che nascono le note presenti.Si tratterà, quindi, preliminarmente, delle conoscenze scientifiche consolidate che la letteratura internazionale ha prodotto relativamente allo studio degli “effetti” delle procedure della restorative justice nei soggetti che vi hanno partecipato, sia adulti che minori. Solo successivamente a tale disamina, si esporrà il contributo che le scienze bio-medico-legali possono dare alla qualificazione preliminare della condizione del “minore” (autore di reato o vittima dello stesso) che appare accertamento imprescindibile e previo ad ogni altro elemento applicativo della restorative justice. Accertamento che, nella realtà attuale in cui la presenza di minori di provenienza extracomunitaria nel nostro paese è divenuta situazione assai frequente, ed essendo per questi il tradizionale dato “documentale” fondativo dell’identificazione dell’età anagrafica per lo più mancante (come meglio si specificherà in seguito), è necessariamente connesso con l’applicazione di conoscenze bio-mediche relative alla cosiddetta “stima dell’eta”.File | Dimensione | Formato | |
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