La filiera della carne è al centro di un ampio dibattito sulla sostenibilità, sia per il suo impatto sull’ambiente, in termini di produzione di gas serra, inquinamento delle acque, deforestazione e consumo di suolo, sia per i suoi effetti sulla salute umana, in termini di resistenza antimicrobica e insorgenza di malattie come il cancro, sia per le condizioni in cui gli animali sono allevati, trasportati e macellati, come accade nel caso delle macellazioni rituali. Nell’ottica del superamento di queste problematiche, il benessere animale rappresenta un importante fattore di svolta per la sostenibilità degli allevamenti, grazie ai suoi benefici per una produzione sicura, di qualità e più rispettosa dell’ambiente. Inoltre, il crescente interesse per tale aspetto ha alimentato ed è stato a sua volta alimentato da una rinnovata attenzione per il principio One health, secondo il quale esiste un inscindibile legame tra salute umana, animale e ambientale. Come dimostrato dalla pandemia da Covid-19, di origine zoonotica, dalla salute animale, aspetto cruciale del suo benessere, dipende anche quella dell’uomo. In questo scenario, la Comunicazione della Commissione contenente Una Strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente (in seguito, Strategia Farm to Fork) del maggio 2020, considerata il cuore del Green Deal europeo, ha definito azioni per migliorare le condizioni di allevamento degli animali, come la revisione della normativa sul loro benessere, valutando anche l’opportunità di introdurre un’etichettatura europea. La presente ricerca si prefigge di comprendere se e come l’approccio strategico e la disciplina unionali concernenti l’animal welfare possano contribuire a una maggiore sostenibilità della filiera della carne, negli allevamenti, prima, e nelle scelte di consumo, poi. Illustrati i principali fattori di insostenibilità di questa filiera, l’analisi si concentra sull’importanza del benessere animale, riflettendo sull’evoluzione di questo concetto in un’ottica necessariamente interdisciplinare; trattasi infatti di un oggetto complesso, definibile soltanto tramite un dialogo continuo tra saperi – scientifico, etico, giuridico, ma non solo – e che incorpora un’intrinseca idea di un compromesso tra l’uso che l’uomo da sempre fa degli animali e la tutela che accorda loro. Inserendosi nel solco dell’antica riflessione sul rapporto uomo-animale, la sempre maggiore attenzione rivolta al benessere animale viene sancita dal Trattato di Lisbona con il nuovo art. 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che riconosce per la prima volta gli animali quali esseri senzienti nel suo dettato normativo, imponendo di tenere pienamente conto delle loro esigenze in determinati settori purché nel rispetto di altri interessi, tra cui i riti religiosi. Viene così a delinearsi un duplice status giuridico degli animali nell’Unione, vale a dire il loro essere al contempo prodotti agricoli ed esseri senzienti. La panoramica sull’approccio strategico europeo per la sostenibilità della filiera della carne permette di comprendere quale ruolo venga assegnato al benessere animale. Maggiore attenzione è rivolta alla Strategia Farm to Fork, considerandone lo stato di avanzamento al gennaio 2024, e alla programmazione della politica agricola comune (PAC) 2023-2027, per valutare se e fino a che punto la transizione sostenibile sia supportata da idonee misure di sostegno economico. Su questo fronte, il Piano strategico italiano (PSP) offre una prima occasione per stimare l’impegno profuso in ambito nazionale. L’approfondimento delle più importanti disposizioni normative delle direttive e dei regolamenti europei che disciplinano l’allevamento, il trasporto e la macellazione, presentandone i punti di forza e le persistenti criticità, consente invece di comprendere l’urgenza della revisione annunciata dalla Strategia Farm to Fork. Spostando l’attenzione sulla comunicazione business to consumer, è importante esaminare se questa abbia inciso sulla qualità della vita degli animali, migliorandola eventualmente, e se riesca a guidare il consumatore verso scelte di acquisto sostenibili. L’analisi impone allora di considerare a quali condizioni l’informazione, per il tramite del suo strumento principe, l’etichettatura, realizzi una win-win-win situation, cioè una situazione ottimale in cui sia veicolato al consumatore un messaggio chiaro, sia distinto il prodotto effettivamente ottenuto nel maggior rispetto degli animali, e sia remunerato l’allevatore più attento. Esaminate le informazioni – obbligatorie o volontarie – sul benessere animale previste dal legislatore europeo per l’etichettatura della carne, si riflette sul vasto panorama dei sistemi di etichettatura privati presenti nell’Unione in cui, stante una legislazione di principio che non impone un controllo preventivo sul claim, è sempre più diffuso etichettare come più attente all’animal welfare delle pratiche controverse o che in nulla si discostano dai minimi di legge (c.d. humane washing). In tale contesto si inserisce la proposta della Strategia Farm to Fork di considerare opzioni per un’etichettatura europea del benessere animale, una questione risalente nel dibattito unionale. Il più ampio contesto di riforma che interessa le informazioni sulla sostenibilità impone, inoltre, di tenere in debito conto la proposta di modifica della direttiva sulle pratiche commerciali sleali e la proposta di direttiva sulle asserzioni ambientali esplicite, come pure l’impegno a definire un quadro legislativo per sistemi alimentari sostenibili e un’etichettatura di sostenibilità dei prodotti alimentari. In attesa di un intervento a livello unionale, l’Italia ha adottato il nuovo Sistema di qualità nazionale benessere animale (SQNBA), una certificazione di carattere volontario con l’obiettivo di trainare il settore zootecnico verso un percorso virtuoso di sostenibilità, legata ad alcuni importanti interventi del PSP e che offre al contempo al consumatore una garanzia di scelta tramite apposita etichettatura. Il SQNBA prevede infatti il rispetto di requisiti superiori in fatto di benessere animale, biosicurezza e uso consapevole del farmaco, da monitorare tramite le check-list di Classyfarm, il sistema di categorizzazione delle aziende in base al rischio. In un caso di studio dedicato a questo nuovo sistema di qualità italiano, si cerca di coglierne gli interessanti spunti sia nella scelta di definizione e misurazione dell’animal welfare, sia nel tentativo che propone di riordino delle relative informazioni, e di analizzarne eventuali criticità, anche al fine di valutarne il potenziale come modello europeo di etichettatura sul benessere animale. L’analisi condotta consente di rilevare limiti e criticità che necessitano di un’attenta valutazione e di risposte per dare significato all’art. 13 TFUE. Il percorso è complesso perché impone di considerare e bilanciare le tante implicazioni che sottendono scelte politiche, prima, e normative, poi.

LA TUTELA DEL BENESSERE ANIMALE NELLA FILIERA DELLA CARNE TRA PRODUZIONE E CONSUMO SOSTENIBILE.

D. Barbarossa
2024-01-01

Abstract

La filiera della carne è al centro di un ampio dibattito sulla sostenibilità, sia per il suo impatto sull’ambiente, in termini di produzione di gas serra, inquinamento delle acque, deforestazione e consumo di suolo, sia per i suoi effetti sulla salute umana, in termini di resistenza antimicrobica e insorgenza di malattie come il cancro, sia per le condizioni in cui gli animali sono allevati, trasportati e macellati, come accade nel caso delle macellazioni rituali. Nell’ottica del superamento di queste problematiche, il benessere animale rappresenta un importante fattore di svolta per la sostenibilità degli allevamenti, grazie ai suoi benefici per una produzione sicura, di qualità e più rispettosa dell’ambiente. Inoltre, il crescente interesse per tale aspetto ha alimentato ed è stato a sua volta alimentato da una rinnovata attenzione per il principio One health, secondo il quale esiste un inscindibile legame tra salute umana, animale e ambientale. Come dimostrato dalla pandemia da Covid-19, di origine zoonotica, dalla salute animale, aspetto cruciale del suo benessere, dipende anche quella dell’uomo. In questo scenario, la Comunicazione della Commissione contenente Una Strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente (in seguito, Strategia Farm to Fork) del maggio 2020, considerata il cuore del Green Deal europeo, ha definito azioni per migliorare le condizioni di allevamento degli animali, come la revisione della normativa sul loro benessere, valutando anche l’opportunità di introdurre un’etichettatura europea. La presente ricerca si prefigge di comprendere se e come l’approccio strategico e la disciplina unionali concernenti l’animal welfare possano contribuire a una maggiore sostenibilità della filiera della carne, negli allevamenti, prima, e nelle scelte di consumo, poi. Illustrati i principali fattori di insostenibilità di questa filiera, l’analisi si concentra sull’importanza del benessere animale, riflettendo sull’evoluzione di questo concetto in un’ottica necessariamente interdisciplinare; trattasi infatti di un oggetto complesso, definibile soltanto tramite un dialogo continuo tra saperi – scientifico, etico, giuridico, ma non solo – e che incorpora un’intrinseca idea di un compromesso tra l’uso che l’uomo da sempre fa degli animali e la tutela che accorda loro. Inserendosi nel solco dell’antica riflessione sul rapporto uomo-animale, la sempre maggiore attenzione rivolta al benessere animale viene sancita dal Trattato di Lisbona con il nuovo art. 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che riconosce per la prima volta gli animali quali esseri senzienti nel suo dettato normativo, imponendo di tenere pienamente conto delle loro esigenze in determinati settori purché nel rispetto di altri interessi, tra cui i riti religiosi. Viene così a delinearsi un duplice status giuridico degli animali nell’Unione, vale a dire il loro essere al contempo prodotti agricoli ed esseri senzienti. La panoramica sull’approccio strategico europeo per la sostenibilità della filiera della carne permette di comprendere quale ruolo venga assegnato al benessere animale. Maggiore attenzione è rivolta alla Strategia Farm to Fork, considerandone lo stato di avanzamento al gennaio 2024, e alla programmazione della politica agricola comune (PAC) 2023-2027, per valutare se e fino a che punto la transizione sostenibile sia supportata da idonee misure di sostegno economico. Su questo fronte, il Piano strategico italiano (PSP) offre una prima occasione per stimare l’impegno profuso in ambito nazionale. L’approfondimento delle più importanti disposizioni normative delle direttive e dei regolamenti europei che disciplinano l’allevamento, il trasporto e la macellazione, presentandone i punti di forza e le persistenti criticità, consente invece di comprendere l’urgenza della revisione annunciata dalla Strategia Farm to Fork. Spostando l’attenzione sulla comunicazione business to consumer, è importante esaminare se questa abbia inciso sulla qualità della vita degli animali, migliorandola eventualmente, e se riesca a guidare il consumatore verso scelte di acquisto sostenibili. L’analisi impone allora di considerare a quali condizioni l’informazione, per il tramite del suo strumento principe, l’etichettatura, realizzi una win-win-win situation, cioè una situazione ottimale in cui sia veicolato al consumatore un messaggio chiaro, sia distinto il prodotto effettivamente ottenuto nel maggior rispetto degli animali, e sia remunerato l’allevatore più attento. Esaminate le informazioni – obbligatorie o volontarie – sul benessere animale previste dal legislatore europeo per l’etichettatura della carne, si riflette sul vasto panorama dei sistemi di etichettatura privati presenti nell’Unione in cui, stante una legislazione di principio che non impone un controllo preventivo sul claim, è sempre più diffuso etichettare come più attente all’animal welfare delle pratiche controverse o che in nulla si discostano dai minimi di legge (c.d. humane washing). In tale contesto si inserisce la proposta della Strategia Farm to Fork di considerare opzioni per un’etichettatura europea del benessere animale, una questione risalente nel dibattito unionale. Il più ampio contesto di riforma che interessa le informazioni sulla sostenibilità impone, inoltre, di tenere in debito conto la proposta di modifica della direttiva sulle pratiche commerciali sleali e la proposta di direttiva sulle asserzioni ambientali esplicite, come pure l’impegno a definire un quadro legislativo per sistemi alimentari sostenibili e un’etichettatura di sostenibilità dei prodotti alimentari. In attesa di un intervento a livello unionale, l’Italia ha adottato il nuovo Sistema di qualità nazionale benessere animale (SQNBA), una certificazione di carattere volontario con l’obiettivo di trainare il settore zootecnico verso un percorso virtuoso di sostenibilità, legata ad alcuni importanti interventi del PSP e che offre al contempo al consumatore una garanzia di scelta tramite apposita etichettatura. Il SQNBA prevede infatti il rispetto di requisiti superiori in fatto di benessere animale, biosicurezza e uso consapevole del farmaco, da monitorare tramite le check-list di Classyfarm, il sistema di categorizzazione delle aziende in base al rischio. In un caso di studio dedicato a questo nuovo sistema di qualità italiano, si cerca di coglierne gli interessanti spunti sia nella scelta di definizione e misurazione dell’animal welfare, sia nel tentativo che propone di riordino delle relative informazioni, e di analizzarne eventuali criticità, anche al fine di valutarne il potenziale come modello europeo di etichettatura sul benessere animale. L’analisi condotta consente di rilevare limiti e criticità che necessitano di un’attenta valutazione e di risposte per dare significato all’art. 13 TFUE. Il percorso è complesso perché impone di considerare e bilanciare le tante implicazioni che sottendono scelte politiche, prima, e normative, poi.
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Descrizione: LA TUTELA DEL BENESSERE ANIMALE NELLA FILIERA DELLA CARNE TRA PRODUZIONE E CONSUMO SOSTENIBILE.
Tipologia: Tesi di dottorato
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