È affermazione ormai condivisa che la cultura rappresenti il c.d. quarto pilastro dello sviluppo sostenibile e che la valorizzazione del patrimonio culturale possa avere un impatto positivo sull’economia dei territori. Ma in quali istituti giuridici si traducono queste affermazioni? Quali norme l’ordinamento prevede affinché tali principi si traducano in azioni concrete? Quali sono le condizioni di contesto indispensabili perché quelle pratiche siano replicabili? Obiettivo di questo studio è rispondere alle seguenti domande dalla prospettiva specifica delle aree interne, come definite nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), con l’obiettivo di verificare se, ed a quali condizioni, l’applicazione dell’economia circolare (e del riuso) possano contribuire ad una valorizzazione più sostenibile del patrimonio culturale e se da ciò possano derivare benefici per lo sviluppo di questi territori. La prima parte del lavoro è dedicata alla ricostruzione della relazione tra aree interne e diritto amministrativo, da un lato, e della nozione di patrimonio culturale con specifico riguardo al contesto delle aree interne. Nella parte centrale del lavoro si analizza la disciplina della valorizzazione del patrimonio culturale delle aree interne, anche alla luce dei principi elaborati in ambito internazionale ed europeo, per evidenziarne le ragioni di specialità. La tesi che si sostiene è la necessaria riconsiderazione della nozione di patrimonio culturale, che ne evidenzi l’eterogeneità e le istanze di differenziazione (in considerazione dello stato e del contesto nel quale i beni si trovano) e contestualmente una revisione degli strumenti di valorizzazione dalla prospettiva della fruizione, attraverso il richiamo ai principi dell’ordinamento internazionale e dall’altro ad istituti delineati al di fuori del Codice dei beni culturali, che mostrano una sempre più chiara affermazione del riuso e della rigenerazione come forme alternative di valorizzazione del patrimonio culturale.

Riuso e valorizzazione del patrimonio culturale nelle aree interne. Profili giuridici

Vitale C.
2024-01-01

Abstract

È affermazione ormai condivisa che la cultura rappresenti il c.d. quarto pilastro dello sviluppo sostenibile e che la valorizzazione del patrimonio culturale possa avere un impatto positivo sull’economia dei territori. Ma in quali istituti giuridici si traducono queste affermazioni? Quali norme l’ordinamento prevede affinché tali principi si traducano in azioni concrete? Quali sono le condizioni di contesto indispensabili perché quelle pratiche siano replicabili? Obiettivo di questo studio è rispondere alle seguenti domande dalla prospettiva specifica delle aree interne, come definite nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), con l’obiettivo di verificare se, ed a quali condizioni, l’applicazione dell’economia circolare (e del riuso) possano contribuire ad una valorizzazione più sostenibile del patrimonio culturale e se da ciò possano derivare benefici per lo sviluppo di questi territori. La prima parte del lavoro è dedicata alla ricostruzione della relazione tra aree interne e diritto amministrativo, da un lato, e della nozione di patrimonio culturale con specifico riguardo al contesto delle aree interne. Nella parte centrale del lavoro si analizza la disciplina della valorizzazione del patrimonio culturale delle aree interne, anche alla luce dei principi elaborati in ambito internazionale ed europeo, per evidenziarne le ragioni di specialità. La tesi che si sostiene è la necessaria riconsiderazione della nozione di patrimonio culturale, che ne evidenzi l’eterogeneità e le istanze di differenziazione (in considerazione dello stato e del contesto nel quale i beni si trovano) e contestualmente una revisione degli strumenti di valorizzazione dalla prospettiva della fruizione, attraverso il richiamo ai principi dell’ordinamento internazionale e dall’altro ad istituti delineati al di fuori del Codice dei beni culturali, che mostrano una sempre più chiara affermazione del riuso e della rigenerazione come forme alternative di valorizzazione del patrimonio culturale.
2024
979-12-211-0820-0
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