Il presente elaborato si propone di affrontare il vasto tema della digitalizzazione nel diritto societario. L’analisi inizia con la disamina della portata della recente Direttiva (UE) 2019/1151 (“Direttiva CorpTech”), con cui il legislatore europeo ha inteso, tra l’altro, agevolare la costituzione online delle società, la registrazione online delle succursali e la presentazione online di documenti e informazioni societarie. Preso atto che l’impatto effettivo della direttiva in termini di digitalizzazione del diritto societario è piuttosto modesto, la trattazione prosegue con lo studio del concetto di digitalizzazione e delle sue diverse manifestazioni. Viene quindi fornita una tassonomia in ragione del loro specifico modus operandi e si evidenziano le problematicità e le grandi incognite poste dagli strumenti di IA. L’indagine prosegue prendendo in considerazione il variegato genus delle Distributed Ledger Technology (DLT) e si concentra in particolare sul fenomeno blockchain. I recenti progressi della tecnica hanno infatti plasticamente dimostrato l’enorme duttilità delle DLT, le cui potenzialità trascendono la semplice registrazione di transazioni e lo scambio di criptovalute. Viene offerto un approfondito esame delle componenti informatiche e del funzionamento della tecnologia blockchain, con particolare riguardo ai principali meccanismi di consenso crittografico e alla fondamentale distinzione tra blockchain permissioned e blockchain permissionless. Questa ricostruzione tecnica permette di comprendere che, al netto delle grandi potenzialità, la blockchain non possa essere considerata come una sorta di panacea dei mali e delle disfunzioni del mondo analogico: le applicazioni più avanzate di questa tecnologia conservano una portata disruptive ed espongono al grande pericolo di una deriva “algocratica” e “cyber-libertaria”, potenzialmente idonea a sovvertire gli istituti e le categorie tradizionali del diritto commerciale. A ciò si aggiunge l’inefficacia degli strumenti repressivi e sanzionatori predisposti su base nazionale, il concreto rischio – tutt’altro che futuribile – che l’approccio lassista di alcune giurisdizioni e l’elaborazione di regolamentazioni “crypto-friendly” possa degenerare in una pericolosa race to the bottom e dare il via a pratiche di forum shopping, peraltro ampiamente agevolate dalla natura eminentemente virtuale delle nuove tecnologie digitali. Si prendono quindi in considerazione le Decentralized Autonomous Organization (DAO), organizzazioni interamente virtuali e senza organi che, almeno in teoria, ripromettono di rivoluzionare lo stesso concetto di società, instaurando una e-democracy tra i membri e forme di flat governance. Simili organizzazioni, infatti, costituiscono uno dei più avanzati e innovativi impieghi della blockchain e prospettano interessanti scenari applicativi che potrebbero, in un prossimo futuro, avere un impatto dirompente sul diritto societario, finanche ridefinendo in radice la stessa fisionomia dell’attività e dell’organizzazione dell’impresa societaria. Le DAO, infatti, assumono i tratti di entità totalmente o parzialmente autonome che, sfruttando le potenzialità dell’impiego sinergico delle blockchain permissionless, degli smart contract e dell’IA, sono in grado di dotarsi di proprie regole, ponendosi in aperta antitesi sia con il tradizionale concetto di società sia con il diritto societario statale. Si delineano così veri e propri ordinamenti digitali che sfidano gli ordinamenti giuridici statali e ne pongono in crisi la sovranità, dotandosi di una propria legge, di proprie giurisdizioni e apparati sanzionatori. Dopo aver illustrato le principali criticità sia dal punto di vista tecnico che giuridico, si analizzano i primi tentativi di legislazione delle DAO e si valuta se l’infrastruttura tecnologica sia matura per configurare nuove forme organizzative per lo svolgimento dell’attività d’impresa. Preso atto delle grandi incertezze sulla qualificazione giuridica delle DAO, si considera la possibilità, sulla base delle specificità tecniche della blockchain permissionless, di estendere la vigente disciplina delle società di capitali a queste organizzazioni o se, al contrario, sia opportuna una radicale ristrutturazione della stessa. Da ultimo si indaga il potenziale impatto che l’applicazione di una piattaforma blockchain permissioned 2.0 potrebbe avere in particolare nelle società quotate e come questa possa costituire uno strumento idoneo per dare una più concreta attuazione alle previsioni della Shareholder Rights Directive II. Questa variante della blockchain, infatti, permettendo di superare almeno in parte i problemi derivanti dalle lunghe catene di intermediari, potrebbe consentire l’identificazione diretta degli azionisti, assicurare una più rapida e sicura trasmissione delle informazioni societarie e, sfruttando le potenzialità di token e smart contract, agevolare l’esercizio dei diritti degli azionisti. Una simile infrastruttura tecnologica potrebbe poi scongiurare la manomissione dei voti espressi e ridurre l’insorgenza di comportamenti opportunistici. Essa, pertanto, potrebbe certificare la corretta formazione della volontà in seno all’organo assembleare e contribuire alla creazione di uno spazio realmente democratico di incontro e discussione tra azionisti, attenuando così la crisi di partecipazione alla vita societaria e rivitalizzando lo stesso svolgimento del momento assembleare.

LA DIGITALIZZAZIONE DELLE SOCIETÀ OLTRE LA DIR.(UE) 2019/1151: ANALISI DELLE IMPLICAZIONI GIURIDICHE DEL FENOMENO BLOCKCHAIN.

A. Della Pietra
2023-01-01

Abstract

Il presente elaborato si propone di affrontare il vasto tema della digitalizzazione nel diritto societario. L’analisi inizia con la disamina della portata della recente Direttiva (UE) 2019/1151 (“Direttiva CorpTech”), con cui il legislatore europeo ha inteso, tra l’altro, agevolare la costituzione online delle società, la registrazione online delle succursali e la presentazione online di documenti e informazioni societarie. Preso atto che l’impatto effettivo della direttiva in termini di digitalizzazione del diritto societario è piuttosto modesto, la trattazione prosegue con lo studio del concetto di digitalizzazione e delle sue diverse manifestazioni. Viene quindi fornita una tassonomia in ragione del loro specifico modus operandi e si evidenziano le problematicità e le grandi incognite poste dagli strumenti di IA. L’indagine prosegue prendendo in considerazione il variegato genus delle Distributed Ledger Technology (DLT) e si concentra in particolare sul fenomeno blockchain. I recenti progressi della tecnica hanno infatti plasticamente dimostrato l’enorme duttilità delle DLT, le cui potenzialità trascendono la semplice registrazione di transazioni e lo scambio di criptovalute. Viene offerto un approfondito esame delle componenti informatiche e del funzionamento della tecnologia blockchain, con particolare riguardo ai principali meccanismi di consenso crittografico e alla fondamentale distinzione tra blockchain permissioned e blockchain permissionless. Questa ricostruzione tecnica permette di comprendere che, al netto delle grandi potenzialità, la blockchain non possa essere considerata come una sorta di panacea dei mali e delle disfunzioni del mondo analogico: le applicazioni più avanzate di questa tecnologia conservano una portata disruptive ed espongono al grande pericolo di una deriva “algocratica” e “cyber-libertaria”, potenzialmente idonea a sovvertire gli istituti e le categorie tradizionali del diritto commerciale. A ciò si aggiunge l’inefficacia degli strumenti repressivi e sanzionatori predisposti su base nazionale, il concreto rischio – tutt’altro che futuribile – che l’approccio lassista di alcune giurisdizioni e l’elaborazione di regolamentazioni “crypto-friendly” possa degenerare in una pericolosa race to the bottom e dare il via a pratiche di forum shopping, peraltro ampiamente agevolate dalla natura eminentemente virtuale delle nuove tecnologie digitali. Si prendono quindi in considerazione le Decentralized Autonomous Organization (DAO), organizzazioni interamente virtuali e senza organi che, almeno in teoria, ripromettono di rivoluzionare lo stesso concetto di società, instaurando una e-democracy tra i membri e forme di flat governance. Simili organizzazioni, infatti, costituiscono uno dei più avanzati e innovativi impieghi della blockchain e prospettano interessanti scenari applicativi che potrebbero, in un prossimo futuro, avere un impatto dirompente sul diritto societario, finanche ridefinendo in radice la stessa fisionomia dell’attività e dell’organizzazione dell’impresa societaria. Le DAO, infatti, assumono i tratti di entità totalmente o parzialmente autonome che, sfruttando le potenzialità dell’impiego sinergico delle blockchain permissionless, degli smart contract e dell’IA, sono in grado di dotarsi di proprie regole, ponendosi in aperta antitesi sia con il tradizionale concetto di società sia con il diritto societario statale. Si delineano così veri e propri ordinamenti digitali che sfidano gli ordinamenti giuridici statali e ne pongono in crisi la sovranità, dotandosi di una propria legge, di proprie giurisdizioni e apparati sanzionatori. Dopo aver illustrato le principali criticità sia dal punto di vista tecnico che giuridico, si analizzano i primi tentativi di legislazione delle DAO e si valuta se l’infrastruttura tecnologica sia matura per configurare nuove forme organizzative per lo svolgimento dell’attività d’impresa. Preso atto delle grandi incertezze sulla qualificazione giuridica delle DAO, si considera la possibilità, sulla base delle specificità tecniche della blockchain permissionless, di estendere la vigente disciplina delle società di capitali a queste organizzazioni o se, al contrario, sia opportuna una radicale ristrutturazione della stessa. Da ultimo si indaga il potenziale impatto che l’applicazione di una piattaforma blockchain permissioned 2.0 potrebbe avere in particolare nelle società quotate e come questa possa costituire uno strumento idoneo per dare una più concreta attuazione alle previsioni della Shareholder Rights Directive II. Questa variante della blockchain, infatti, permettendo di superare almeno in parte i problemi derivanti dalle lunghe catene di intermediari, potrebbe consentire l’identificazione diretta degli azionisti, assicurare una più rapida e sicura trasmissione delle informazioni societarie e, sfruttando le potenzialità di token e smart contract, agevolare l’esercizio dei diritti degli azionisti. Una simile infrastruttura tecnologica potrebbe poi scongiurare la manomissione dei voti espressi e ridurre l’insorgenza di comportamenti opportunistici. Essa, pertanto, potrebbe certificare la corretta formazione della volontà in seno all’organo assembleare e contribuire alla creazione di uno spazio realmente democratico di incontro e discussione tra azionisti, attenuando così la crisi di partecipazione alla vita societaria e rivitalizzando lo stesso svolgimento del momento assembleare.
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Descrizione: LA DIGITALIZZAZIONE DELLE SOCIETÀ OLTRE LA DIR. (UE) 2019/1151: ANALISI DELLE IMPLICAZIONI GIURIDICHE DEL FENOMENO BLOCKCHAIN
Tipologia: Tesi di dottorato
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