Il presente lavoro come il frutto di un originale lavoro di rielaborazione e ricerca intorno al testo di Hans Jonas, "Problemi di libertà". "Problemi di libertà" è un'opera postuma, rimasta inedita fino al 2009, peculiare per la sua composizione, ambiziosa nel tema, sorprendente per la chiarezza. Il testo si presenta come una raccolta di lectures - per l'esattezza quattordici - che Jonas tenne presso la New School for Social Research di New York, nella primavera del 1970. Le 331 pagine di cui si compone il dattiloscritto sono conservate presso l'Archivio di Filosofia dell'Università di Konstanz, sotto il titolo di "Problems of Freedom". L'intenzione dell’autore era probabilmente quella di affrontare il tema della libertà proponendo un percorso argomentativo di storia della filosofia che andasse dall'antichità greco-romana e cristiana (Aristotele, Platone, stoicismo, Agostino) fino all'età moderna (Hobbes, Spinoza, Kant, Hume Locke) e contemporanea (James, Austin). Tuttavia il corso si conclude con la trattazione di Agostino. Il progetto era indubbiamente ambizioso, impegnativo, ma di certo non impossibile per un autore tra i più importanti del Novecento. Per questo, la prima domanda che ci siamo posti è: perché "Problemi di libertà" si interrompe? Tra gli anni '60 e '70, gli interessi filosofici di Jonas si spostavano “verso una biologia filosofica” tale da prendere in considerazione l'homo technologicus e il rapporto di questo col mondo naturale. Ma nelle sue lezioni presso l'Università di New York, che si svolgevano in quegli stessi anni, Jonas concentrava l'attenzione sulla filosofia classica, e in particolare su come la filosofia classica aveva affrontato il tema della libertà. Da una parte, dunque, l'oggetto delle riflessioni di Jonas riguardava il rapporto dell'uomo moderno con il mondo contemporaneo; dall'altra, restava per lui imprescindibile il confronto con il tema della libertà così come era inteso da Aristotele, dagli stoici, da Agostino. Non possiamo credere che questi due temi – uomo moderno e libertà “classica” – non siano stati in qualche modo legati all'interno del pensiero di Jonas. La libertà diviene ancora più importante per un uomo il cui spazio spirituale venga via via ridotto dall'avanzata del progresso scientifico, tecnologico e biomedico. Ma quale libertà per l'homo technologicus? A questa domanda, immaginiamo, Jonas volesse rispondere con Problems of Freedom. È necessario chiedersi a questo punto qual è il contenuto specifico di "Problems of Freedom". Nella nostra tesi, il primo e il secondo capitolo rappresentano un'esposizione del percorso che Jonas compie in "Problemi di libertà". Nel primo capitolo in particolare, viene affrontata l'idea di libertà così come era intesa da Aristotele prima e dallo Stoicismo poi, quest'ultimo approfondito attraverso confronti con Epitteto che dei princìpi dello stoicismo fece un “Manuale”. Qui, in particolare, sembra di cogliere in Jonas un’attenzione preferenziale nei confronti dello stoicismo. L'uomo stoico è perfettamente consapevole di sé, e soprattutto del proprio ruolo rispetto al mondo. La libertà coincide con ciò che è più importante per noi e con ciò che dipende da noi: la ragione, l'interiorità. Solo se libertà, interiorità e consapevolezza vengono a coincidere, può esservi responsabilità. Tema, quest'ultimo, che sappiamo essere centrale nell'ultima produzione jonasiana. Nel secondo capitolo, l'attenzione di Jonas si concentra su Agostino e sulla sua dottrina della volontà quale elemento fondante di una nuova e diversa idea di libertà. In questo frangente Jonas sembra quasi voler interloquire in maniera privilegiata con il filosofo d'Ippona, tanto da manifestare – sebbene non proprio apertamente – il suo proprio pensiero. L'uomo di Agostino, diviso ed incerto di fronte a Dio e mondo, è un uomo la cui libertà morale finirebbe comunque per dipendere da Dio. Se la libertà umana (sia essa libero arbitrio, in forma di grazia, amore, carità…) dipende da Dio, l'uomo non è dunque deresponsabilizzato? Veniamo ora ad un'altra importante questione: dove si colloca Problemi di libertà rispetto alla intera produzione jonasiana? La scelta di dedicare una tesi ad un testo sconosciuto di un autore tanto noto è, più che un compito, una sfida. Il rischio, infatti, è duplice: da una parte, si può commettere l'errore di leggere Problemi di libertà con le lenti acquisite dallo studio delle altre e differenti opere jonasiane, annullando così le specificità che contraddistinguono il testo; dall'altra, si può correre il rischio opposto di concentrarsi troppo sull'opera in questione perdendo di vista l'ampia produzione filosofica dell’autore. Il corso di "Problemi di libertà" anticipa di nove anni la pubblicazione de "Il principio responsabilità" (1979). Possiamo quindi credere che "Problemi di libertà" sia un'opera-ponte, tale cioè da collegare le tante questioni affrontate da Jonas nella sua filosofia. In particolare, l'opera sarebbe un preludio a "Il principio responsabilità", un preludio ampio, pieno di snodi, alcuni sciolti, altri irrisolvibili, altrettanti sospesi. Il tema della libertà appare dunque come un filo rosso che collega l'intera produzione filosofica di Jonas. Per questo motivo, nel terzo capitolo della tesi, abbiamo voluto proporre un confronto con una delle prime opere, "Lo Gnosticismo" (1a ed. 1958), che contiene il saggio "Gnosticismo, Esistenzialismo e Nichilismo". Da tale confronto sono emersi alcuni punti qualificanti: lo Gnosticismo è stato una sorta di cartina tornasole del radicale cambiamento nel rapporto uomo-natura; Agostino ha rappresentato la risposta cristiana e successiva a tale cambiamento; il cambiamento del rapporto uomo-natura affonda le proprie radici nel nichilismo; la civiltà moderna e perciò tecnologica ha scavato un solco ancora più profondo tra uomo e natura; l'esistenzialismo contemporaneo ne è la non-risposta. Il dualismo uomo-physis rimane dunque insuperabile, e la libertà resta stretta fra quei due termini sempre continuamente riformulati dalla storia della filosofia come contrapposti, incompatibili, stranieri l'uno all'altro. Questo dualismo, ogni volta riproposto, è, secondo Jonas, una frattura che dovrebbe essere risanata per dare un senso dell'uomo nel mondo. Il secondo confronto è stato condotto, invece, con il saggio "Peso e benedizione della mortalità", contenuto in "Tecnica, medicina ed etica" (1985), opera più recente, che fa parte dell'ultima fase della produzione jonasiana. Nella prima parte, che riguarda la mortalità come possibilità, abbiamo rilevato le seguenti acquisizioni: l'uomo, per Jonas, è una “unità psicofisica”, fatta cioè tanto di organismo quanto di spirito, da considerarsi però in senso olistico, non come semplice somma o complementarietà di parti; l'uomo, già in quanto organismo, scopre nel proprio funzionamento uno scarto tra indipendenza dall'ambiente e necessità di doverlo usare; l'essere diviene un compito, non una condizione data; la vita deve ogni volta scegliersi di per se stessa, riaffermarsi minacciata dalla possibilità della morte; nella scelta di affermarsi, l'essere si dimostra ogni volta libero di esistere.

Hans Jonas, Problemi di Libertà

Domenella, Camilla
2015-01-01

Abstract

Il presente lavoro come il frutto di un originale lavoro di rielaborazione e ricerca intorno al testo di Hans Jonas, "Problemi di libertà". "Problemi di libertà" è un'opera postuma, rimasta inedita fino al 2009, peculiare per la sua composizione, ambiziosa nel tema, sorprendente per la chiarezza. Il testo si presenta come una raccolta di lectures - per l'esattezza quattordici - che Jonas tenne presso la New School for Social Research di New York, nella primavera del 1970. Le 331 pagine di cui si compone il dattiloscritto sono conservate presso l'Archivio di Filosofia dell'Università di Konstanz, sotto il titolo di "Problems of Freedom". L'intenzione dell’autore era probabilmente quella di affrontare il tema della libertà proponendo un percorso argomentativo di storia della filosofia che andasse dall'antichità greco-romana e cristiana (Aristotele, Platone, stoicismo, Agostino) fino all'età moderna (Hobbes, Spinoza, Kant, Hume Locke) e contemporanea (James, Austin). Tuttavia il corso si conclude con la trattazione di Agostino. Il progetto era indubbiamente ambizioso, impegnativo, ma di certo non impossibile per un autore tra i più importanti del Novecento. Per questo, la prima domanda che ci siamo posti è: perché "Problemi di libertà" si interrompe? Tra gli anni '60 e '70, gli interessi filosofici di Jonas si spostavano “verso una biologia filosofica” tale da prendere in considerazione l'homo technologicus e il rapporto di questo col mondo naturale. Ma nelle sue lezioni presso l'Università di New York, che si svolgevano in quegli stessi anni, Jonas concentrava l'attenzione sulla filosofia classica, e in particolare su come la filosofia classica aveva affrontato il tema della libertà. Da una parte, dunque, l'oggetto delle riflessioni di Jonas riguardava il rapporto dell'uomo moderno con il mondo contemporaneo; dall'altra, restava per lui imprescindibile il confronto con il tema della libertà così come era inteso da Aristotele, dagli stoici, da Agostino. Non possiamo credere che questi due temi – uomo moderno e libertà “classica” – non siano stati in qualche modo legati all'interno del pensiero di Jonas. La libertà diviene ancora più importante per un uomo il cui spazio spirituale venga via via ridotto dall'avanzata del progresso scientifico, tecnologico e biomedico. Ma quale libertà per l'homo technologicus? A questa domanda, immaginiamo, Jonas volesse rispondere con Problems of Freedom. È necessario chiedersi a questo punto qual è il contenuto specifico di "Problems of Freedom". Nella nostra tesi, il primo e il secondo capitolo rappresentano un'esposizione del percorso che Jonas compie in "Problemi di libertà". Nel primo capitolo in particolare, viene affrontata l'idea di libertà così come era intesa da Aristotele prima e dallo Stoicismo poi, quest'ultimo approfondito attraverso confronti con Epitteto che dei princìpi dello stoicismo fece un “Manuale”. Qui, in particolare, sembra di cogliere in Jonas un’attenzione preferenziale nei confronti dello stoicismo. L'uomo stoico è perfettamente consapevole di sé, e soprattutto del proprio ruolo rispetto al mondo. La libertà coincide con ciò che è più importante per noi e con ciò che dipende da noi: la ragione, l'interiorità. Solo se libertà, interiorità e consapevolezza vengono a coincidere, può esservi responsabilità. Tema, quest'ultimo, che sappiamo essere centrale nell'ultima produzione jonasiana. Nel secondo capitolo, l'attenzione di Jonas si concentra su Agostino e sulla sua dottrina della volontà quale elemento fondante di una nuova e diversa idea di libertà. In questo frangente Jonas sembra quasi voler interloquire in maniera privilegiata con il filosofo d'Ippona, tanto da manifestare – sebbene non proprio apertamente – il suo proprio pensiero. L'uomo di Agostino, diviso ed incerto di fronte a Dio e mondo, è un uomo la cui libertà morale finirebbe comunque per dipendere da Dio. Se la libertà umana (sia essa libero arbitrio, in forma di grazia, amore, carità…) dipende da Dio, l'uomo non è dunque deresponsabilizzato? Veniamo ora ad un'altra importante questione: dove si colloca Problemi di libertà rispetto alla intera produzione jonasiana? La scelta di dedicare una tesi ad un testo sconosciuto di un autore tanto noto è, più che un compito, una sfida. Il rischio, infatti, è duplice: da una parte, si può commettere l'errore di leggere Problemi di libertà con le lenti acquisite dallo studio delle altre e differenti opere jonasiane, annullando così le specificità che contraddistinguono il testo; dall'altra, si può correre il rischio opposto di concentrarsi troppo sull'opera in questione perdendo di vista l'ampia produzione filosofica dell’autore. Il corso di "Problemi di libertà" anticipa di nove anni la pubblicazione de "Il principio responsabilità" (1979). Possiamo quindi credere che "Problemi di libertà" sia un'opera-ponte, tale cioè da collegare le tante questioni affrontate da Jonas nella sua filosofia. In particolare, l'opera sarebbe un preludio a "Il principio responsabilità", un preludio ampio, pieno di snodi, alcuni sciolti, altri irrisolvibili, altrettanti sospesi. Il tema della libertà appare dunque come un filo rosso che collega l'intera produzione filosofica di Jonas. Per questo motivo, nel terzo capitolo della tesi, abbiamo voluto proporre un confronto con una delle prime opere, "Lo Gnosticismo" (1a ed. 1958), che contiene il saggio "Gnosticismo, Esistenzialismo e Nichilismo". Da tale confronto sono emersi alcuni punti qualificanti: lo Gnosticismo è stato una sorta di cartina tornasole del radicale cambiamento nel rapporto uomo-natura; Agostino ha rappresentato la risposta cristiana e successiva a tale cambiamento; il cambiamento del rapporto uomo-natura affonda le proprie radici nel nichilismo; la civiltà moderna e perciò tecnologica ha scavato un solco ancora più profondo tra uomo e natura; l'esistenzialismo contemporaneo ne è la non-risposta. Il dualismo uomo-physis rimane dunque insuperabile, e la libertà resta stretta fra quei due termini sempre continuamente riformulati dalla storia della filosofia come contrapposti, incompatibili, stranieri l'uno all'altro. Questo dualismo, ogni volta riproposto, è, secondo Jonas, una frattura che dovrebbe essere risanata per dare un senso dell'uomo nel mondo. Il secondo confronto è stato condotto, invece, con il saggio "Peso e benedizione della mortalità", contenuto in "Tecnica, medicina ed etica" (1985), opera più recente, che fa parte dell'ultima fase della produzione jonasiana. Nella prima parte, che riguarda la mortalità come possibilità, abbiamo rilevato le seguenti acquisizioni: l'uomo, per Jonas, è una “unità psicofisica”, fatta cioè tanto di organismo quanto di spirito, da considerarsi però in senso olistico, non come semplice somma o complementarietà di parti; l'uomo, già in quanto organismo, scopre nel proprio funzionamento uno scarto tra indipendenza dall'ambiente e necessità di doverlo usare; l'essere diviene un compito, non una condizione data; la vita deve ogni volta scegliersi di per se stessa, riaffermarsi minacciata dalla possibilità della morte; nella scelta di affermarsi, l'essere si dimostra ogni volta libero di esistere.
2015
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/316971
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