Numerosissimi e cospicui sono stati gli studi critici che a partire dalla fine degli anni cinquanta, hanno sondato nel racconto di Julio Cortázar “Las babas del diablo”1 (1959) le relazioni intertestuali che esso intrattiene con il discorso foto grafico e il discorso cinematografico, e altrettanto molteplici e variegati sono stati gli approcci sulla fedeltà o tradimento dell’adattamento cinematografico che ne fece Michelangelo Antonioni con Blow-up (1966). Va, tuttavia, notato che tra questi innumerevoli studi non esistono approfondimenti sulle avvincenti strategie traspositive nel film di Antonioni di un re ticolo di intertestualizzazioni pittoriche – soggiacenti a un di scorso fotografico più evidente – di fondamentale importanza sia nella narrazione che nel film. La nostra ipotesi di lavoro sarà, dunque, esplorare e indivi duare in primis sul testo di partenza il suddetto lavoro interte stuale pittorico per poi incentraci sulle scelte e trasformazioni traspositive dell’adattamento filmico di Antonioni, con partico lare attenzione agli studi sulla traduzione intersemiotica (Eco 2003; Dusi 2000; 2003). Verrà affrontato in alcune sequenze del film di Antonioni il potenziamento figurativo delle isotopie ine renti i riferimenti pittorici sopra accennati. Pertanto, la nostra intenzione è prendere in esame il raffinato e sottile dialogo che Antonioni, in qualità di “lettore modello” (Eco 1979) di “Las babas…”, instaura con il livello più profondo di interpretazione di questo racconto. Un lavoro di trasposizione fatto all’insegna della “sottigliezza” secondo l’interpretazione di Roland Barthes (1980) in un celebre discorso commemorativo in onore di An tonioni: “tu lavori per rendere il senso sottile di ciò che l’uomo dice, racconta, vede e sente” (trad. it. 1992, p. 13). In termini più tecnici, a partire dall’individuazione nel testo letterario delle isotopie di base si procederà ad analizzare le equivalenze e espansioni operate nel testo sincretico di Anto nioni, per dimostrare la relazione di coerenza, sebbene parziale trattandosi di un adattamento (Eco 2000; 2003), con le scelte più nascoste del testo di partenza. In altre parole, le pagine a se guire consistono in una riconsiderazione della minuziosa fedeltà di Antonioni al racconto di Cortázar rispetto alla sua assiologia profonda, nello specifico, alla logica del segreto del quadrato della veridizione (Greimas, Courtés 1979), insita, come ha studiato Calabrese (1985), in differenti stratagemmi figurativi ideati nell’ambito della pittura, tra cui i dipinti di Piero della Francesca, pittore studiato e venerato sia da Cortázar che da Antonioni.

Cortázar/Antonioni, traduttori di Piero della Francesca. Sulla trasposizione di un segreto pittorico in Blow-up

M. A. Barchiesi
2023-01-01

Abstract

Numerosissimi e cospicui sono stati gli studi critici che a partire dalla fine degli anni cinquanta, hanno sondato nel racconto di Julio Cortázar “Las babas del diablo”1 (1959) le relazioni intertestuali che esso intrattiene con il discorso foto grafico e il discorso cinematografico, e altrettanto molteplici e variegati sono stati gli approcci sulla fedeltà o tradimento dell’adattamento cinematografico che ne fece Michelangelo Antonioni con Blow-up (1966). Va, tuttavia, notato che tra questi innumerevoli studi non esistono approfondimenti sulle avvincenti strategie traspositive nel film di Antonioni di un re ticolo di intertestualizzazioni pittoriche – soggiacenti a un di scorso fotografico più evidente – di fondamentale importanza sia nella narrazione che nel film. La nostra ipotesi di lavoro sarà, dunque, esplorare e indivi duare in primis sul testo di partenza il suddetto lavoro interte stuale pittorico per poi incentraci sulle scelte e trasformazioni traspositive dell’adattamento filmico di Antonioni, con partico lare attenzione agli studi sulla traduzione intersemiotica (Eco 2003; Dusi 2000; 2003). Verrà affrontato in alcune sequenze del film di Antonioni il potenziamento figurativo delle isotopie ine renti i riferimenti pittorici sopra accennati. Pertanto, la nostra intenzione è prendere in esame il raffinato e sottile dialogo che Antonioni, in qualità di “lettore modello” (Eco 1979) di “Las babas…”, instaura con il livello più profondo di interpretazione di questo racconto. Un lavoro di trasposizione fatto all’insegna della “sottigliezza” secondo l’interpretazione di Roland Barthes (1980) in un celebre discorso commemorativo in onore di An tonioni: “tu lavori per rendere il senso sottile di ciò che l’uomo dice, racconta, vede e sente” (trad. it. 1992, p. 13). In termini più tecnici, a partire dall’individuazione nel testo letterario delle isotopie di base si procederà ad analizzare le equivalenze e espansioni operate nel testo sincretico di Anto nioni, per dimostrare la relazione di coerenza, sebbene parziale trattandosi di un adattamento (Eco 2000; 2003), con le scelte più nascoste del testo di partenza. In altre parole, le pagine a se guire consistono in una riconsiderazione della minuziosa fedeltà di Antonioni al racconto di Cortázar rispetto alla sua assiologia profonda, nello specifico, alla logica del segreto del quadrato della veridizione (Greimas, Courtés 1979), insita, come ha studiato Calabrese (1985), in differenti stratagemmi figurativi ideati nell’ambito della pittura, tra cui i dipinti di Piero della Francesca, pittore studiato e venerato sia da Cortázar che da Antonioni.
2023
9791222303192
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/323270
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