Small is beautiful at large scale è una celebre e felice espressione di Richard Normann (1977) che può essere considerata il fondamento di ogni studio sulle reti museali (Golinelli 2008). Caratteristica di gran parte dei musei italiani è infatti quella di essere di piccole dimensioni, con conseguenti vincoli di carattere strutturale ed economico-finanziario. L’aumento della scala dei servizi offerti, conseguibile attraverso l’organizzazione in rete, consentirebbe non solo di superare tali limiti, ma anche di far apprezzare meglio e ad un più vasto pubblico il valore culturale dei singoli istituti e del patrimonio in essi conservato, storicamente collegato agli altri istituti e beni diffusi del territorio di appartenenza. Partendo da questo presupposto il presente contributo analizza i concetti di rete, sistema museale e distretto culturale, effettuando parallelamente un excursus sulle forme di collaborazione tra musei, beni culturali e altre organizzazioni avviate in Italia dagli anni ’90 del Novecento fino ai nostri giorni. Vengono discusse le determinanti culturali ed economiche delle reti e i benefici delle reti a geometria variabile, esaminando i diversi modelli di network (strategic, industrial e policy network) anche con riferimento ad alcuni casi di studio relativi al contesto italiano. Cercando una definizione condivisa di concetti che meritano un adeguato approfondimento teorico (Alberti, Giusti 2009; Seddio 2013; Cerquetti 2016; Montella 2016), particolare attenzione viene riservata all’evoluzione del modello reticolare verso forme distrettuali, mettendo in luce limiti e potenzialità di sviluppo delle attuali forme di collaborazione tra musei locali e territorio.
La gestione delle relazioni tra musei e territorio. Reti, sistemi e distretti culturali
Cerquetti, Mara
2023-01-01
Abstract
Small is beautiful at large scale è una celebre e felice espressione di Richard Normann (1977) che può essere considerata il fondamento di ogni studio sulle reti museali (Golinelli 2008). Caratteristica di gran parte dei musei italiani è infatti quella di essere di piccole dimensioni, con conseguenti vincoli di carattere strutturale ed economico-finanziario. L’aumento della scala dei servizi offerti, conseguibile attraverso l’organizzazione in rete, consentirebbe non solo di superare tali limiti, ma anche di far apprezzare meglio e ad un più vasto pubblico il valore culturale dei singoli istituti e del patrimonio in essi conservato, storicamente collegato agli altri istituti e beni diffusi del territorio di appartenenza. Partendo da questo presupposto il presente contributo analizza i concetti di rete, sistema museale e distretto culturale, effettuando parallelamente un excursus sulle forme di collaborazione tra musei, beni culturali e altre organizzazioni avviate in Italia dagli anni ’90 del Novecento fino ai nostri giorni. Vengono discusse le determinanti culturali ed economiche delle reti e i benefici delle reti a geometria variabile, esaminando i diversi modelli di network (strategic, industrial e policy network) anche con riferimento ad alcuni casi di studio relativi al contesto italiano. Cercando una definizione condivisa di concetti che meritano un adeguato approfondimento teorico (Alberti, Giusti 2009; Seddio 2013; Cerquetti 2016; Montella 2016), particolare attenzione viene riservata all’evoluzione del modello reticolare verso forme distrettuali, mettendo in luce limiti e potenzialità di sviluppo delle attuali forme di collaborazione tra musei locali e territorio.File | Dimensione | Formato | |
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