La ricerca si inserisce in un ampio progetto internazionale dal titolo Religious and Political Reforms in the Process of Making Europe: Around (and Beyond) the Mission of John of Capistrano (EuReCa), ideato e coordinato da Letizia Pellegrini, Gábor Klaniczay e Ludovic Viallet. Il progetto è volto a un’interpretazione aggiornata dell’attività del frate Minore osservante Giovanni da Capestrano durante gli anni della sua missione in Europa centro-orientale (1451-1456), ed è basato sulla sua ricchissima corrispondenza. Le circa quattrocento lettere da lui scritte e ricevute, infatti, sono lo specchio delle sue azioni. Le lettere inviate da lui documentano i suoi obiettivi, le sue intenzioni e le ragioni che motivano il suo progetto. Le lettere scritte a lui documentano, invece, le dinamiche di accettazione/reazione alla sua attività (sfruttamento del suo carisma o rifiuto della sua ottica). Alla base l’idea che la figura di Giovanni deve essere liberata dalle gabbie d’oro o di ferro in cui secoli di erudizione, di apologia o di attacchi violenti l’hanno imbrigliata. Abbandonando ogni prospettiva di giudizio ideologico (quando non di valutazione morale), il frate non fu un eroe o un antieroe, ma un soggetto che ha agito in un difficile contesto storico europeo, e va ricollocato in esso per approfondire le dinamiche socio-politico-religiose in atto alla metà del Quattrocento. Ad oggi, le équipe nazionali – in cui il progetto è articolato – hanno già pubblicato la corrispondenza relativa al Regno di Polonia e alla Slesia (2018) e quella relativa al Regno d’Ungheria (2023). Attualmente, un gruppo di studiosi dell’Università di Olomouc sta lavorando all’edizione della corrispondenza inerente alla Repubblica Ceca; infine, è in via di costituzione un team che si occuperà della corrispondenza germanico-imperiale. La mia ricerca ha preso in esame le lettere che possono essere definite “italiane”: si tratta di 110 lettere scambiate da Giovanni da Capestrano durante i sei anni del suo viaggio oltralpe con interlocutori della Penisola (anche nel caso in cui quando scrivevano non si trovavano in Italia o non erano italiani ma afferivano a istituzioni significative per la ricerca, come la Curia romana). Lo studio della corrispondenza con la Penisola si è rivelato assai significativo per quantità, tipologia, tematiche affrontate e interlocutori di rilievo (in particolare il papato, e i vertici dell’Ordine dei Minori e della familia osservante). C’è anche, e non è secondario, un nucleo informatico della tesi volto ad elaborare un database capace di schedare tutta la corrispondenza europea con le rispettive edizioni elettroniche. Il database progettato è stato poi testato sulle lettere “italiane” per verificarne la rispondenza alle esigenze della ricerca storica. In soli cinque anni, Giovanni da Capestrano si diresse dapprima verso la corte imperiale di Federico III su mandato di Niccolò V poi, in maniera non preordinata né lineare, rispondendo a pressanti richieste e affrontando diverse emergenze, si recò in Polonia, Boemia, Ungheria e sino alle propaggini meridionali della Christianitas. Le date in cui il viaggio ha preso forma sono parlanti: il 1451 è l’anno successivo alla canonizzazione di Bernardino da Siena, del quale Giovanni portò con sé le reliquie a fondamentale supporto della sua missione. Il 1453 è un anno cruciale: la ‘caduta’ di Costantinopoli fu un turning point anche nell’“agenda” di Giovanni che da quel momento si dedicò all’organizzazione della crociata. Nel 1456 fu, con János Hunyadi, sul campo di battaglia dell’assedio ottomano di Belgrado. Pochi mesi dopo quella improbabile vittoria, Giovanni morì presso il convento di Ilok, in Croazia. La corrispondenza documenta la capillare rete di relazioni stabilite dal frate in quegli anni. Essa non è stata tramandata sistematicamente come corpus. Il bacino documentario principale si trova presso la biblioteca del convento di Capestrano; molte lettere sono trascritte in codici di archivi e biblioteche europee. I vari cataloghi prodotti nel corso del Novecento divergono sensibilmente. Da trascrizioni parziali in raccolte selettive all’ultimo dei cataloghi prodotto al Franciscan Institute (NY, 1989- ‘92), è ora possibile un approccio sistematico, filologicamente corretto e informaticamente efficiente di uno degli epistolari più ricchi dell’Europa del Quattrocento. La prima parte della ricerca (Umanesimo) è articolata in quattro capitoli nei quali si prospettano: 1) i riferimenti spazio-temporali per inquadrare la missione di Giovanni da Capestrano; 2) la natura e le difficoltà della fonte a partire dalla ricostruzione della formazione e degli impieghi storiografici della corrispondenza (secc. XV-XIX); 3) la strutturazione dei cataloghi del corpus epistolare capestraniano (XX sec.) e l’incremento degli studi intorno all’occorrenza del quinto centenario della morte di Capestrano (1956); 4) il prospetto del modo in cui, oggi, si può procedere a un’edizione elettronica e integrale della corrispondenza. La seconda parte (Digitale) illustra la progettazione del database denominato EpICa (Epistolarium Iohannis de Capistrano). Oltre a offrire l’edizione integrale, esso mette ordine e dà conto delle fonti manoscritte e delle eventuali edizioni a stampa. Si illustrano le fasi e le scelte di strutturazione della banca dati, il suo funzionamento e le potenzialità e si presentano altri strumenti informatici per il trattamento della corrispondenza (riproduzioni fotografiche, sistemi di georeferenziazione, ecc.). Parallelamente si riflette sul modo in cui un simile database sia idoneo ad ampliare le prospettive d’indagine sulla corrispondenza capestraniana e, in definitiva, sull’analisi storica di un periodo cruciale della storia europea. Un saggio di queste possibilità si sviluppa nella terza parte dell’elaborato. Essa muove dalle riflessioni desunte dall’analisi informatizzata delle lettere italiane: un esempio dei risultati che il database rende possibili, innovativi rispetto a studi precedenti condotti senza una solida base documentaria e senza il ricorso alla tecnologia informatica. Le lettere “italiane” si riferiscono perlopiù allo sviluppo e al travagliato assetto istituzionale dell’Osservanza cismontana, di cui Giovanni è riconosciuto pater e leader. Questo nucleo coinvolge diversi temi come la centralità della figura di Bernardino da Siena e il rapporto del frate col papato a diversi livelli (privilegi a garanzia della missione, questioni inerenti alla situazione dell’Ordine e della familia, modo di intendere l’“eresia” e di approcciare la crociata). L’ingente portato documentario della corrispondenza, messo in relazione con fonti contermini, ha lasciato emergere aspetti di assoluta novità. Ne è un esempio la diversa luce sotto cui rileggere quello che è stato definito il ‘grande racconto’ della storia della familia osservante: personaggi di primo piano o che compaiono solamente tra le righe, dai contorni nitidi oppure appena sfumati, di cui non si ha altrimenti notizia, gruppi di dissidenti ed ‘emuli’, prendono forma e permettono di abbozzare un disegno alternativo e circostanziato rispetto al consueto discorso sulla familia e sul “magnum bellum” con i Conventuali. Dalle lettere, inoltre, si notano i diversi rapporti intrattenuti da Giovanni con i pontefici e i diversi apporti di quest’ultimi alla missione e all’istituzionalizzazione della familia, tra espliciti appoggi e velate opposizioni. L’edizione integrale della corrispondenza, combinata e potenziata dalla schedatura su database, offre una solida e ampiamente interrogabile base per nuovi orientamenti della ricerca sull’Europa a metà del Quattrocento. Perché queste strade di ricerca possano essere praticate occorre che il database compilato sia messo in rete e aperto alla consultazione degli studiosi europei. Ciò richiede sinergie istituzionali tutte da allestire. Credo che la mia ricerca di dottorato possa rendere possibile questo ulteriore step.

Una piattaforma informatica per la corrispondenza di Giovanni da Capestrano. Dal campione delle lettere “italiane” al database del Grand Tour (1451-1456)

L. Basili
2024-01-01

Abstract

La ricerca si inserisce in un ampio progetto internazionale dal titolo Religious and Political Reforms in the Process of Making Europe: Around (and Beyond) the Mission of John of Capistrano (EuReCa), ideato e coordinato da Letizia Pellegrini, Gábor Klaniczay e Ludovic Viallet. Il progetto è volto a un’interpretazione aggiornata dell’attività del frate Minore osservante Giovanni da Capestrano durante gli anni della sua missione in Europa centro-orientale (1451-1456), ed è basato sulla sua ricchissima corrispondenza. Le circa quattrocento lettere da lui scritte e ricevute, infatti, sono lo specchio delle sue azioni. Le lettere inviate da lui documentano i suoi obiettivi, le sue intenzioni e le ragioni che motivano il suo progetto. Le lettere scritte a lui documentano, invece, le dinamiche di accettazione/reazione alla sua attività (sfruttamento del suo carisma o rifiuto della sua ottica). Alla base l’idea che la figura di Giovanni deve essere liberata dalle gabbie d’oro o di ferro in cui secoli di erudizione, di apologia o di attacchi violenti l’hanno imbrigliata. Abbandonando ogni prospettiva di giudizio ideologico (quando non di valutazione morale), il frate non fu un eroe o un antieroe, ma un soggetto che ha agito in un difficile contesto storico europeo, e va ricollocato in esso per approfondire le dinamiche socio-politico-religiose in atto alla metà del Quattrocento. Ad oggi, le équipe nazionali – in cui il progetto è articolato – hanno già pubblicato la corrispondenza relativa al Regno di Polonia e alla Slesia (2018) e quella relativa al Regno d’Ungheria (2023). Attualmente, un gruppo di studiosi dell’Università di Olomouc sta lavorando all’edizione della corrispondenza inerente alla Repubblica Ceca; infine, è in via di costituzione un team che si occuperà della corrispondenza germanico-imperiale. La mia ricerca ha preso in esame le lettere che possono essere definite “italiane”: si tratta di 110 lettere scambiate da Giovanni da Capestrano durante i sei anni del suo viaggio oltralpe con interlocutori della Penisola (anche nel caso in cui quando scrivevano non si trovavano in Italia o non erano italiani ma afferivano a istituzioni significative per la ricerca, come la Curia romana). Lo studio della corrispondenza con la Penisola si è rivelato assai significativo per quantità, tipologia, tematiche affrontate e interlocutori di rilievo (in particolare il papato, e i vertici dell’Ordine dei Minori e della familia osservante). C’è anche, e non è secondario, un nucleo informatico della tesi volto ad elaborare un database capace di schedare tutta la corrispondenza europea con le rispettive edizioni elettroniche. Il database progettato è stato poi testato sulle lettere “italiane” per verificarne la rispondenza alle esigenze della ricerca storica. In soli cinque anni, Giovanni da Capestrano si diresse dapprima verso la corte imperiale di Federico III su mandato di Niccolò V poi, in maniera non preordinata né lineare, rispondendo a pressanti richieste e affrontando diverse emergenze, si recò in Polonia, Boemia, Ungheria e sino alle propaggini meridionali della Christianitas. Le date in cui il viaggio ha preso forma sono parlanti: il 1451 è l’anno successivo alla canonizzazione di Bernardino da Siena, del quale Giovanni portò con sé le reliquie a fondamentale supporto della sua missione. Il 1453 è un anno cruciale: la ‘caduta’ di Costantinopoli fu un turning point anche nell’“agenda” di Giovanni che da quel momento si dedicò all’organizzazione della crociata. Nel 1456 fu, con János Hunyadi, sul campo di battaglia dell’assedio ottomano di Belgrado. Pochi mesi dopo quella improbabile vittoria, Giovanni morì presso il convento di Ilok, in Croazia. La corrispondenza documenta la capillare rete di relazioni stabilite dal frate in quegli anni. Essa non è stata tramandata sistematicamente come corpus. Il bacino documentario principale si trova presso la biblioteca del convento di Capestrano; molte lettere sono trascritte in codici di archivi e biblioteche europee. I vari cataloghi prodotti nel corso del Novecento divergono sensibilmente. Da trascrizioni parziali in raccolte selettive all’ultimo dei cataloghi prodotto al Franciscan Institute (NY, 1989- ‘92), è ora possibile un approccio sistematico, filologicamente corretto e informaticamente efficiente di uno degli epistolari più ricchi dell’Europa del Quattrocento. La prima parte della ricerca (Umanesimo) è articolata in quattro capitoli nei quali si prospettano: 1) i riferimenti spazio-temporali per inquadrare la missione di Giovanni da Capestrano; 2) la natura e le difficoltà della fonte a partire dalla ricostruzione della formazione e degli impieghi storiografici della corrispondenza (secc. XV-XIX); 3) la strutturazione dei cataloghi del corpus epistolare capestraniano (XX sec.) e l’incremento degli studi intorno all’occorrenza del quinto centenario della morte di Capestrano (1956); 4) il prospetto del modo in cui, oggi, si può procedere a un’edizione elettronica e integrale della corrispondenza. La seconda parte (Digitale) illustra la progettazione del database denominato EpICa (Epistolarium Iohannis de Capistrano). Oltre a offrire l’edizione integrale, esso mette ordine e dà conto delle fonti manoscritte e delle eventuali edizioni a stampa. Si illustrano le fasi e le scelte di strutturazione della banca dati, il suo funzionamento e le potenzialità e si presentano altri strumenti informatici per il trattamento della corrispondenza (riproduzioni fotografiche, sistemi di georeferenziazione, ecc.). Parallelamente si riflette sul modo in cui un simile database sia idoneo ad ampliare le prospettive d’indagine sulla corrispondenza capestraniana e, in definitiva, sull’analisi storica di un periodo cruciale della storia europea. Un saggio di queste possibilità si sviluppa nella terza parte dell’elaborato. Essa muove dalle riflessioni desunte dall’analisi informatizzata delle lettere italiane: un esempio dei risultati che il database rende possibili, innovativi rispetto a studi precedenti condotti senza una solida base documentaria e senza il ricorso alla tecnologia informatica. Le lettere “italiane” si riferiscono perlopiù allo sviluppo e al travagliato assetto istituzionale dell’Osservanza cismontana, di cui Giovanni è riconosciuto pater e leader. Questo nucleo coinvolge diversi temi come la centralità della figura di Bernardino da Siena e il rapporto del frate col papato a diversi livelli (privilegi a garanzia della missione, questioni inerenti alla situazione dell’Ordine e della familia, modo di intendere l’“eresia” e di approcciare la crociata). L’ingente portato documentario della corrispondenza, messo in relazione con fonti contermini, ha lasciato emergere aspetti di assoluta novità. Ne è un esempio la diversa luce sotto cui rileggere quello che è stato definito il ‘grande racconto’ della storia della familia osservante: personaggi di primo piano o che compaiono solamente tra le righe, dai contorni nitidi oppure appena sfumati, di cui non si ha altrimenti notizia, gruppi di dissidenti ed ‘emuli’, prendono forma e permettono di abbozzare un disegno alternativo e circostanziato rispetto al consueto discorso sulla familia e sul “magnum bellum” con i Conventuali. Dalle lettere, inoltre, si notano i diversi rapporti intrattenuti da Giovanni con i pontefici e i diversi apporti di quest’ultimi alla missione e all’istituzionalizzazione della familia, tra espliciti appoggi e velate opposizioni. L’edizione integrale della corrispondenza, combinata e potenziata dalla schedatura su database, offre una solida e ampiamente interrogabile base per nuovi orientamenti della ricerca sull’Europa a metà del Quattrocento. Perché queste strade di ricerca possano essere praticate occorre che il database compilato sia messo in rete e aperto alla consultazione degli studiosi europei. Ciò richiede sinergie istituzionali tutte da allestire. Credo che la mia ricerca di dottorato possa rendere possibile questo ulteriore step.
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Descrizione: Una piattaforma informatica per la corrispondenza di Giovanni da Capestrano. Dal campione delle lettere “italiane” al database del Grand Tour (1451-1456)
Tipologia: Tesi di dottorato
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